Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe                                                               Anno B


Ciascuno di noi ha il suo tempo, che gli fu fissato dal Buon Dio, così come era successo alla moglie di Abramo: “…Sara concepì e partorì…nel tempo che Dio aveva fissato.” Il mio, ora lo so, si concretizzò quando i miei genitori si conobbero nell’amore coniugale e proseguì con la mia nascita, la cura materna e paterna e lo sviluppo della mia esistenza fino ad oggi. Fino a quando, e questo non lo so, si realizzerà la seconda nascita, quella in cielo. Così è, e sarà, per tutti. Infatti, “Dio è la vita che non è offuscata da alcun inizio e non ha fine. E’ il nostro Dio che, essendo Egli stesso la vita, dà la vita eterna ai suoi. Chi può fare ciò se non Dio? Tutto ciò che Dio ha disposto secondo il suo ordine, l’ha compiuto e non è vano, come i pensieri degli uomini.” (Santa Ildegarda di Bingen)
Come i pensieri del diffidente Abramo, che, titubante, non riusciva a capacitarsi dei comandi e delle promesse di quel Dio che lo aveva chiamato ad essere padre di un popolo: “…guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle, tale sarà la tua discendenza.” (dal Libro della Genesi)

 NOVE MESI PER LA VITA - DICEMBRE 2023

Domenica 31 DICEMBRE 2023 ore 16,00

presso la Chiesa della Madonna degli Angeli

        LA PUREZZA DI DIO:
            L'INNOCENZA DEI BIMBI
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                   RISPETTO per la VITA
                     CURA dell'EMBRIONE

Nel febbraio 2023 si è tenuto a Milano un convegno internazionale sulla medicina perinatale e la vita nascente. organizzato dall’Associazione Difendere la Vita con Maria e dall’organizzazione Internazionale di volontariato “Mary for Life.”
Vita nascente e medicina perinatale: Cura e Accoglienza del concepito paziente”; questo il titolo e l’oggetto di discussione e approfondimento in favore della vita, osservata da un’angolazione particolare: la vita prenatale(prima di nascere) e lo studio della medicina perinatale (branca della medicina che si occupa della salute della madre e del feto durante la gravidanza, il parto e il periodo neonatale).
Hanno partecipato e tenuto interventi qualificanti alcuni dei più illustri medici specializzati in medicina prenatale e perinatale da tutto il mondo, con l’obiettivo di affrontare le sfide legate alla diagnosi e al trattamento delle malattie perinatali (che si trasmettono in utero (infezione congenita), durante la fase del travaglio del parto).  
In questo ambito uno dei problemi principali è il senso di isolamento delle famiglie che si trovano disorientate di fronte a diagnosi gravi. Esigenza che spinge l’ADVM e l’organizzazione “Mary for Life” ad impegnarsi.
Continui progressi poi della medicina perinatale permettono oggi di poter intervenire spesso in modo risolutivo su patologie che un tempo venivano definite incompatibili con la vita. Le specializzazioni sono comunque tante e riguardano campi della medicina tra loro distanti. Si delinea quindi la necessità di creare una rete che possa rispondere ai bisogni più disparati delle famiglie, 
L’obiettivo principe del convegno è mettere a confronto specialisti di queste discipline, per facilitare le risposte a domande urgenti e indifferibili, attraverso la creazione di un Osservatorio sulla vita nascente e la specializzazione del medico dedicato alla cura dell’embrione e del feto paziente (don Maurizio Gagliardini)
Nella sessione mattutina hanno preso la parola alcuni tra i più autorevoli pediatri, chirurghi e psichiatri che a livello internazionale si prendono cura del concepito paziente e, dunque, anche dei suoi genitori.
La sessione pomeridiana ha invece visto l’intervento di Sua Eccellenza mons. Mario Delpini (Arcivescovo di Milano) che ha dato avvio alla Tavola Rotonda. Una Tavola Rotonda che ha fatto comprendere l’urgenza e la necessità di un Osservatorio Internazionale al fine di fare ricerca e aiutare il concepito quando è nella fragilità di una malattia.
“Chiamare le cose con il loro nome”, ”nessuno sia lasciato solo”; ”la scienza per il bene”. Sono le indicazioni di mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, che ha invitato a guardarsi dal “politicamente corretto” quando si tratta di difendere la vita umana, soprattutto quella indifesa”.

LA FEDELTA’ DEL SIGNORE

Quarta Domenica di Avvento
Anno B


Con l’espressione “di generazione in generazione” s’intende sottolineare che la Parola di Dio, fissata dallo Spirito nell’annuncio dei Profeti, dei Vangeli e delle Lettere vale soprattutto per noi:“…canterò in eterno l’amore del Signore, di generazione in generazione farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà.” (dal Salmo n.88)
Siamo noi che siamo chiamati in causa, siamo noi, i credenti di oggi, che dobbiamo rendere grazie ed onore al nostro Dio e cantarne la fedeltà nei nostri confronti. Proprio per questo motivo, la fedeltà, anche noi siamo obbligati a ricambiarla, viceversa si corre il rischio di un allontanamento che, inevitabilmente, ci farà cadere nel peccato e nell’apostasia. Come sta succedendo in questi ultimi anni, così come, nei secoli, di volta in volta è sempre accaduto a causa delle debolezze degli uomini di chiesa. Già un papa e dottore della Chiesa diceva che “succede spesso che la Chiesa non ha solo da soffrire infedeli ed avversari che si trovano fuori di lei, ma ha pure la pena di sopportare insidie e ostilità da coloro che porta in seno.” (San Gregorio Magno)

IN MEZZO A NOI

Terza Domenica di Avvento
Anno B


In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete......

L’altra sera ho partecipato ad una riunione per impostare il piano pastorale all’interno di una comunità parrocchiale. Si è parlato di tutto, di adeguata comunicazione, di carità, di accompagnamento, di marketing, di risorse economiche, di raccolte straordinarie, di decoro liturgico, ma non ho sentito pronunciare una volta il nome di Gesù Cristo. Non è una critica ai presenti, buoni credenti e, forse, espressione di una Chiesa che cerca di resistere ad una diaspora sempre più devastante, eppure sembra quasi d’essere ritornati al tempo di Giovanni Battista, quando rispondeva ai sacerdoti e ai leviti che lo interrogavano per conto dei Giudei:“…in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete (dal Vangelo secondo Giovanni)

LA TERRA NUOVA

Seconda Domenica di Avvento
Anno B

Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri

Quando si cammina, da soli, in aperta campagna, con una visione senza limiti che cavalca avvallamenti, colline, ponti, campi, boscaglie, sotto un cielo terso, e ti fermi in contemplazione di tale bellezza, dell’inusuale silenzio, è come se ti trovassi davanti ad una terra nuova, a cieli nuovi. Davvero è quello il tempo di rallegrarsi, non si ha più paura, perché s’intravede come un’uscita dalla condizione di miseria ed incertezze che il mondo produce ogni giorno di più.
Cosa ancora deve succedere per capire quanto scrive l’apostolo Pietro:“…aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia. Perciò carissimi, nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia.” (dalla seconda Lettera di San Pietro)
Guardiamoci attorno, dove stanno le colpe e le macchie dei discepoli di Cristo se non nell’accondiscendenza alle cose del mondo. Non è facile andare controcorrente, ma ciascuno deve cominciare a preoccuparsi del proprio stato perché non sappiamo quando il “mondo visibile passerà e quello che attendiamo verrà più bello, però nessuno cerchi di sapere la data poiché non ci spetta di conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta.” (San Cirillo di Gerusalemme)

IL PATRIARCATO CHE CI PIACE

 Prima Domenica di Avvento
A
nno B

 

non sapete quando il padrone di casa ritornerà
Ci affacciamo alla porta del nuovo anno liturgico, alla prima domenica di Avvento, tempo che enfatizza l’attesa di un evento speciale, chiamato da secoli il Natale del Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio Padre, fattosi uomo per ricondurre ogni creatura alla beatitudine eterna. Però, se Gesù, che è la via, la verità e la vita, non prepara il suo avvento presso di noi, è impensabile poter correggere la nostra via, secondo la regola della verità, quella nostra. Tant’è vero che ci si attarda a vaneggiare su un patriarcato, oppressore delle libertà, di questa società occidentale mai così libertaria, che esiste solo nella mente malata di chi vuole cancellare del tutto la figura del padre da ogni orizzonte culturale e sociale. Così da poter abbattere una volta per tutte i residui di cristianesimo che persiste in difesa della dignità di ogni esistenza umana. Una difesa ridotta ormai al lumicino a dire il vero, a testimonianza, comunque, di un fronte che non molla di un centimetro, a costo pure del martirio.
Per questo, onore a ProVita & Famiglia. Che non desiste, così come ogni buon cristiano non può desistere dal considerarsi figlio del:“…Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani.” (dal Libro del profeta Isaia)

 

NOVE MESI PER LA VITA - NOVEMBRE 2023

Domenica 26 NOVEMBRE 2023 ore 16,00

presso la Chiesa della Madonna degli Angeli

        LA PUREZZA DI DIO:
            L'INNOCENZA DEI BIMBI
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                   UNA STORIA d'AMORE:
                        ANTICA E NUOVA
1° Mese

Ciao mamma, eccomi sono dentro di te, il mio cuore ha iniziato a battere insieme al tuo ed è una cosa meravigliosa il tuo battito, è una ninna nanna per me.
2° Mese
Ciao mammina sono ancora pochi cm ma ti sento, sento la tua voce, quella di papà e dei nonni, che bello sentirvi. Tu mamma mi rendi felice, scusami se a volte ti porto a stare male, io non vorrei ma cresco e devo farmi spazio.
3° Mese
Ciao mamma ora comincio a capire come funzionano i movimenti, muovo i piedini e le manine, tu non mi senti perché sono ancora un fagiolino ma ti assicuro che io sento te, sento il tuo amore.
4° Mese
Sto crescendo bene,vero mamma? Non ti do tanti disturbi ed ora sono felice per questo, non voglio farti soffrire, anzi lascio delle cellule per migliorare il tuo umore, ti aiuto come posso.
5° Mese
Ciao mamma sei in ansia per me vero? Non ti preoccupare ho due manine, due gambe, due occhi che sono uguali ai tuoi, ho un cuore, ho 20 dita e uno me lo succhio di continuo almeno ora perché penso che dopo mi dirai che è un vizio. Oggi vai dal medico vero mamma? Presto scoprirai cosa sono, se sono un maschio o una femmina, io so già ma purtroppo non posso dirtelo… sono un po’ timido. Ma tu mi dici sempre che non importa cosa sarò, l’importante è che stia bene! Sei un angelo mamma.
6° Mese
Ciao mamma ormai faccio le capriole dentro di te, mi diverto a giocare con te e con papà quando fate la gara a chi prende per prima la mia manina ma io sono furbo scappo subito!
7° Mese 
Ciao mamma qui si comincia ed essere stretti, tu sei stanca lo so ma sei paziente con me, mi racconti il mondo esterno, mi racconti del sole e della luna, della pioggia e della neve. Che meraviglia dev'essere là fuori, me ne parli con tanta gioia anche se a volte fai la voce triste per le cose brutte che succedono ma io non mi spavento se ci sarai tu a proteggermi, con te mi sento al sicuro
8° Mese
Eccomi mamma ci siamo quasi io ora sono con la testa in giù ma sto bene, ogni tanto spingo per uscire ma non è ora, mi sa che devo aspettare ancora. Grazie mamma per quello che fai, per il peso che porti, per i gonfiori che hai... il tuo amore verso di me dev'essere grande, più di quello che io sento.
9° Mese
Ciao mamma ci siamo, manca davvero poco sono emozionato! Mamma sai non vedo l’ora di vederti, non vedo l’ora di stringerti e dirti grazie, grazie per questi nove mesi passati insieme, cuore nel cuore, sangue nel sangue, grazie mamma. Mamma ci sei? Mi senti? Sto spingendo e spero di non farti male, sento il tuo dolore ma di più il tuo amore per me. Mamma eccomi ora piango perché sono nato, perché ho te e piango per dirti grazie per questa vita.
(Bela Metolli)

CRISTO: RE dell'UNIVERSO

I PIU’ PICCOLI

Tutto quello che non avete fatto ad uno solo di questi piccoli, non l'avete fatto a me !
I nonni sono quelli che ancora oggi sanno dare affetto sincero, sapienza, pace e tenerezza ai più piccoli. I papà e le mamme cristiane sono, invece, portatori di amore santo per i figli e li orientano ad una meta sicura: il Regno di Dio in Gesù Cristo. Ogni volta che preghiamo il Padre nostro, infatti, diciamo “venga il tuo regno”. Affinché ciò avvenga veramente occorre solo obbedire al Re dell’Universo. Solo così i nostri piccoli, i nostri figli, potranno recitare, senza remore alcuna, il Salmo:“…il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare. Ad acque tranquille mi conduce.” ( Salmo 22)

FIGLI DELLA LUCE


XXXIII
a Domenica T.O.
Anno A

Toglietegli il talento, Maria Cavazzini Fortini, 11/2017

Ho un’età che mi ha permesso di vivere ai tempi dei “figli dei fiori”, il movimento che ha contribuito al dissolvimento dei valori consolidati attorno all’amore e alla famiglia. L’amore libero, osannato da quei giovani miei coetanei, ha indubbiamente attirato come un’ape su un fiore e l’aver lasciato, come è avvenuto, che si consumasse tale impollinazione ha gettato le basi per la cancellazione delle parole “fedeltà”e“per sempre” nei rapporti fra una donna e un uomo. La crisi conseguente dell’istituto “famiglia” fu il risultato che si ponevano i sovvertitori della legge naturale e di quella di Dio.

LA PORTA

XXXIIa Domenica T.O. Anno A

Ciascuno di noi ha i suoi limiti che lo portano a piccole, ma pure a grandi esperienze, che permettono di accogliere, comunque, la Parola del Signore. Viverla, poi, non sarà automaticamente conseguente, perché il più delle volte è faticoso. Come quando, ad esempio, siamo invitati al perdono, a scelte di povertà, alla mitezza, alla fedeltà, alla sapienza del cuore, come quella che ritroviamo nel Libro omonimo:“…la sapienza…chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà, la troverà seduta alla sua porta.” (dal Libro della Sapienza)
Non c’è bisogno di molte parole per trovarla, basta abbandonarsi come un bambino che ascolta la favola raccontata dalla madre, o dal padre, o ancora, dal nonno.

ESSERE SERVI

XXXIa Domenica T.O. 

Anno A


                             Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, 
                                            ma non agite secondo le loro opere, 
                                                perché essi dicono e non fanno
                                        -----------------------------------------------------------
A volte proprio mi domando quanto grande sia la pazienza di Dio, per non stancarsi mai di noi uomini. La storia in questo senso è molto eloquente, nonostante i numerosi richiami sparsi nella Bibbia, come questo:“…se non mi ascolterete e non vi darete premura di dare gloria al mio nome,…manderò su voi la maledizione.” (dal Libro del profeta Malachia)
In realtà la maledizione se la infligge l’uomo con il non voler seguire la Legge del Signore, o addirittura, voler cancellare dalla faccia della terra la stessa idea di Dio.

NOVE MESI PER LA VITA - OTTOBRE 2023

Domenica 29 OTTOBRE 2023 ore 16,00

presso la Chiesa della Madonna degli Angeli

LA PUREZZA DI DIO:L'INNOCENZA DEI BIMBI
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LA VOCE DEI NON NATI

 


Il mio nome è……, non ho ancora il nome perché mia mamma e mio papà non ci hanno ancora pensato, lo sanno da poco che ci sono anch’io.
Ma il Buon Dio lo sapeva da subito e Lui mi ha già detto il nome, spero sia lo stesso che mi daranno i miei genitori.
Devo, comunque, dire che sto proprio bene nella pancia della mamma, tanto io so che sono io e, poi, tirando qualche calcio e muovendomi di più farò sapere che sono un bambino.

TI AMO

        XXXa Domenica T.O.
Anno A

Quando riusciamo a centellinare dentro di noi queste due parole “ti amo”, vuole dire che siamo pronti a dare la nostra stessa vita per la persona cui le indirizziamo. Non occorre esprimerle ad alta voce, si manifesteranno implicitamente nel rapporto che s’instaura con la persona amata. 
Tutto viene a trasformarsi, a maggior ragione se la controparte è il Buon Dio: “…ti amo Signore, mia forza, Signore mia roccia, mia fortezza, mio liberatore.” (dal Salmo 17)

CHIAMATI PER NOME

XXIXa Domenica T.O.
Anno A

Date a Dio quel che è di Dio !

Quando si viene al mondo la prima cosa che viene fatta è dare il nome al nuovo arrivato. E si comincia subito a vezzeggiarlo quel nome, perché l’innocenza di quel figlio è coinvolgente. Il bimbo non conosce tutte le persone che bene o male gli stanno attorno, riesce solo ad entrare in sintonia, attraverso il contatto diretto, corpo a corpo, con sua madre, ed è logico e scontato. Però, anche lei è ancora una sconosciuta, come avviene con il Buon Dio, nonostante che: “…io ti ho chiamato per nome, ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca.” (dal Libro del profeta Isaia)

MOLTI, NON TUTTI, POCHI

XXVIIIa Domenica  T.O.
Anno A

Occorre presentarsi sempre con l’abito che distingue il buon cristiano, colui che sta sempre alla presenza dello Sposo
In questi ultimi giorni, in molti stanno versando lacrime amare per le sorti di quanti hanno perso la vita o sotto la minaccia di perderla a causa della guerra improvvisamente scoppiata in Medio Oriente. Su quella terra devastata, che è stata solcata dai passi di Gesù, passi che portavano ad ogni angolo del paese il messaggio di amore del Padre, non risuona più la parola del profeta:“…il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra. Eliminerà la morte per sempre.” (dal Libro del profeta Isaia)

IL CANTICO D’AMORE

XXVIIa Domenica T.O.
Anno A

.....e lo uccisero !

Le vigne sono luoghi privilegiati dove riversare tempo e passione per le cose belle che si vogliono coltivare. Anche il Buon Dio, con lo Spirito creatore che lo contraddistingue, volle pensarne uno e ci mise l’uomo (e poi la donna). Questi sono le sue viti pregiate, si compiace di tale scelta, ne ha cura e, nello stesso tempo, lascia che a gestire il resto siano quell’uomo e quella donna, chiamandoli alla procreazione. Sono tutti frutti buoni, come la “ragione ed il libero arbitrio, quali speciali ortolani” (Santa Caterina da Siena), ma alcuni, invece, sono acini acerbi:“…voglio cantare per il mio diletto il mio cantico d’amore per la sua vigna…vi aveva piantato viti pregiate…aspettò che producesse uva, essa produsse, invece, acini acerbi.” (dal Libro del profeta Isaia)
Uno dei primi acini acerbi fu sicuramente quel Caino che viveva dell’invidia per le cose belle che produceva, invece, Abele. Da quel momento, per la determinazione d’amore del Signore, viene continuamente chiesto a ciascuno di noi: “che ne è di tuo fratello?” In sostanza, ad ogni frutto acido, per ogni frutto selvatico, per ogni peccato contro il proprio fratello, ci viene chiesto ragione della nostra fede, il nostro Cantico d’Amore.

RIVIVERE NELL’AMORE

XXVIa Domenica T.O. 
Anno A

 

.... e vi andò !
Finché c’è vita c’è speranza. Speranza di capire cos’è l’amore vero, quello che il Buon Dio ha messo, come seme, in noi al momento del nostro concepimento. 
Crescendo, è possibile coltivare quel seme, proteggerlo e lasciare che possa arrivare al germoglio, per poi fiorire e maturare.
E’ possibile, però, anche l’inverso. In tal caso prende piede la parte peggiore di sé stessi, che porta alla dissipazione, all’ignavia, all’invidia, alla cattiveria. Fino a quando non entra in gioco la grazia attraverso, magari, la testimonianza di vita di un discepolo di Cristo.

SEMPRE IN RITARDO

XXVa Domenica T.O. 
Anno A

Il premio è sempre il massimo della promessa
C’è una costante che angoscia i catechisti: dopo la Cresima i loro ragazzi diventano quasi tutti desaparecidos, scompaiono dall’orizzonte delle chiese e degli oratori. In piazza, a differenza dei lavoratori a giornata della famosa vigna, proprio non ci vanno nemmeno più. Forse qualcuno è di quelli che vi arrivano alle cinque di sera, per sentirsi dire:“…perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente? (dal Vangelo secondo Matteo)
Furbescamente rispondono, per nascondere il loro ritardo: “perché nessuno ci ha preso a giornata.”
In effetti, se non erano fra quelli dell’ora prima, probabilmente se ne stavano in un’altra piazza, quella dove convergono vie che non sono propriamente del Buon Dio.

CIRCONDATI DALLA MISERICORDIA

XXIVa Domenica T.O. 
Anno A

Perdonare fino a 70 volte 7....cioè SEMPRE

L’altro giorno mi sono sentito salutare da una persona che consideravo amica, allungandomi la mano per una stretta d’amicizia, che invece a suo tempo mi ferì non poco e su cui avevo tracciato una grande x. Restai un attimo basito, ma poi ricambiai il saluto e la stretta e devo dire che, subito dopo mi sentii come gratificato e circondato da una strana sensazione di pace. Mi era successo pure di aver richiamato una persona della mia cerchia familiare, cercando di farlo con rispetto ed attenzione, ma ne scaturì solamente un po’ di ostilità. Ho sopportato con fatica, ma ho sopportato. Ringrazio il Buon Dio per quel poco o tanto che ho potuto fare, portando una parola di perdono e di pace che, successivamente, hanno preso piede in famiglia. E’ proprio vero: “…Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia.” (dal Salmo 102)
Ecco, in realtà, chi ci circonda con la sua misericordia, è il Buon Dio, senza abbandonarci un attimo della nostra vita, ammonendoci continuamente e: “…ricordati della fine e smetti di odiare, della dissoluzione e della morte e resta fedele ai comandamenti.” (dal Libro del Siracide)

LA CARITA’ IN PIENEZZA

XXIIIa Domenica T.O. 
Anno A

 

Dove due o tre sono riuniti nel Mio nome ...

E’ una responsabilità mica da ridere, quella di avvertire della condotta sbagliata uno della mia famiglia, piuttosto che uno della cerchia dei miei amici. E non parlo di quelli che stanno su facebook, ma proprio quelli con cui sei cresciuto fin dai banchi dell’asilo, di quelli con cui hai condiviso i momenti topici dell’adolescenza, della gioventù, degli innamoramenti. Che, all’improvviso, ti accorgi che non è più di fianco a te, che ha scelto di andare a convivere, che ha convinto la sua ragazza ad abortire perché non è ancora il momento, che ha buttato alle ortiche la fede per buttarsi nel campo dell’indifferenza e del relativismo. Ecco, come fai a fargli capire della malvagità di tali scelte, se in conseguenza di ciò, ti volta le spalle e non si fa più vedere? E mi limito a riferirmi solo agli amici, senza entrare nei drammi che per questi stessi motivi accadono in famiglia. Eppure la Parola è chiara: “…ma se tu avverti il malvagio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte dalla sua condotta, egli morirà per la sua iniquità, ma tu sarai salvato. (dal Libro del profeta Ezechiele)

IL FUOCO DENTRO DI ME

 XXIIa Domenica T.O. Anno A

In effetti gli scandali più deprimenti per un credente sono quelli causati da uomini di chiesa. Proprio perché questi ragionano, sulle cose di tutti i giorni, nello stesso modo del mondo, così detto, laico. Vero è che anch’essi sono uomini come tutti gli altri, quindi anche loro peccatori. Però, si badi bene, non sono peccati accettabili perché provenienti da chi si è messo alla sequela di Gesù Cristo: “…ma egli, voltandosi, disse a Pietro: “và dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini.” (dal Vangelo secondo Matteo)
Gesù non ha cacciato Pietro dalla cerchia ristretta dei suoi discepoli, gli ha detto di mettersi dietro a lui e l’ha chiamato con il massimo dell’offesa, tarpandogli le ali, non è la prima volta e non sarà neppure l’ultima. Eppure, affiderà le chiavi della sua Chiesa proprio a lui perché “Il Signore sa prolungare la durata dei giorni quando è il tempo della salvezza, e sa abbreviare la durata del momento della tribolazione e della perdizione. Quanto a noi, mentre abbiamo il giorno e si prolunga per noi il tempo della luce “comportiamoci onestamente come in pieno giorno” ( Rm 13,13) e facciamo le opere della luce.” (Origene)

LE CHIAVI DI CASA

 XXI ma Domenica T.O. 
Anno A

Rubens: Cristo da le chiavi a San Pietro

Quando gli sposi tornano a casa, dopo la celebrazione del Sacramento del Matrimonio e i successivi festeggiamenti nuziali, sono stanchi, ma felici. Tanto che lo sposo prende in braccio la sposa per entrare nel loro nido d’amore. Prima, però, bisogna cercare la chiave di casa, perché senza quella si rimane sulla soglia. Metaforicamente parlando, anche con la chiave in tasca, molte coppie di sposi sono rimasti sulla porta di casa. Cioè non hanno ben capito che chiave avesse affidato loro il Signore quando si sono presentati con la promessa di amore per sempre: “…gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà: se egli chiude, nessuno potrà aprire; lo conficcherò come un piolo in luogo solido.” (dal Libro del profeta Isaia)

CI BASTA POCO, GLI BASTA POCO

XXma Domenica T.O.

Anno A

i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni

Nel tempo dei supermercati specializzati nella vendita di cibo per animali, in special modo per cani e gatti; dove si creano spazi pubblici solo per loro e la pubblicità progresso contro l’abbandono di animali è ben sostenuta, così come non conosce freni la crescita demografica degli amici domestici, a differenza di quella dei figli dell’uomo; ecco, in questo tempo, il Vangelo di oggi accentua tutte le contraddizioni di questa epoca. Fino a 50/60 anni fa per cani e gatti non era così, ma ora la società del consumo è entrata a gamba tesa in questo settore e tutto il corollario, perciò, ne viene condizionato. Giusto o sbagliato che sia, anche alla luce di una comparazione con la fame nel mondo, non vi entro nel merito, ma mi riesce facile inquadrare, invece l’immagine evangelica:“…non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini. E’ vero Signore, disse la donna, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni.” (dal Vangelo secondo Matteo)

ZERO FEDE

 XIXma Domenica T.O. 
Anno A

“Uomo di poca fede”, un intercalare sempre più usato per dimostrare come si possano fare cose che all’apparenza sembrano impossibili. A volte chi lo usa ci fa pure qualche brutta figura, ma in linea di massima ha una sua giustificazione, bisogna solo essere convinti di ciò in cui si crede. Senza farsi distrarre da eventi o fatti eclatanti perché:“…ci fu un vento, un terremoto, un fuoco…ma il Signore non era nel vento, nel terremoto, nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera…”(dal primo Libro dei Re)
Non andiamo a cercare miracoli ad ogni costo, che avvengano è una grazia in più per coloro che li meritano, piuttosto stiamo attenti alle cose semplici che ci stanno attorno: il silenzio di una chiesa, la maestosità di un monte, la fiammella di un lume, la confidenza di un amico, l’abbraccio di un bambino. Ad Elia si manifestò nella brezza leggera, lo riconobbe e si mise in adorante ascolto. Dio è molto più semplice di quanto si possa credere:“…certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; giustizia camminerà davanti a lui, i suoi passi tracceranno il cammino.” (dal Salmo)

ASCOLTATELO !

Trasfigurazione del Signore
Anno A


Quest’oggi si conclude la Giornata mondiale della Gioventù, che, ammetto, non ho seguito più di tanto, disturbato dalle dichiarazioni del Vescovo ausiliare di Lisbona, organizzatore della gmg 2023: “non vogliamo convertire i giovani a Cristo e alla Chiesa cattolica. Niente di tutto questo, assolutamente.” Ma come? Tutte le profezie parlano di Lui, i Vangeli scrivono di Lui, le Lettere apostoliche sono incentrate su di Lui ed ora vogliamo metterlo in secondo piano, ci dimentichiamo del suo mandato.
E questo vescovo, “futuro cardinale”, viene pure premiato! C’è di buono che, quanto meno, quel milione di giovani che parteciperanno alla Santa Messa sentiranno la proclamazione della Parola che dice ben altro. Per esempio, per stare sulle profezie: “…gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finisce mai e il suo regno non sarà mai distrutto.” (dal Libro del profeta Daniele)
Perciò il Signore può benissimo fare a meno di noi, “egli ci comandò di seguirlo non perché ha bisogno del nostro servizio, ma per dare a noi stessi la salvezza. Seguire Gesù Cristo, infatti, è partecipare della salvezza, come seguire la luce significa essere circonfusi di chiarore.” (Sant’Ireneo di Lione)

IL COSTO DEL TESORO

XVIIa Domenica T.O.
Anno A


Nell’antichità la felicità era una ricompensa per pochi eletti selezionati, ma a Salomone forse non fu data, nonostante il suo alto rango, bensì gli fu elargito:“…ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te, né sorgerà dopo di te.” (dal primo Libro dei Re)
E’ il massimo che possa aspettarsi ciascuno di noi, ma spesso, quando si arriva nella vita ad avere una certa importanza, che ci sentiamo “qualcuno”, ecco sarebbe proprio opportuno un bel ruzzolone. E già questo sarebbe una bella grazia. Perché quando riconosciamo la verità, cioè la nostra piccolezza, allora forse ci mettiamo nella medesima predisposizione del re Salomone e riempiremo il nostro cuore di ogni gioia di Dio: “il cuore è stato creato da Dio per contenere la gioia spirituale come un vaso contiene l’acqua.” (Santa Gertrude di Helfta)
In questo vaso, magari, al posto dell’acqua possiamo custodire:“…meravigliosi sono i tuoi insegnamenti, per questo li custodisco. La rivelazione delle tue parole illumina, dona intelligenza ai semplici.” (dal Salmo 118)

FORZA E DEBOLEZZA…E FURBIZIA

XVIma Domenica T.O.
Anno A

Quando una nuova vita è chiamata all’esistenza non può che essere ad immagine e somiglianza del Padre, simile in tutto e per tutto al Figlio, Gesù Cristo, che tutti ben conosciamo come uno di noi. Fin dal suo concepimento, frutto di un Amore sconfinato per l’uomo, cui facciamo fatica anche solo a pensarlo, cui non riusciamo a capitarcene del perché sia stato pensato proprio per ciascuno di noi. E’ buono il pane se con il crescere possiamo, in minima parte, comprendere che Lui è il:“…Padrone della forza, tu giudichi con mitezza e ci governi con molta indulgenza.” (dal Libro della Sapienza)
E’ una forza che tiene conto delle nostre debolezze incrostate dal peccato originale. Quando si nasce si è già in queste condizioni, ecco perché occorre quanto prima il Santo Battesimo. E già s’intravede quell’indulgenza che verrà confermata nel Sacramento della Riconciliazione. Tutto ben congeniato e concreto, bisogna solo saperlo vivere con umiltà e consapevolezza dei propri limiti, oltre che delle debolezze nei confronti del mondo. Dove si nasce, come si cresce, da chi si è condotti, sono tutti fattori che incidono sulla formazione della personalità e della conoscenza di sé stesso, del proprio carattere, della sua forza e della sua debolezza, oltre che delle sue inclinazioni. Niente allarmarsi, comunque, perché con il Battesimo, come dice l’Apostolo Paolo:“…fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza.” (dalla Lettera ai Romani)

IL NIENTE E IL CENTUPLO

 XVma Domenica T.O.
Anno A


A volte non è neppure questione di comprendere o non comprendere, è solo questione di rifiuto a priori. Leggevo di persone, anche famose a livello superiore, che per farsi una moralità sul bene e sul male non ritengono sia necessaria la religione, ma solo una semplice sensibilità. Sostanzialmente il ragionamento dice che non c’è bisogno della Chiesa e del Vangelo, sono solo sovrastrutture imposte da uomini vogliosi di potere da esercitare, a seconda dei propri interessi, sugli altri, sui popoli, sulle nazioni. Pensiero discutibile, seppur da rispettare, purché non si trasformi in disprezzo per le sensibilità altrui che, invece, portano all’ascolto della Parola che entra in profondità nel cuore di chi crede in Dio, nel Dio rivelato dalle Sacre Scritture e dalla vita di Gesù Cristo. Il quale non promette altro che il centuplo della creazione. Basta leggere attentamente il Salmo:“…i prati si coprono di greggi, le valli si ammantano di messi: gridano e cantano di gioia.” (dal Salmo 64)

C’E’ GIOGO E GIOGO

 XIVma Domenica T.O.
Anno A

Il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero

Ogni giorno è buono, si fa per dire, per incontrare persone che sanno portare la loro croce, fatta di malattie e/o solitudine, o che hanno appena finito di portarla, “grazie” a sorella morte. Nei funerali, soprattutto, si hanno di queste opportunità. In genere sono croci pesanti, il loro giogo è quasi sempre insopportabile. Come quello della ragazzina che si trova incinta e chiede comprensione ed aiuto in casa, dove trova solo arrabbiature e pressioni per andare ad abortire. Anche il suo ragazzo si defila e così a 17 anni perde tutto, ma non il figlio. E’ sicuramente una croce quella che si appresta a caricarsi sulle gracili spalle, ma con l’aiuto delle volontarie del locale Centro di Aiuto alla Vita il giogo diventa sopportabile. Dietro ci sta la consapevolezza che non tutto è perduto se quella croce si sovrappone a quella che portò Gesù, che ci dice:“…venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro per la vostra vita.” (dal Vangelo secondo Matteo)