LE CHIAVI DI CASA

 XXI ma Domenica T.O. 
Anno A

Rubens: Cristo da le chiavi a San Pietro

Quando gli sposi tornano a casa, dopo la celebrazione del Sacramento del Matrimonio e i successivi festeggiamenti nuziali, sono stanchi, ma felici. Tanto che lo sposo prende in braccio la sposa per entrare nel loro nido d’amore. Prima, però, bisogna cercare la chiave di casa, perché senza quella si rimane sulla soglia. Metaforicamente parlando, anche con la chiave in tasca, molte coppie di sposi sono rimasti sulla porta di casa. Cioè non hanno ben capito che chiave avesse affidato loro il Signore quando si sono presentati con la promessa di amore per sempre: “…gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà: se egli chiude, nessuno potrà aprire; lo conficcherò come un piolo in luogo solido.” (dal Libro del profeta Isaia)
Questo brano spiega al singolare, perché profetizza la persona di Gesù Cristo, se lo accostiamo alla coppia di sposi è perché nel Matrimonio è fondamentale la presenza di Cristo, una presenza che si esplica nel vissuto della casa di quella nuova famiglia. Mi piace, perciò, fare riferimento alla chiave della casa che potrà essere la chiave di svolta della vita di quella coppia: che apre alla vita, accogliendo tutti i figli che il Buon Dio chiederà loro, contando su quella roccia del grembo materno, e pure anche quelli non biologici; che chiude alla cattiveria del mondo, quando questi si pone nell’intenzione di distruggere la famiglia. Scusate poi ma, quel piolo conficcato su terreno solido, non rimanda forse a quella casa costruita sulla roccia, non sulla sabbia, che nessuna tempesta mai potrà radere al suolo? Mi ha fatto venire in mente anche l’epica “spada nella roccia”, ma solo perché il mio spirito cavalleresco non mi abbandona mai. Ma non perdiamo il filo, ecco, è bello sapere che proprio in quel giorno della celebrazione del Sacramento del Matrimonio, quegli sposi hanno chiesto l’aiuto speciale di quel capomastro di Gesù che ha detto loro dove costruire la loro casa. E quando l’hanno terminata, là sulla roccia, ha consegnato loro anche la chiave. Come fece con Pietro: “…tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli.” (dal Vangelo secondo Matteo)
Anche qui mi ritorna in mente la “casa costruita sulla roccia”. La differenza sostanziale è che le chiavi del regno dei cieli che vengono consegnate a Pietro è Gesù stesso, che si consegna per far sì che le potenze del male non prevalgano mai su quella casa. Ben conosce, come si direbbe ora, i suoi polli, tant’è che uno lo tradirà, Pietro lo rinnegherà e gli altri scapperanno nel momento dell’arresto. E siamo qui, a distanza di millenni, più o meno, nella medesima situazione. Certo, ci mettiamo del nostro per abbattere dall’interno le fondamenta della Chiesa, ma è pur vero che gli attacchi dei nemici nel corso dei secoli non hanno conosciuto soste.
Tant’è, già Origene scriveva: .“Quando ancora c’è silenzio, volgiamo tutta la nostra attenzione al fondamento dell’edificio, costruiamo la nostra casa con le pietre varie e solide dei comandamenti di Dio. E quando la persecuzione si scatenerà e una tormenta crudele si alzerà contro i cristiani, potremo mostrare che il nostro edificio è fondato sulla roccia, Cristo Gesù.”  Persecuzioni e tormente sono in corso, sia internamente che esternamente l’edificio, a causa dell’insipienza che si fa condizionare dal mondo e dalla violenza che si scatena sempre e solo contro i cristiani, a destra e a sinistra.
Ma, ricordiamoci della promessa, le potenze degli inferi non prevarranno:“…perchè eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile, il superbo invece lo riconosce da lontano. Signore, il tuo amore è per sempre: non abbandonare l’opera delle tue mani.” (dal Salmo 137)
Ed infatti, mai ci ha abbandonati, anzi, ha accentuato la sua presenza in mezzo a noi in quel “Misterium Fidei” che professiamo nella celebrazione eucaristica, dove la gloria di Cristo è sì velata, ma proprio per questo si fa mistero di luce.
Motivo per cui possiamo esclamare che:“…poichè da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli Amen.” (dalla Lettera di San Paolo ai romani).
Una gloria che ci introduce nella profondità della vita divina.
E’ la chiave di scorta che non dovremmo mai perdere.

Is 22,19-23 / Sal 137(138) / Rm 11,33-36 / Mt 16,13-20
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