IMMACOLATA CONCEZIONE

                                                                     
                                    Domenica Solennità 

                               B.V. Maria Immacolata        



   
Si possono raccontare tante storie di donne, forti di una fede cristallina, già madri nel momento in cui scoprono di aspettare un figlio, cui viene diagnosticata una malattia incompatibile con lo stato di gravidanza. Storie che evidenziano la scelta fra la vita del nascituro e quella di iniziare le cure necessarie per combattere la malattia. Al consiglio, sempre pressante, di procedere con l’aborto volontario, hanno voltato le spalle, decise a difendere la vita della propria creatura. Come è successo, recentemente, a Deborah Vanini che ha rinunciato a curarsi per un tumore pur di fare nascere sua figlia Megan. In questi giorni, a distanza di qualche mese dal parto, si è celebrato il suo funerale: ha donato la sua vita per quella di sua figlia. scarica riflessione    

IN QUESTI GIORNI


 Prima Domenica di Avvento
Anno c
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Mi domando ogni mattina, quando mi sveglio, se non sia questo l’ultimo mio giorno, oppure se devo ancora attenderlo. Per ora, che inizia l’Avvento, mi pongo nell’attesa di quel giorno, il Natale di Gesù. La prima lettura mi aiuta con il suo senso profetico e mi consola con la sua garanzia circa la giustizia: “…in quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.” (dal Libro del profeta Geremia)
La profezia è ben precisa: sulla terra, cioè fra di noi, in questi giorni, la giustizia verrà ripristinata e il giudizio rimane giusto. E’ questo il nocciolo della speranza che dovrebbe albergare nei nostri cuori. Il linguaggio dei profeti non è sempre dolce e tenero, ma in questo caso la speranza è suggellata. Allora dovremmo smettere di lasciarci prendere dalle preoccupazioni che ci rendono tristi, ci fanno stare in tensione e ci mettono fretta e paura. Piuttosto, “nulla è più felice di un cuore semplice perché si manifesta agli altri solo con l’innocenza, così non ha nulla da temere da alcuno.”
Parole scritte da San Gregorio Magno, che segnalano come proprio quel germoglio di Davide si presentò con l’innocenza tipica del neonato, ricco solo dell’amore dei suoi genitori e dello stupore di altri innocenti.

 

 Domenica 24 NOVEMBRE 2024 ore 16,00

                    presso la Chiesa della Madonna degli Angeli

                   

NOVE MESI PER LA VITA

SECONDO MESE

24   OTTOBRE   2024 
VOGLIO LA MAMMA E IL PAPA’: 

LA VISIONE DI MAMMA E PAPA'

Occorrerebbe sentirla dal vivo la storia della vita di Arturo Mariani, ma uno stralcio della sua diretta testimonianza fa riflettere in ogni caso. Racconta la sua visione, la sua prospettiva di vita, soprattutto racconta la visione di sua mamma e di suo papà. “Quando mamma e papà vennero a sapere al terzo mese di gravidanza che dovevo nascere senza una gamba e con possibili altre malformazioni e con il suggerimento di bloccare tutto, che era meglio, meglio perché doveva soffrire, perché la vita sarà difficile, perché non sarà una vita felice, ecco 

 i miei genitori di fronte a queste parole si voltarono dall’altra parte e hanno scelto.

 Una scelta di dire sì alla vita, quella scelta di accogliere la mia vita, non curandosi di tutti quei giudizi, di tutti quei pensieri. Una scelta che veniva da qualcosa di più profondo. La visione, avere la visione perché la mia vita poteva essere, come chi dice, è stato un incidente, poteva essere un incidente in realtà e poteva continuare ad esserlo, è una visione, però, quella, una prospettiva, ma 

 la visione di mamma e papà era diversa, era un dono, una benedizione, un segno dall’alto.”

 Arturo Mariani è nato a Roma nel 1993, è nato senza la gamba e si dichiara “UNO” in gamba. Oggi è sposato, con un figlio, scrive e insegna, è un “motivatore”. 

 La mamma in una conversazione a chi le diceva che “Dio poteva fare un miracolo per lui”, rispondeva; il vero miracolo non sta nel cambiare il corso delle cose, ma di accoglierle così come sono.” 

 L A   P A R O L A 

 (dal Vangelo secondo Luca) Disse ai suoi discepoli: “E’ inevitabile che avvengono scandali, ma guai a colui a causa del quale avvengono. E’ meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato in mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo, ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “sono pentito”, tu gli perdonerai. Gli apostoli dissero al Signore: “Accresci in noi la fede!” Il Signore rispose: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare” ed esso vi obbedirebbe. (Lc 17,1-6)

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XXXIV Domenica T.O. Anno B

Festa di Gesù Cristo
 Re dell'Universo  
 

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In un mondo dove i regni umani sono in via d’estinzione, parlare di un Regno potrebbe sembrare anche anacronistico. Eppure, la Chiesa non desiste, continua a volere chiudere l’anno liturgico con uno speciale, come si direbbe in gergo televisivo, sul Re dei re. 
Perché, se è vero che le monarchie hanno perso il loro fascino, la Chiesa rimane l’unica istituzione che continua ininterrottamente ad essere guidata da un Re. Tranquilli, non è il papa, pure se è la massima espressione temporale di detta organizzazione, ma è Colui che l’ha fondata, Colui che:“…uno simile a un figlio dell’uomo, gli furono dati potere, gloria e regno.” (dal Libro del profeta Daniele)
Cioè, secondo Daniele, l’umanità doveva aspettarsi che sarebbe apparso Colui che, fin dal principio, per mezzo di Lui tutte le cose furono create, avrebbe esercitato su un regno tutto il potere e la gloria che Dio può esprimere. Così avvenne, Gesù Cristo, il Figlio di Dio, però scelse d’incarnarsi grazie ad un “sì”, quello di una giovane donna che fece del suo ventre la prima culla per i primi suoi nove mesi di vita umana.

L’ULTIMA GENERAZIONE


XXXIII Domenica T.O.
Anno B

quando vedrete accadere queste cose,
sappiate che egli è vicino, è alle porte.
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Partendo dal presupposto che “quanto, però, a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa”(dal Vangelo), con una buona dose di sano realismo bisognerebbe provare a rileggere la Parola alla luce della propria personale condizione di vita. In seconda battuta, per conseguenza, anche a quella della società in cui si vive. In ogni caso, a ragion veduta, possiamo parlare di ultima generazione in rapporto agli anni che ciascuno vive in prima persona. Davvero possiamo rileggere, anche con riferimento ai nostri tempi che: “…sarà un tempo di angoscia, come non c’era  stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo.” (dal Libro del Profeta Daniele)

ORA DI ADORAZIONE

Ora di adorazione
per la Vita 
       
"A GESU' CONCEPITO"


Ch
iesa
Madonna degli Angeli
Sabato 16 Novembre 2024
dalle ore 16,00 alle 17,00

Perché a Gesù Concepito? mi ha chiesto un'amica. L'adorazione è Adorazione, si fa a Gesù, punto e basta! È vero, le risposi. Però le intenzioni delle preghiere personali e/o comunitarie possono essere diverse e specifiche.
Come Centro di Aiuto alla Vita, infatti, poniamo davanti all'Ostensorio preghiere di riparazione al peccato d'aborto, ormai quasi universale.
E lo facciamo pensando proprio a quel periodo di vita che Gesù stesso ha voluto percorrere nel grembo di sua Madre, in quella che noi chiamiamo gravidanza, per tutti quei primi nove mesi di vita fatidici.
Lui che ha vissuto quella vita, come ciascuno di noi, sa bene cosa succede, in tutto il mondo, quando un altro concepito inizia la sua vita e come altri impunemente decidono di reciderla con la pratica dell'aborto volontario.
Ecco perché, allora, ci affidiamo a Lui. Con la consapevolezza dei nostri peccati di omissione, della nostra miseria umana, dei nostri limiti, affinché ci perdoni, ci illumini e ci dia la forza di continuare nella lotta per la vita.

LE NOSTRE MONETINE

XXXII Domenica T.O.
Anno B
riflessione a casa

 

Mi capita, durante la Messa festiva, all’offertorio di soffermarmi sul giro che il sacrista fa per raccogliere le domenicali offerte e notare come le dita delle persone, soprattutto quelle anziane, nascondono delle monetine, nel metterle nel cestino. Si riscontreranno successivamente anche di quelle bronzee dei centesimi. Ci sta. E proprio per questo, il Vangelo di oggi mi apre al sorriso, anche per via del fatto che pure i piccoli, gioiosi, stendono le loro manine con la moneta da gettare in quello stesso cestino. Mi sembra proprio bello questo binomio, perché vi intravedo un accostamento di intenzioni semplici, fiduciose di essere gradite: “…tutti, infatti, hanno gettato parte del loro superfluo (nel tesoro del tempio). Lei, invece vi ha gettato quello che aveva, tutto quello che aveva per vivere.” (dal Vangelo secondo Marco)

CON LA FEDE E’ TUTTA UN’ALTRA COSA

XXX Domenica del T.O. Anno B

L’altro giorno, una persona che conosco da tempo, con una situazione familiare disastrosa, mi raccontava dell’andamento della sua vita di tutti i giorni, lamentandosi che ogni cosa che deve affrontare si trasforma sempre in problemi su problemi. Quasi piangente chiedeva consiglio. Cosa potevo dirle? Chiaramente, non aveva bisogno di soluzioni per i problemi, ma di conforto, di poter sfogare la sua amarezza, di trovare in parole amiche semi di speranza.

CHI SIAMO NOI - ADORAZIONE PER LE MAMME IN ATTESA


 Buona giornata a tutti!   

come certamente molti di voi sanno da ormai 18 anni teniamo durante l'anno una bella funzione alla Chiesa della Madonna degli Angeli. 

E' una Adorazione con periodi di silenzio, di preghiera ad alta voce, di ascolto del ministro che guida la funzione, di canti di lode.

Dura per un arco di Nove Mesi nell'ambito dell'anno; inizia dal mese di Ottobre e per un periodo di nove mesi(evidente l'analogia della maternità) si celebra ogni ultima domenica del mese, alle ore 16,00 presso la chiesa della Madonna degli Angeli in via Madonna degli Angeli, 34 Vigevano.
La durata è di nove mesi e per noi è stata una sorpresa poterci riunire in una chiesa dedicata alla Madonna degli Angeli, che si trova in via Madonna degli Angeli (la mano di Dio?)
E' stato quindi possibile che il Centro di Aiuto alla Vita ODV, potesse riunirsi in un luogo così specifico.
La nostra associazione, Centro di Aiuto alla Vita, si propone di aiutare le mamme in difficoltà nel periodo della gravidanza perché non rifiutino e non  uccidano la creatura che portano in grembo.

E' stato per noi normale dar vita al percorso di Nove Mesi durante il quale celebrare  un'ora di adorazione e di approfondimento sulla vita e sulla maternità che così bene identifica lo scopo della nostra associazione.

Da qui nasce il desiderio di distribuire il libretto che accompagna l'adorazione e che ci fa seguire la funzione. Sarà possibile ricevere via mail a casa questo libretto e l'intervento di quel mese, intervento  fatto durante la funzione con l'illustrazione di un fatto reale.

Per questo durante l'Adorazione ci si può rivolgere agli addetti comunicando loro la vostra mail per ricevere libretto e intervento mensile, oppure solo l'intervento  del mese.

Grazie

 clicca per andare alla meditazione di questo mese

                 Domenica 27 OTTOBRE 2024 ore 16,00

                    presso la Chiesa della Madonna degli Angeli

                   

NOVE MESI PER LA VITA

PRIMO MESE

27   OTTOBRE   2024 
VOGLIO LA MAMMA E IL PAPA’: 
NO ALLA MATERNITA’ SURROGATA


Proprio di questi tempi si è parlato in modo più appropriato di maternità surrogata, cioè di utero in affitto, o meglio di commercializzazione della donna e del bambino.
In particolare, di una madre e del suo bambino, un legame connaturale che niente e nessuno potrà mai cancellare.
C’è ancora una forte componente sociale e politica che ritiene la compravendita di figli un reato universale. Così ha legiferato il Parlamento italiano, ma non c’è da illudersi, i senza Dio troveranno il modo di aggirare questa legge come l’esperienza di questi ultimi anni insegna.
Dove potentissime lobby conducono campagne mirate a disgregare anche questo ultimo tassello valoriale della famiglia, sostenute da personaggi pubblici, e importanti “testimonials”, come, per esempio, quel famoso cantante inglese. Singolare la sua tenacia e quella di suo “marito” con la quale hanno fatto ricorso all’utero in affitto, strappando il bambino alla madre non appena nato.
Non c’è, però, calore materno fra le braccia di due uomini che non potranno neppure essere papà, tant’è vero che il neonato non smetteva di piangere.
Al punto che i due “genitori” hanno dovuto imbastire un giro aereo settimanale per la fornitura del latte materno.
Come dire, da parte del bambino: voglio la mamma!

LA PAROLA

 O Signore, Signore nostro
Quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!
Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza,
con la bocca di bambini e di lattanti:
hai posto una difesa contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli. 
Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, 
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

                                       (Salmo 8)


 

 

ECCO  TUA MADRE

 

Davanti all’Annunciazione del Beato Angelico, Giorgio La Pira chiede a Zeffirelli:

“Lo sai cos’è questo?”

“L’annunciazione”, rispose Zeffirelli.

“E sai cosa vuol dire l’Annunciazione?”

“E beh, è venuto un angelo davanti alla Madonna 

e le ha detto che sarà la madre di Gesù”   

“Sì, va bene…ma come?”

“E’ la madre di Gesù…” fece Zeffirelli confuso.

“Come sarebbe diventata la madre di Gesù?”

 Silenzio.

 Allora La Pira lo aiutò:

“E’ la madre di Gesù perché lo Spirito divino è disceso nella carne, nel ventre di questa donna e si è incarnato. Hai capito? Quindi, non vergognarti mai.
La maternità è sempre santità. Qualunque cosa dicano di tua madre, tu la devi pensare sempre come una santa perché è come la Madonna, e quando avrai bisogno di qualcosa nella vita prega la Madonna e pregherai tua Madre.”

 (testimonianza di Zeffirelli su Giorgio La Pira).

 

Uno dei pregi più caratteristici e più utili del Santo Rosario è quello di poter essere recitato dovunque. Tenere in mano una coroncina e sgranarla piamente, è cosa che può farsi in ogni luogo, per le strade o sul treno, nei momenti di attesa in una sala d’aspetto o alla fermata del pullman, durante la fila allo sportello delle poste o salendo le rampe di una scalinata, stando fermo a riposo o guidando la macchina… Pensiamo a Sant’Antonio Maria Claret, che da giovane, lavorando nel cotonificio, recitava con gli operai il Rosario, mentre manovrava le macchine. E anche durante le pause alle sedute del Concilio Ecumenico Vaticano II, mentre tutti uscivano dall’aula conciliare per fare due passi o prendere un caffè, si vedeva don Giacomo Alberione restare al suo posto, in ginocchio, a recitare Rosari. Il santo Rosario può essere recitato da solo o in gruppo, con i grandi o con i piccoli, a voce alta o in silenzio. La recita del Santo Rosario non esige nessun apparato di cerimonie o di riti, né cambia in nulla se fatta per i vivi o per i morti, al letto di un moribondo o presso la culla di un bimbo… davvero il Rosario è una preghiera stupenda, la più semplice ed universale. E’ vero che il posto ideale per la recita del Rosario resta sempre la Chiesa, in ginocchio accanto al Tabernacolo o presso l’altare di Maria Santissima, come faceva ogni giorno, per ore ed ore, Padre Pio da Pietrelcina. ma quando ciò non sia possibile, in qualsiasi luogo, l’anima può mettersi alla presenza di Maria, rivolgersi a Lei con la pia recita delle Ave Maria. E anche in questo i Santi ci dimostrano con i loro esempi che il Rosario va bene dappertutto, non è condizionato da ambienti ed orari, si colloca agevolmente in tutti i luoghi e a tutte le ore.

          (tratto da: Il Santo Rosario e i Santi di padre Stefano Maria Manelli )


 

IL NOSTRO SCUDO

                                 XXIX Domenica del T.O. 
Anno B

C’è un salmo che dice di non aver paura anche se dovessimo
trovarci in una valle oscura perché il suo bastone ed il suo vincastro danno sicurezza.
Un altro salmo ci mette a disposizione anche uno scudo:“…l’anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo.” (dal Salmo n.32)
Abbiamo, quindi, chi ci offre la guida, la protezione e, se occorre, anche la difesa con il bastone per i malvagi. Detto questo, facciamo la nostra parte, forti dalla certezza che la volontà del Signore è quella di volerci salvi.
Non per niente:“…si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.” (dal Libro di Isaia) Il profeta fa riferimento a Gesù Cristo e noi lo conosciamo perché tutta la Scrittura parla di Lui.
E “nessuno pensi che Dio ha fatto male a venire fra gli uomini come uomo. Egli ha preso carne fra di noi, perché noi lo vedessimo.” (San Pietro Crisologo)
Si è incarnato nella storia e nel tempo degli uomini, trasformando la storia e superando il tempo.

INCONTRO DI PREGHIERA 17 novembre ad Assago (MI)

                                                                    

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LASCIARE TUTTO

 Domenica XXVIII TO  
 Anno B

 

Vivere come se Dio non esistesse può tornare comodo perché non c’è da rendere conto a nessuno, se non ad alcune regole che il mondo, di volta in volta, si da.
E’ comodo, inoltre, perché, in sostanza, cerchi di realizzare i tuoi interessi e le tue passioni seguendo solo il tuo istinto ed applicando la tua intelligenza e furbizia. Le tue giornate, i tuoi anni scorrono, così, secondo le tue intenzioni, ma c’è un ma: “…non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto.” (dalla Lettera agli Ebrei)

FIN DALLE ORIGINI

XXVII   Domenica  del T. O. 
Anno B

 

Al catechismo, da bambino, mi hanno insegnato che Dio è il creatore di tutte le cose, quelle visibili e quelle invisibili. Mi fidavo per quelle invisibili, ma guardavo con attenzione ed interesse quelle visibili: i miei compagni, il mio paese, la chiesa, l’oratorio, il mio gatto, mio papà e mia mamma ed i miei fratelli, la nostra casa. Pensavo, allora, che Dio faceva le cose proprio per bene. Mi dava fiducia questo Dio che era ben rappresentato dal curato, Don Carlo. Continuava a parlarci di Lui e lo faceva con entusiasmo e gioia. La cosa mi incuriosiva non poco, anche se ancora non potevo di certo aver letto che: “…colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli.” (dalla Lettera agli Ebrei)

LA RICOMPENSA

XXVI Domenica del T.O.
Anno B

Chi ha fatto l’esperienza del Cammino di Santiago può testimoniare di aver ricevuto almeno una volta un bicchiere d’acqua dalla gente del posto che vede passare ogni giorno decine di pellegrini nel nome di Cristo:“…chiunque vi darà un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.” (dal Vangelo secondo Marco)

E’ consolante sapere che quel gesto di solidarietà, meglio dire, di misericordia, comporta una ricompensa inestinguibile nel giorno del giudizio. Il nostro Dio, l’unico vero Dio, è fatto così, non dimentica i gesti di bontà fatti in suo nome. Però, ci ricorda anche che “se ti sembra di aver fatto qualcosa di buono, mettilo sul tuo conto, ma senza dimenticare le tue colpe e se vedi peccare il tuo prossimo, guardati dal considerare in lui solo questa colpa, ma pensa pure al bene che ha fatto e fa.” (da una omelia di San Basilio)

LA FINE DEI MARTIRI

XXV Domenica del T.O.
                            Anno B

Quasi tutte, anzi, tutte le storie dei martiri nel nome di Dio testimoniano che il giusto soccombe alla violenza e alla prepotenza dell’avversario. E’ facile intuire, in quei frangenti, che dal cuore e dalle labbra di quei martiri si siano alzate preghiere simili a quelle del salmo n.53: “…Dio, per il tuo nome salvami…poiché stranieri contro di me sono insorti e prepotenti insidiano la mia vita; non pongono Dio davanti ai loro occhi.
Eppure prepotenti, tali e quali a quelli inquadrati dal salmista, sono presenti in tutte le epoche, anche oggi. E si pavoneggiano delle loro posizioni di forza per tramare contro il bene, perché non funzionale ai loro interessi. Basta osservarli con un pizzico di maggiore attenzione per capire da che parte stanno. Lo si può constatare guardando ad oriente in quelle martoriate terre dove è passato Gesù; oppure al centro di quest’Europa scristianizzata dove un parlamento decide che guerreggiare con armi ancora più sofisticate e distruttive sia cosa buona e giusta, tanto per incrementare una guerra che rischia di trasformare tutto in una escalation senza fine, anzi, nella fine di tutto. Tanto a pagare sono sempre i più indifesi, gli innocenti. Parlo soprattutto di bambini che hanno solo il torto di esserci: vale per quelli sepolti dalle macerie, come quelli uccisi nel grembo delle madri o appena dopo esserne usciti, ma destinati all’aborto post-nascita, come ormai si vuole sdoganare e giustificare anche questo “diritto”.

RINNEGARE SE STESSI

Domenica XXIV TO
Anno B

 
Quali sono le opere che si dovrebbero presentare nel giorno del giudizio per sperare nella misericordia divina? La fede in Dio Padre che ha sostenuto tutta una vita non è sufficiente secondo l’apostolo Giacomo, bisogna testimoniarla con le opere: “…a che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha opere?” (dalla Lettera di San Giacomo Apostolo)

LONTANO DALLA FOLLA

XXIII Domenica del T.O.

                            Anno B

C’è una cosa che non ho mai sopportato, fin dalla giovinezza, ed è la raccomandazione. L’ho sempre ritenuta una ingiustizia, se ricorrervi significa favoritismi personali a discapito di chi si pone in gioco per una domanda di lavoro o di altro, forte solo delle proprie capacità o disponibilità. Per questo ho sempre rifiutato qualsiasi raccomandazione. Mi ha fatto, perciò, piacere leggere quanto scrive l’apostolo:
“…la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali.” (dalla Lettera di San Giacomo apostolo)
I favoritismi sono sempre esistiti e, ne sono cosciente, sempre esisteranno, però l’apostolo fa riferimento alla fede in Gesù che nella vita di tutti i giorni deve animare in modo cristallino le scelte del cristiano.

IL MALE DENTRO

Domenica  XXII  T.O. 
Anno B

Ho ricevuto fin da bambino, soprattutto da mio padre, un’educazione che metteva in primo piano l’onestà. Diceva papà che non bisogna mai trovarsi nelle condizioni di sentirsi in colpa per qualcosa che si è fatto in modo disonesto, o fraudolento, nei confronti di altri, familiari, conoscenti, estranei in generale. Questo mio riandare all’esempio della vita paterna è stato provocato dal Salmo, quando dice:“…colui che cammina senza colpa pratica la giustizia e dice la verità che ha nel cuore.” (dal Salmo 14)
Ora, seguire questo cammino non è per niente facile perché vuol dire essere trasparenti nelle intenzioni di chi abbraccia la verità del cristianesimo e, conseguentemente, di chi pratica la giustizia nei confronti di tutti. Come fare? Dando testimonianza, anche quando le leggi ingiuste possono portare al martirio.

LA VITA ETERNA

Domenica XXI T.O.

Anno B

La domanda diretta di Gesù che viene rivolta anche a noi, oggi, non permette di guardare da un’altra parte, di fare lo gnorri, ma richiede una ben precisa risposta: “…volete andarvene anche voi?” Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna,” (dal Vangelo secondo Giovanni)
Simon Pietro, il pescatore, non poteva che rispondere così. Non ne sapeva di teologia, era un capofamiglia, un lavoratore che doveva preoccuparsi tutti i santi giorni di trovare come sfamare i suoi. Eppure questo impegno non gli bastava se decise di mettersi alla sequela di Gesù con tutta la sua famiglia. La sua scelta rispecchiava il suo carattere, ben inquadrato da San Pio da Pietrelcina: “guardiamo il nostro cuore e teniamo lontano ogni prudenza terrena. Sforziamoci di avere sempre uno spirito puro nei pensieri, sempre diritto nella fede, sempre santo nelle intenzioni."

L’USO DEL TEMPO

XX Domenica T.O.
Anno B

Il tempo è da vivere, non da subire. Certo, ci condiziona, ci costringe all’invecchiamento, ci sottomette a delle dolorose perdite. E’ difficile ricavare da questa condizione una comprensione positiva cui fare riferimento. Eppure, in questo specifico personale tempo che stiamo vivendo, c’è comunque la possibilità di un incontro speciale con una Persona, una Presenza che sta lì, pronta ad intervenire, se lo si vuole e se gli si corrisponde.
L’Apostolo Paolo ne era ben cosciente se ha scritto:“…fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti, ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi.” (dalla Lettera di San Paolo apostolo agli Efesini)
Quella Presenza è il Signore che opera nella vita dell’uomo, nel tempo che va oltre il nostro tempo.

CERCARE IL SIGNORE

XIX Domenica del T.O.
Anno B


All’alba di ogni nuovo giorno, appena sveglio, mi domando dove mi porteranno i miei stanchi passi. La preghiera mattutina mi rinfranca, gli occhi ritrovano la famigliarità delle forme di casa, ma già mi chiedo se sarò in grado di attendere a tutte le cose che mi sono comandate. Il richiamo che il Signore rivolge al profeta Elia echeggia, allora, nelle mie orecchie: “…alzati e mangia perché è troppo lungo per te il cammino.” (dal primo Libro dei Re)
Non so quanto sarà lungo il mio cammino e quanto possa essere importante, sento, però, che devo continuamente, ogni giorno, mettermi in gioco per andare a cercare il Signore. So che Lui si lascia trovare, magari nel silenzio di una chiesa, oppure nei bisogni delle persone in difficoltà che mi farà incontrare. Eppure, mi domando sempre se ne sarò all’altezza, se ne avrò la forza, nel camminare sulla mia terra: “la potenza è nelle mani del Signore e quei cinque pani sono come semi, non affidati alla terra, ma moltiplicati da colui che ha fatto la terra.” Così suggerisce Sant’Agostino, riflettendo sul Vangelo di Giovanni che ci presenta il “miracolo” dei 5 pani e 2 pesci.

PENSANDOCI

Sono 38 anni che servo la vita in un centro di Aiuto alla Vita e ad essere sincero mi dispiace che siano trascorsi anche se ovviamente, sono stati vissuti nella nostra piccolezza di fronte ad un ideale così grande, ma contemporaneamente sono contento di quel che si è fatto e soprattutto di quel "uèèèè, uèèèèè" che sente il mio cuore più che le mie orecchie, di quei bimbi che , grazie all'incontro delle loro mamme con le volontarie del Centro di Aiuto alla vita, hanno deciso di proseguire la gravidanza.
Sempre mi commuovo e assumo un atteggiamento silenzioso e riservato ripensando a ciò che è stato per me l'appartenere ad un gruppo di volontariato che ha come scopo la vita, fin dal concepimento, di ogni essere umano.
Il maestro di mio figlio, Maestro Verlich Dalmazio, che mi vedeva andare a mezzogiorno a prendere mio figlio che allora frequentava le scuole elementari, un giorno mi chiese se mi facesse piacere essere uno dei soci del Centro di Aiuto alla vita. I miei 38 anni di impegno sono la risposta.
Ho voluto inserire nel mio profilo , insieme a queste mie povere riflessioni, l'indirizzo e la foto di questo gruppo che quest'anno ha frequentato il Seminario Quarenghi, luogo di preparazione per un impegno come il nostro. Lo prendo da un articolo di Avvenire. Gli auguri sono tutti per loro. Grazie. Gigi

IL SIGILLO SUL PANE

XVIII Domenica del T.O. 
Anno B

Durante il giovedì santo in alcune chiese si predispone un altare con al centro una grossa pagnotta e un grappolo d’uva che simboleggiano ciò che è stato consumato nell’ultima cena da Gesù e i suoi apostoli. Sul pane è tracciato il segno della croce che sta ad indicare a quale sacrificio il Signore si offrì. Quel segno è il sigillo che santifica ogni pane consacrato, da quella cena in poi. Ogni volta che accade, cioè ad ogni Santa Eucaristia, si perpetua la Parola che dice: “…datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo.” (dal Vangelo secondo Giovanni)

NULLA VADA PERDUTO

XVII Domenica T.O. 
Anno B

Nulla(e Nessuno) vada perduto

 Se c’è una cosa che mi da fastidio è veder gettare il pane avanzato. Sia a casa che al ristorante. Delle altre pietanze non  mi accorgo più di tanto, mentre per il pane ho sempre una particolare attenzione. Probabilmente, penso sia nel dna umano che si trasmette di generazione in generazione o forse è semplicemente il fatto che Gesù ha garantito la sua presenza fra gli uomini nei secoli, proprio nel pane. Perciò, ascolto con gratitudine la Parola del Signore, per esempio, quando dice:“…venne un uomo che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello.” (dal secondo Libro dei Re)

LA BATTAGLIA E IL RIPOSO

XVI Domenica del T.O.
Anno B


Spesso e volentieri i brani evangelici iniziano con “in quel tempo…” Mi piace questa locuzione perché è come se leggessi “in questo tempo…”. Ecco, proviamo con il Vangelo di questa domenica: “…In quel tempo gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’.” (dal Vangelo secondo Marco)
La traduzione potrebbe essere: in questo tempo, noi discepoli di Cristo ci troviamo attorno a Gesù, presente nel Tabernacolo della nostra parrocchia o della nostra chiesa e dopo averlo adorato in ginocchio, ascoltato la sua Parola, ricevuto nel Santissimo Sacramento, in silenzio gli riferiamo tutto quello che abbiamo fatto durante la giornata o la settimana e quello che abbiamo ricevuto. In parole povere gli diciamo delle nostre gioie, delle nostre delusioni, del nostro dolore, delle nostre preoccupazioni. Lui è in noi, non ne dubitiamo, per questo scrutiamo il profondo del nostro cuore ed è come se effettivamente ci portassimo in un deserto. In disparte, dove riposare dopo le battaglie di tutti i giorni, dove possiamo capire quanto Dio ci è vicino, insegnandoci con quale umiltà si resiste all’orgoglio, con quale benevolenza si combatte l’invidia, in quale misura non ci si debba beare delle parole adulatorie, bensì rallegrarsi del bene degli altri.