IMPURO E PECCATORE

Quinta Domenica T.O.
      Anno C

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Sarà capitato a tutti di tornare a casa dopo una giornata di lavoro negativa, in cui nulla è andato per il verso giusto. Sentirsi distrutto, deluso e preoccupato per i bisogni della propria famiglia è tutt’uno. Eppure bisogna ricominciare, senza abbassare la guardia e volgersi attorno per capire, per cercare di afferrare motivi di speranza. Un po’ come deve essere successo a Pietro quando si trovò di fronte Gesù che gli diceva: “…prendi il largo e gettate le vostre resti per la pesca.” (dal Vangelo di Luca)
Il futuro apostolo non immaginava di certo le reali intenzioni di quel “profeta”, ma: “…non abbiamo preso nulla, ma sulla tua parola getterò le reti.” (dal Vangelo) 

C’E’ LUCE NELLE PROVE DELLA VITA

Presentazione del Signore
Anno C

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Al tramonto della vita, quando ci si accorge che le forze si attenuano progressivamente, quando gli entusiasmi stentano ad accendersi, si capisce che l’attesa è l’ultima fase della vita. L’importante è che sia un’attesa attiva quanto meno nella speranza che il mondo possa migliorare, perché sai che ci sono le condizioni. Perché sai che l’attesa, in fin dei conti, è il mistero della consapevolezza del tempo che ci sovrasta. Un mistero che, proprio attraverso la luce che è Gesù Cristo, rivela la grandezza, l’originalità e l’unicità di ogni vita umana. L’aveva capito il buon Simeone che, come riferisce il Vangelo, ci dovrebbe essere da esempio: “…ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per rivelarti alle genti.” (dal Vangelo secondo Luca)
Andare in pace, ecco come vorremmo camminare, come pellegrini verso la vita che verrà. Con “timore e gioia, due sentimenti che abitano il cuore veramente cristiano” (San Giovanni Crisostomo)

IN PIEDI

Terza Domenica del T.O.
Anno C

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Ci si mette in piedi al mattino appena svegli e, lo si voglia o no, si deve iniziare la giornata con l’energia necessaria per fare le cose da fare.
In piedi, per essere pronti alla battaglia del vivere, per realizzare progetti e speranze che scandiscono le nostre giornate.
In piedi ci mettiamo quando viene annunciata la Parola del Signore, ogni volta che partecipiamo alla Santa Messa. Perché è come se all’ambone, seconda mensa della sacra celebrazione, si presentasse Gesù, che: “…insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nazaret e, secondo suo solito di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere.” (dal Vangelo secondo Luca)

La Madre della Chiesa, nella Chiesa

Seconda Domenica del T.O.
Anno C

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Voglio provare ad immaginare la scena: siamo a Cana di Galilea, dove, secondo l’evangelista Giovanni, sta avvenendo il primo miracolo di Gesù. Siamo ad un matrimonio, e già questo è un primo indizio da tenere presente: il matrimonio, relazione stabile tra uomo e donna, cioè modo privilegiato che permette di manifestare tangibilmente la vita di relazione tra Gesù e la Chiesa. Il secondo indizio è l’entrata in gioco di Maria, la madre di Gesù che gli chiede un suo intervento, ma Gesù è restio a fare il miracolo per sanare una situazione che, oggettivamente, non è poi la fine del mondo: “…la madre di Gesù gli disse: “non hanno vino”. E Gesù le rispose: “Donna che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora”. Sua madre disse ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dirà, fatela”.” (dal Vangelo secondo Giovanni)

IL FUOCO DEL BATTESIMO

Battesimo del Signore 
Anno C



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Mi succede di pensare a come sarebbe stata diversa la mia vita se non fossi stato battezzato. Non ci fu il mio consenso informato quando i miei genitori mi portarono al fonte battesimale, ci fu in parte quando ricevetti la Prima Comunione e la Cresima. In parte, perché, anche se bambino, capivo che facevo qualcosa d’importante. Grazie agli anni del catechismo e ai santi sacerdoti che si prendevano cura dell’oratorio. In qualche modo lasciavo che lo Spirito Santo restasse dentro di me, lasciavo, inconsciamente, che lavorasse sulla mia crescita, che era come custodita, guidata, anche dagli altri fattori della maturazione, quali la famiglia e la scuola. Successivamente, anche il mondo del lavoro. Eppure, sentivo che mancava qualcosa, mancava il “fuoco” del Battesimo: “…io vi battezzo con acqua, ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.” (dal Vangelo secondo Luca).

UNA LUCE NELLE TENEBRE

Seconda Domenica dopo Natale
Anno C

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I miei presepi, compresi quelli che da piccolo facevo con il nonno, sono sempre ambientati in un paesaggio notturno. Una lucina, bella bianca, deve essere posta nella grotta, o nella capanna, nei pressi della culla, o della mangiatoia, di Gesù Bambino, affinché illumini quell’antro buio, ed in particolare, quella piccola statuetta con le braccia alzate e benedicenti:“…la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta.” (dal Vangelo secondo Giovanni)

La nascita di Gesù, quindi, squarcia le tenebre che avvolgono la terra.