LA VOLONTA’ DI DIO

Domenica XXIIma T.O. (Anno A)

E’ stato detto: “non aver paura della tua ombra: se la vedi vuol dire che c’è tanta luce lì intorno.” E’ un pensiero sicuramente di effetto, fa pensare a giornate assolate, a passeggiate sotto il sole, dove la tua ombra davvero ti accompagna per il cammino che intendi percorrere. Ma quando è troppo, è anche vero che si vuole rientrare. Pure quando c’è buio, infine, un filo di luce filtra quanto basta per stendere un’ombra non ben riconoscibile: è questa che fa paura. Non serve riandare ai tempi dell’infanzia quando nel coricarti ti aggrappavi alle lenzuola chiudendo stretti gli occhi per non vedere quelle ombre che cadevano intorno, oppure quando attraversavi di corsa il nero cortile, cantando a squarciagola. Quelle sensazioni di disagio si vivono anche adesso che l’età adulta è certificata. Le ombre, frutto di paurose condizioni sociali e personali, ci sovrastano. E ci disorientano.

LA PIETRA DEL CIELO

 Domenica  XXIa  T.O. (Anno A)  

L’apostolo Pietro, cui Dio ha concesso il privilegio di professare, per primo, la sua fede in Cristo, il Figlio del Dio vivente, non è la roccia indistruttibile, perché rimane pur sempre un semplice pescatore con tutti i suoi limiti. Nei Vangeli vengono ben evidenziati. Eppure Gesù Cristo sceglie lui e lo pone su una pietra, d’angolo, quella scartata dai maggiorenti, dagli esperti, su cui costruirà il suo edificio, quello sì, incrollabile: “…e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.” (dal Vangelo di Matteo).

I DONI IRREVOCABILI

Domenica XXa T.O. (Anno A)


Conosco Tania Cagnotto per i suoi successi sportivi alle olimpiadi con la disciplina dei tuffi dai trampolini. Figlia d’arte, non ho altri elementi per farmi un’idea di lei come persona. Mi basta però quanto ho letto in questi giorni circa la sua decisione di smettere con la preparazione per le prossime olimpiadi in quanto incinta del secondo figlio. Già madre, spiega che questa gravidanza, inaspettata, è importante per la sua famiglia, molto più di una medaglia. Invero, la medaglia se l’è già aggiudicata perché:  “…infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili.” (dalla Lettera di San Paolo ai Romani)
Non so se è credente Tania, ma certamente con la sua semplice determinazione conferma che non si possono cancellare i doni di Dio. Come quello della vita. Fintanto che la vita continuerà, anche in minima parte, a sbocciare, vuole dire che Dio non si è ancora stancato dell’uomo. E pure la chiamata è irrevocabile. La chiamata all’amore che si concretizza nella vocazione: quella sacerdotale, religiosa, come in quella matrimoniale. Occorre molta fede, certo!

SENZA PAURA

Domenica XIXa T.O. (Anno A)


In questo periodo di ferie molti, se appena possono, partono per un periodo di sospirato riposo vacanziero. Succedeva anche a me e la destinazione preferita era quasi sempre in montagna. Non sto a dilungarmi per giustificare tali scelte, solo vorrei sottolineare le varie possibilità di relax al cubo, di escursioni indimenticabili, di spazi di solitudine introvabili altrove. Partire all’alba verso un rifugio, zaino in spalla, scarponcini, bastone e borraccia, assaporare l’aria fresca, essere pronto a prendere l’acqua per i cambi meteo veloci, giungere in cima e, nel silenzio, osservare:
“…ed ecco il Signore passò…nel sussurro di una brezza leggera.” (dal Primo Libro dei Re)
A molti è successo di scoprire la trascendenza al cospetto delle maestosità delle montagne, di non sentirsi solo, pur essendolo, nelle altezze che danno vertigini per l’immensità che si stende attorno, ad altri è capitato di piangere di gioia per le meraviglie di cui erano testimoni.

LA TENEREZZA DI DIO

 Domenica XVIII T.O. (Anno A)


Nessuno nasce semplicemente

per un incontro carnale, puranche sostenuto da un desiderio dell’am

ore umano, sempre nobile e necessario. Neppure si nasce per caso, oppure per destino o fatalità. La vita è semplicemente un dono di Dio. Sin dall’inizio si è iscritti nell’esistenza umana per grazia divina. E’ ovvia la cosa perché, dal momento che Dio, Creatore e principio di tutte le cose e artefice della vita dell’uomo nel modo in cui l’ha voluto, cioè composto da anima e corpo, è talmente soddisfatto che lo fa a sua immagine e somiglianza. Non lo pone al mondo come un oggetto, ma come creatura particolare, per cui tutto mette in gioco, in primis il suo essere padre, e, come ricordava Giovanni Paolo I, essere madre, e sorprendentemente, pure una tenerezza senza uguali:“…buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature.” (dal Salmo).