IL TEMPO INFINITO

XVIIIa Domenica T.O. Anno C

Rembrandt: Il Ricco Stolto
Ricordo ancora come in una calda serata d’estate, sotto gli alti platani dell’allea, si parlava fra di noi del tempo che passava lento. Eravamo giovani, eppure di fronte ai novanta e passa anni della nonna Serafina, si ammetteva che per lei il tempo sarà sicuramente stato un batter di ciglia. In fondo, la verità era che, pur se ci aveva appena lasciato, la sua vita e le nostre vite non avrebbero avuto alcuna discontinuità: si sarebbero rincontrate al successivo batter di ciglia. Infatti: “… mille anni, ai tuoi occhi, sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte.” (dal Salmo)

Di veglie, di guardie ne ho fatte parecchie e quelle sembrava non passassero mai, eppure anche quelle servivano per riflettere, nel silenzio della notte, sul senso della vita, su tutte le cose che si stavano realizzando, su ciò che mi aspettavo per il futuro. Tutto concorreva, tutto concorre ed invita a ripensare che: “… chi ha lavorato con sapienza, con scienza e successo, dovrà poi lasciare la sua parte ad un altro che non vi ha per nulla faticato.” (dal Libro del Qoèlet)
Il suddetto Libro cantilena sulla “vanità delle vanità: tutto è vanità” e la presenta come un gran male. Ovviamente se ciò per cui ci si adopera è in vista solo del proprio tornaconto, ma se si lavora con onestà, con scienza e coscienza, come un buon padre di famiglia, che importanza ha se ne potranno beneficiare anche altri, come i figli, i parenti, i propri confratelli, i concittadini, i bisognosi.

IL GRIDO AL CIELO

XVIIa Domenica T.O. Anno C

 Così gridate al Cielo !!!!!!
Il padre Abramo aveva voglia a tirare la cinghia per evitare la distruzione delle città in cui abitava il suo parente Lot.
Alla fine non c’erano neppure 10 giusti e le cose sono andate come si sa: “   voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere.” (dal Libro della Genesi)
Sarebbe interessante sapere chi si è sperticato nel gridare verso il cielo per fare sapere cosa stava succedendo in quel mondo. Doveva trattarsi proprio di qualcosa di immondo se anche il Buon Dio voleva andare a vedere. E quando vide, non ci fu scampo per quegli abitanti che non vollero sottomettersi alla legge di Dio. Quindi, Abramo e la sua gente non riuscirono a cambiare i costumi di quella gente.

L’AGITAZIONE

 

XVIa Domenica T.O. Anno C
Nell’ora più calda del giorno mi accingo alla meditazione settimanale da proporre a chi cerca motivazioni e conferme nella Parola per la più importante battaglia per la vita. Siamo in una guerra, non solo combattuta con le armi, in pratica la terza guerra mondiale, pregando Dio che non si trasformi in una guerra nucleare, in cui il disprezzo della vita umana ha raggiunto tali livelli da essere rivendicato come diritto. Eppure il Signore Iddio continua a presentarsi come il dispensatore della vita, come quando assicura ad Abramo la gravidanza di sua moglie Sara. Lo fa in un giorno torrido, come quello di questo pomeriggio:
“… mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno …”
Non era imbambolato, pur senza il condizionatore, e seppe riconoscere subito chi stava arrivando: “… vide tre uomini … si prostrò fino a terra … dicendo “mio Signore”. Notare già fin d’allora la presenza della Santissima Trinità, la quale, dopo essere stata servita come si conviene, promise al patriarca: “… tornerò da te.” (dal Libro della Genesi)

GLI OCCHI DELLA COMPASSIONE

               XVa Domenica del T.O. Anno C
La religiosità insita nel vivere umano porta alla convinzione che sia a disposizione di tutti il diritto all’eredità della vita eterna. C’è, però, un particolare per la dottrina cattolica: deve essere meritata. Le dritte per capire come, ci vengono pure date fin dalla più tenera età. Ancor prima non occorre perché si è innocenti a prescindere. Perciò i bambini che muoiono nel grembo materno per malattie o per aborto volontario (guai per coloro che lo procurano) sono già nell’eternità beata. Per tutti gli altri non c’è scusa che tenga: la legge del Signore è chiara e semplice come dice Mosè ai titubanti israeliti:
“… questa Parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica.” (dal Libro del Deuteronomio)

LA CONSOLAZIONE

XIVa Domenica del T.O. Anno C

Lui ha già scritto il nostro nome

“Avevi scritto già il mio nome lassù nel cielo, avevi scritto già la mia vita insieme a te, avevi scritto già di me …” E’ l’incipit di una canzone che ogni tanto mi gira in testa. E’ subito ritornato quando ho letto:“… non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi: rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli.” (dal Vangelo secondo Luca)
Quando ancora non abbiamo un nome, quindi, il Creatore lo ha già stabilito per noi. Eravamo ancora sconosciuti, là aggrappati sulla parete dell’utero della mamma, e non sapevano chi eravamo, se maschio o femmina, e già sfogliavano il libro dei nomi per trovare quello più piacevole o quello più originale.