Terza Domenica di Quaresima
Anno C
Quando si è nel pieno delle forze
psico-fisiche, classiche di una maturità che sprigiona sicurezza e
fiducia nel
futuro, niente e nessuno può scalfire questa autodeterminazione. Si va a testa
alta, l’umiltà è sostituita da una falsa modestia e il mondo deve fare i conti
con la sicumera di chi crede solo in sé stesso. Ma, ben presto succede qualche
imprevisto e può accadere di dover prendere atto del monito: “…chi crede di
stare in piedi, guardi di non cadere.” (dalla prima Lettera di San Paolo ai
Corinti)
Quando si cade, crollano certezze e amicizie.
E’ evidente che c’è più dolore per la perdita dei beni temporali che di quella
del bene supremo, l’eterna ricchezza. A guardare da vicino, si scoprirà che la
fonte di tutti i mali è nel desiderio disordinato, nella volontà senza regole
di diventare ricchi. Bene che vada, rimangono solo i veri amici, quelli che
aiutano per questa vita e anche per quella eterna. Solo insieme a tali amici si
cammina sulla via della Vita. Per questo è importante quanto suggerisce il
poeta Friedrich Ruchert: “Accompagnati ad uno migliore di te, per lottare con
lui con le migliori forze. Chi non è più innanzi di te, non può condurti più
innanzi.” E questi altri non è che Gesù Cristo! E’ un amico unico, un fratello
sincero, ma è anche il Dio che chiede il rispetto della sua trascendenza: “…non
avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu
stai è suolo santo.” (dal Libro dell’Esodo)