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LA SOLITUDINE DEL PROFETA


XIV Domenica T.O. (Anno B)
Ogni tanto, fra la moltitudine di notizie giornaliere, riesce a trovare spazio il genocidio di cristiani che sta avvenendo in Nigeria. D’altronde qui da noi sono tutti concentrati a piangere per i presunti migranti che non trovano più aperti i porti italiani. In compenso, anche nella chiesa cattolica, delle migliaia di persone uccise, le loro case e chiese distrutte, famiglie costrette a fuggire a causa del loro credo, non fa né caldo né freddo. Sarà perché a commettere quei crimini sono musulmani? E, quindi, guai a parlare male di questi? Allora che il Salmo si riversi su di noi:
“…pietà di noi, Signore, pietà di noi, siamo già troppo sazi di disprezzo dei superbi…
dello scherno dei gaudenti.” 
E quando succederà anche da noi, bisognerà proprio vedere come reagiremo. In parte già lo constatiamo quando vediamo come siamo disprezzati nella politica come nell’andazzo sociale, con tutti quei gay-pride che altro non sono che uno sfregio alla Santa Chiesa.

AI PIEDI DI GESU’


XIII Domenica T.O. (Anno B)
L’espressione  “talita kum” che troviamo nel Vangelo di oggi, letteralmente, in aramaico significa “agnellino, alzati”.
Mi piace, indipendentemente dalle interpretazioni filologiche di quelle parole, riconoscere un tocco quasi voluto di tenerezza che esprime tutta la compassione di Gesù per i suoi “agnellini”. E’ un riandare a quell’altra immagine del Cristo Buon Pastore con sulle spalle la pecorella smarrita. Come dire, con gesti semplici, seppur misteriosi, come il ritorno alla vita della figlia di Giairo, quanto il Libro della Sapienza ci consegna: “…perché Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi…ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.”

IL TEMPO E’ ORA


Domenica 24 Giugno 2018   
Natività di San Giovanni Battista
La nostra vita è nel tempo che ci è dato come spazio per guadagnarci il tempo dell’eternità accanto al Creatore della nostra vita. Dobbiamo renderci conto di questo grande impegno che dobbiamo assumerci per evitare di cadere nel tranello del nulla ben impersonato dal tentatore, da colui che rifiutando la sovranità del Creatore vuole condurre nella sua desolazione quanti più uomini possibili. Per questo è bene ricordare il passo degli Atti degli Apostoli: “…dalla discendenza di Davide, Dio inviò come salvatore Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo..” E’ per questa sua azione che viene ricordato come il Battista.

L’ALBERO DELLA VITA


Undicesima Domenica T.O.(Anno B)
Scriveva il poeta D. Mallok: “se non potete essere un pino sulla vetta del monte, siate una scopa nella valle, ma siate la migliore piccola scopa sulla sponda del ruscello, siate un cespuglio se non potete essere un albero…”
Mi sono venuti in mente questi antichi versi quando ho ascoltato le parole del profeta Ezechiele:
“…sapranno tutti gli alberi della foresta che io sono il Signore, che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso.”
E’ una similitudine molto semplice da comprendere: più uno crede di essere importante, più si crede bello e forte e in quel modo esercita la sua grandezza e la sua potenza per farsi vedere, più il Signore gli preferirà quell’umile poveraccio che riconosce i suoi limiti e con dignità impegna tutto sé stesso

DOVE SEI?


Decima Domenica T.O.(Anno B)
E’ una domanda, dove sei?, che vale per tutti noi, in qualche modo vale pure per quelli che ci hanno preceduto. Ora, per loro, la domanda possiamo porla solo noi, mentre il Signore Dio ben sa dove si trovano, in paradiso con lui, in purgatorio, nella sofferenza della purgazione, o nell’inferno della dannazione eterna.
Noi invece abbiamo ancora qualche opportunità da giocarci, e la domanda non ci lascia scampo:
“…ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: “Dove sei?”. Gli rispose: “ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo e mi sono nascosto.” (dal Libro della Genesi).

I PICCOLI


Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno B)
Voglio introdurre questa solennità del Corpus Domini con un pensiero di Chiara Lubich, fondatrice dei Focolarini:
“Quando l’ombra della croce appare, l’anima si raccoglie nel tabernacolo del suo intimo e, scordando il tintinnio della campana, ti “vede” e ti parla. Sei tu che mi vieni a visitare. Sono io che ti rispondo: “Eccomi Signore, te voglio, te ho voluto”.
All’altare c’è la croce, a quella, una volta, il sacerdote guardava e, implicitamente, invitava a guardare tutti i fedeli, che non venivano ancora “chiamati” popolo.
All’altare c’è il tabernacolo, è lì che viene custodita la verità della nostra fede, il nucleo della nostra intimità con Dio, del nostro parlare con Lui. Noi che siamo miseri, che ci rechiamo titubanti in chiesa, pensiamo di fare un favore a Dio varcando quella sacra soglia, in verità, come dice Chiara Lubich, è Lui che ci viene incontro in quell’Ostia Santa, il suo Corpo donato per noi, per me, per te.
“…pietoso e giusto è il Signore, il nostro Dio è Misericordioso. Il Signore protegge i piccoli: ero misero ed egli mi ha salvato” (dal Salmo 115).

I DUBBI


Santissima Trinità(Anno B) 
Oggi celebriamo un Mistero Grande, il Dogma per eccellenza, che ci introduce all’Amore che attraversa e raccoglie le Tre Persone della Santissima Trinità. E noi ci lasciamo prendere per mano, come un bambino da accompagnare a scuola, fiducioso che poco per volta, poi, comprenderà l’importanza dell’ascolto del maestro, dei suoi insegnamenti, dell’educazione cui sarà sottoposto.
Quel bambino, crescendo, andrà sempre più spedito ed autonomamente alla scuola della vita, certo, con un bagaglio di dubbi che diventerà sempre più pesante. Non c’è da meravigliarsene, leggiamo il Vangelo: “… gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva indicato loro. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.” (dal Vangelo di Matteo).

FIN DAL PRINCIPIO


Domenica di Pentecoste (Anno B)
Pentecoste - El Greco
Possiamo ben dire che quando dei cristiani vogliono ottenere veramente qualcosa dal Buon Dio devono trovarsi tutti insieme in un determinato posto, diciamo in Chiesa, ed essere un solo corpo nell’implorare le grazie a beneficio di chi ne ha bisogno.
“…si trovavano tutti insieme nello stesso luogo…” (dagli Atti degli Apostoli) e solo allora ricevettero lo Spirito Santo, grazie al quale poterono, perentoriamente, cominciare a parlare di Dio a tutte le genti al punto che: “…tutti erano stupiti e fuori di sé per la meraviglia.” (dagli Atti degli Apostoli).

LA GUIDA DAL CIELO


Ascensione del Signore (Anno B)
Di fronte al dogma dell’Ascensione di nostro Signore Gesù Cristo rimango estasiato, per via del grande mistero che in essa è racchiuso. Mi piace pensarla come ad una staffetta dove il testimone che mi viene passato è niente di meno che la vita stessa di Gesù. Indipendentemente dalle qualità degli staffettisti la fiducia che in essi viene posta da parte del Signore è consolidata dalla promessa dello Spirito Santo che viene in nostro soccorso con il Sacramento del Battesimo.

GLI AMICI


Sesta Domenica di Pasqua(Anno B)
Di una cosa sono sicuro, è sull’amicizia che si costruiscono rapporti veri, sinceri, duraturi. Questo vuole dire che se da un incontro con una persona scaturisce quella scintilla di empatia, se custodita come si deve, questa si trasforma in un sentimento che si appaga proprio in uno stato che viene, appunto, chiamato amicizia.
“…Non vi chiamo più servi…ma vi ho chiamato amici perché tutto quello che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.” (dal Vangelo di Giovanni).
Ecco, vedete, così è avvenuto per i discepoli che, incontrando sulla loro strada Gesù, ne furono subito attratti e, proseguendo nella conoscenza, capirono di potersi fidare di Lui. E il loro rapporto si consolidò nel rispetto, nella lealtà, nella stima. E’ così che avvenne anche per noi. Ripensiamo un attimo agli amici della nostra vita e scopriremo che fu così che nacque l’amicizia

IL TRALCIO


Quinta Domenica di Pasqua(AnnoB)
Nessuno è obbligato a farsi cristiano. Il Cristianesimo può benissimo non essere condiviso, ma è fuor di dubbio che è una religione di pace perché mette al centro della sua missione la persona nella sua interezza, temporale e spirituale:
“…la Chiesa era dunque in pace…si consolidava e camminava nel timore del Signore.” (dagli Atti degli Apostoli).
Nel momento che si aderisce alla sua proposta di vita, si diventa discepoli di Cristo e alla sua sequela si vive il nostro tempo, sappiamo che il timore di cui parlano gli Atti attiene alla paura di restarsene lontano.
Non a caso il Vangelo parla della vite e dei tralci. Se questi ultimi non sono strettamente legati alla pianta si ammalano e si seccano e non sono belli da vedere:
“Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco…” (dal Vangelo di Giovanni).

IL RIFUGIO

Quarta Domenica di Pasqua(Anno B)
Quando ci si appresta, zaino in spalla, ad un’escursione di giornata in alta montagna, ha quasi sempre come meta il “rifugio”. Penso, per esempio, a quello di “Città di Vigevano”, partendo da Alagna Valsesia. La camminata è lunga, impervia, faticosa. Il rischio che il tempo cambi è sempre alto, le soste per riprendere fiato doverose. Ma poi, quando si raggiunge l’ultimo strappo ed in alto si vede la sagoma del “rifugio”, quando vi si entra e si tira un sospiro di sollievo, si sente il calore dell’accoglienza, allora capisci di essere al sicuro, di non doverti più preoccupare, sei importante, tutti sono pronti ad ascoltarti, pronti al servizio perché sanno la fatica che hai affrontato:
“…è meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo. E’ meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti.” (Sal 117)
E’ Lui il rifugio, quando nel corso della nostra vita decidiamo, infine, di caricarci sulle spalle tutte le nostre malefatte, che zaino pesante, e guardando all’alto della croce, con capo chino, cominciamo, una buona volta, a pregare il Buon Dio affinché ci guidi nel giusto sentiero.

L’AUTORE DELLA VITA


Terza Domenica di Pasqua (Anno B)
E’ mai possibile che possa esserci qualcuno che non si ponga la domanda chiave circa la sua vita, il suo essere al mondo, la sua situazione, il perché della morte e così via? Fin da bambino, guardando il mondo che mi circondava, mi meravigliavo per le cose che vedevo, che avevo, che toccavo con mano. Non provavo invidia se i miei amici avevano la bicicletta, chiedevo se me la facevano provare ed ero felice, mi piaceva se andavo a giocare a casa di Tiziano perché c’era il riscaldamento con i termosifoni accesi e non mi scocciava se poi dovevo andare a casa ad accendere la stufa economica nel gelo della cucina. Voglio dire che si assapora la vita se a questa dai un senso, ed io lo trovavo in casa, fra i miei, all’oratorio, in Chiesa, a scuola, con i compagni. Oggi, ho l’impressione che tutto sia un non senso, si è persa di vista la ragione stessa dell’esistenza umana al punto tale che parlare di Dio sia quasi una “bestemmia”. Al punto che suona logica l’espressione quasi angosciosa del Salmo:“…fino a quando, voi uomini, calpesterete il mio onore, amerete cose vane e cercherete la menzogna?”

LA VITTORIA SUL MONDO


Seconda Domenica di Pasqua  - 
            Divina Misericordia (Anno B)
Se siamo discepoli del Signore come si conviene, nulla ci deve preoccupare, la vittoria sul mondo è alla nostra portata. Anche quando sembra che tutto vada in direzione opposta. Prendete, per esempio, il fatto che quest’anno si celebri il quarantesimo dell’approvazione della legge che ha legalizzato l’aborto di Stato e che ancora non è possibile parlare male di queste norme senza incorrere nel reato di lesa maestà nei confronti dell’autodeterminazione della donna. Ne abbiamo la prova nel caso del cartellone dell’Associazione Pro Vita, raffigurante un bambino di 11 settimane nel grembo materno, fatto rimuovere con la forza dal sindaco di Roma. Una sconfitta dunque? Può darsi, siamo poveri, indifesi, ma siamo forti delle promesse del Signore:“…è meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo. E’ meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti.” (dal Salmo).

LA PIETRA


Domenica di Pasqua (Anno B)        
                       Risurrezione del Signore
Nella nuda pietra di un sepolcro il corpo di Gesù è stato amorevolmente deposto. Una possente pietra è stata posta a sigillo di quel luogo di morte e silenzio. Ogni luce è stata bandita con il rotolare faticosamente avviato di quei pochi coraggiosi che hanno accompagnato la Via Crucis del Signore. Sempre una pietra: “…la pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo…(dal Salmo).

I DISCEPOLI


Domenica delle Palme (Anno B) 
       Inizio della Settimana Santa
Quando succede di sentire la domenica “…la Messa è finita, come discepoli di Cristo, andate in pace!”, mi domando se le persone che si allontano dai banchi della chiesa e si avviano per andare a casa si rendono conto della responsabilità che li identifica. Ovviamente, a maggior ragione, la cosa vale ancora di più per i presbiteri, i diaconi, i religiosi cui dovrebbe sempre riecheggiare nei loro cuori quanto riporta il Profeta Isaia: “…il Signore mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato.”
Essere discepoli vuole dire, allora, prima di tutto, vivere dell’ascolto della Parola per essere degni di saper dire una parola ai poveri, agli abbandonati, ai malati, ai moribondi e dare così loro sollievo e speranza nell’abbandono alla volontà del Signore. Con le sole forze umane, questo non è possibile, occorre chiedere e richiedere sempre nella preghiera, come nel Salmo di oggi: “…ma Tu Signore, non stare lontano, mia forza, vieni presto in mio aiuto. Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all’assemblea.”

IL SERVITORE



Quinta Domenica di Quaresima(Anno B)
“…se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore..”
Ma perché mai dovrei fare il servitore di qualcuno. Io non ho padroni, io scelgo cosa fare, non c’è nessuno che possa impormi cosa devo fare, dove devo andare, come impostare la mia vita. E’ questo, a grandi linee, il ragionamento che potrebbe farci una persona che si dichiara atea.
Se fatto con onestà, può essere sicuramente rispettato purché simile atteggiamento possa esserci anche nei confronti di chi, invece, crede in Dio, creatore e amante della vita.

LA LUCE



Quarta Domenica di Quaresima(Anno B)
“…la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce perché le loro opere erano malvage…” (dal Vangelo di Giovanni)
La luce ci commuove solo a Natale, ma, passato quel periodo, riprendiamo a fare le cose più losche come se nulla fosse. Ditemi voi se non stiamo forse vivendo uno dei periodi storici più tristi dell’uomo. Altro che secoli bui. Ciò che sta avvenendo nei segreti laboratori eugenetici non lo sapremo mai. Ciò che avviene nelle fredde stanze del potere mondiale lo scopriremo sulla nostra pelle. Basta vedere quanto sta accadendo alla nostra povera Italia. Ci stanno svendendo. E non solo a livello politico, sociale, economico, militare, pure la nostra religiosità ci stanno erodendo:
“…anche tutti i capi, i sacerdoti e il popolo moltiplicarono la loro infedeltà, imitando in tutto gli abomini degli altri popoli e contaminarono il tempio…” (dal secondo Libro delle Cronache)
Queste cose non sono dette da un “infedele” tradizionalista, ma vengono lette in tutte le chiese cattoliche in questa domenica di quaresima,

I COMANDAMENTI



Terza Domenica di Quaresima(Anno B) 
Quando negli anni verdi della mia esistenza mi sentivo un cattolico rampante, ritenevo i dieci comandamenti, per certi versi, superati. Soprattutto perché confinati in una fase di storia del popolo ebraico. Mi dicevo, la venuta di Gesù ha, poi, inglobato il tutto nel comandamento dell’Amore, perciò tutti quei divieti venivano trasformati in positivo. Beata innocenza di quell’età. Quanto sono attuali, invece, quei comandamenti: “…onora tuo padre e tua madre…non ucciderai…non commetterai adulterio…non rubare…non…..” (dal Libro dell’Esodo).

ECCOMI



Seconda Domenica di Quaresima(Anno B)
In questo periodo di Quaresima in cui siamo invitati a camminare vigilanti e bisognosi di capire cosa il Signore vuole da noi, l’esempio della figura di Abramo è quanto mai significativa. Quando il Signore lo chiama la sua risposta è pronta: “eccomi”. Leggiamo, infatti, nel Libro della Genesi:
“…Dio mise alla prova Abramo…rispose Eccomi.”
La prova cui si sottomise con fiducia ai comandi dell’Angelo, che tutti ben conosciamo, è tale che strappò al Buon Dio questa solenne promessa:
“…Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra.”
Da qui il privilegio di fare parte anche noi, oggi, di quelle nazioni e di sentirci benedetti. Anche quando pure noi siamo chiamati per nome e messi alla prova e la nostra risposta si limita ad una alzata di spalle, facendo orecchio da mercante.