Se entri in una chiesa e non vedi al centro
della stessa una croce, se non vedi il lumino acceso all’altare principale,
davanti al tabernacolo, significa che sei entrato in un auditorium, quando va
bene, o in un tempio senza Dio, cioè in un parlamento. Non può stare in piedi
una Chiesa che non mette al centro Gesù Cristo, perché fin dai tempi
apostolici: “… venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!” (dal
Vangelo secondo Giovanni).
Gli apostoli erano nel cenacolo, la prima
chiesa, stavano a porte chiuse, per paura, poi, con Gesù in mezzo a loro, le
cose cambiarono. Non poteva essere diversamente, perché avevano un riferimento
ben preciso: il loro Maestro, vivo e risorto, ed ora ricordavano le sue parole.
Ora sapevano che con la sua Pace nel cuore potevano affrontare ogni rischio,
potevano sentirsi fratelli in fiducia fra di loro e con Gesù.
IN MEZZO A NOI
IL SEPOLCRO

ALL’ALTARE DI GESU’
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C’era un prete contadino, due manone
screpolate, parroco di un paesino di 150 anime e cappellano di una caserma di
almeno 500 militari. Fra i suoi campi dietro la chiesa, la cura pastorale della
sua gente e i doveri da ottemperare nei confronti di quei pochi militi che
rispondevano alle chiamate per la Messa festiva, la sua missione di “Alter
Christus” fra i suoi era pienamente compresa. Pure da me e da altri 5/6 miei
compagni d’arme. Ci fu chiara, soprattutto, quando una sera c’invitò ad una
Santa Messa nella parrocchiale, solo noi e lui, attorno all’altare, nella luce
del solo presbiterio. Ecco, in quel frangente compresi veramente il
significato di quell’altare, nell’ascolto di queste parole: “…poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e
lo diede loro dicendo: Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo
in memoria di me.” E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo:
“Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi.” (dal
Vangelo secondo Luca)
IL GERMOGLIO
di Quaresima
Anno C
E’ una metafora che cerca di spiegare e di capire lo stato d’animo che assorbiva tutte le energie e gli sforzi dell’Apostolo delle genti, quando parlava della sua conversione:“…non ho certo raggiunto la meta, non sono arrivato alla perfezione, ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù.” (dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi).