Terza Domenica di Avvento
Anno B
In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete...... |
L’altra sera ho partecipato ad una riunione per
impostare il piano pastorale all’interno di una comunità parrocchiale. Si è
parlato di tutto, di adeguata comunicazione, di carità, di accompagnamento, di
marketing, di risorse economiche, di raccolte straordinarie, di decoro
liturgico, ma non ho sentito pronunciare una volta il nome di Gesù Cristo. Non
è una critica ai presenti, buoni credenti e, forse, espressione di una Chiesa
che cerca di resistere ad una diaspora sempre più devastante, eppure sembra
quasi d’essere ritornati al tempo di Giovanni Battista, quando rispondeva ai
sacerdoti e ai leviti che lo interrogavano per conto dei Giudei:“…in mezzo a
voi sta uno che voi non conoscete (dal Vangelo secondo Giovanni)
Ecco, a quanto pare, anche oggi, dopo due
millenni di cristianità, in mezzo a noi sta uno che non conosciamo, o meglio,
non vogliamo conoscere. Perché il conoscerlo cambierebbe troppo la nostra vita,
rivoluzionerebbe le nostre aspettative e renderebbe difficile il vivere. E’ la
grande paura di non farcela, ma così non dovrebbe essere perché “Cristo è il
nostro alimento e sarà la nostra ricompensa. Cristo è il cibo e il conforto dei
viaggiatori in cammino; è la sazietà e l’esultanza dei beati nel loro riposo.”
(San Fulgenzo di Ruspe Vescovo 467-532)
E se questo non bastasse, rileggiamoci bene il
passo di Isaia:“…mi ha avvolto con il mantello della giustizia, come uno sposo
si mette il diadema e come una sposa si adorna di gioielli.” (dal Libro del
profeta Isaia)
Una volta si usava moltissimo il pastrano, il
mantello dei poveri che nelle fredde giornate d’inverno teneva ben caldo e
avvolgeva tutto il corpo. Ho ancora quello del nonno, nero ed elegante. Rende,
comunque, l’idea di cosa intenda il profeta con tale similitudine: la certezza
della protezione da parte del Buon Dio nei confronti di ogni sua creatura nelle
intemperie della vita e lo fa nella bellezza perché vi aggiunge il tocco
dell’amore per sempre, come quello degli sposi, un dono continuo, senza fine.
“Ciò che l’uomo ha più in comune con Dio è la facoltà di donare. E anche se noi
ne siamo capaci in modo totalmente diverso, facciamo, comunque, quanto
possiamo.” (San Gregorio Nazianzeno)
Appunto, non lasciamoci sviare dagli scarsi
risultati, l’amore donato si misura solo con l’intensità e la sincerità del
donatore, forte di essere solo il riflesso di quella luce per cui, come
Giovanni Battista, bisogna “essere testimonianza, perché tutti credessero per
mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.”
(dal Vangelo secondo Giovanni)
Ovvio che non possiamo paragonarci al profeta,
eppure siamo pure noi partecipi della grazia di Dio perché:“…grandi cose ha
fatto per me l’onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione
la sua misericordia per quelli che lo temono.” (dal Salmo in Luca)
Di sicuro, la più grande cosa che ha fatto per
me, per ciascuno, è il dono della vita che mi permette di rendergli gloria. E’
questo il modo di temerlo, cioè di stargli vicino, così che la sua misericordia
ci avvolga anche quando cerchiamo di strapparci di dosso quel mantello. Anche
quando pensiamo di avere indosso il più tecnologico e moderno piumino o la più
pregiata pelliccia. Possono salvaguardare dal freddo intenso, ma non per
scaldare il cuore. Prima o poi, lontani da quella luce che viene nel mondo in
ogni Natale che si festeggia nella gioia, sentiremo la necessità di ritornare a
casa. Dove riconosceremo colui che sta in mezzo a noi ed allora non potrà che
essere come dice San Paolo:“…siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in
ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso
di voi.” (dalla prima Lettera ai Tessalonicesi)
E’ il pregare instancabilmente che resta arduo.
Però, è pur vero che è con la preghiera che tutti i giusti hanno perseverato.
E’ così che cambia la vita, che si dà
testimonianza a Gesù che ci dice “sia che vi si ascolti, sia che non vi si
ascolti, predicate sempre e pregate sempre perché le vostre parole portino
frutto; se non portano, continuate senza tristezza, né scoraggiamento, anche
con una certa gioia, perché in ogni caso condividete la mia Sorte.” (San
Charles de Foucauld)
E’ Gesù, quello indicato da Giovanni Battista, che
sta in mezzo a noi, anche quando non ce ne accorgiamo.
Is 61,1-2.10-11 / Sal da Lc 1,46-50.53-54 / 1Ts
5,16-24 / Gv 1,6-8.19-28digiemme