18 settembre 2021

IL CAPOVOLGIMENTO

XXVa Domenica T.O. (Anno B)

Siamo nell’era delle parole, siamo bombardati dalle parole, ci siamo quasi assuefatti, facciamo le nostre cose con la colonna sonora delle parole, come compagnia. E se uno, per caso, è di poche parole viene etichettato come un musone, un orso, uno che non si vuole compromettere. Eppure, quando le parole sono un diluvio, va a finire che non dicono niente o, viceversa, trascinano nella confusione, con i conseguenti danni. Però, se la parola dicesse: non è una parola che può fare una pagina, non ci sarebbero i libri. Questo per dire quanto è importante la parola, ben pensata, calibrata, ragionevole, comprensibile, stimolante. Ora, vorrei provare a trasferire questo concetto a quanto viene riportato nel Vangelo di oggi:  “… chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato.” (dal Vangelo di Marco). Se l’uomo dicesse: non è un uomo che può salvare l’umanità non ci sarebbero mai giustizia, né pace, né dignità, né felicità sulla terra degli uomini.

    In sintesi, come il libro ha bisogno di ogni parola, così l’umanità ha bisogno di te, di me, di ogni singola persona umana, qui, dove siamo, unici e, perciò, insostituibili.

4 settembre 2021

LO SMARRIMENTO

XXIIIa Domenica  T.O. (anno B)

    In un tempo in cui tende a sprigionarsi l’odio, come dalla fine della guerra non si era mai visto, è facile smarrirsi. Vengono sempre meno le certezze su chi governa la cosa pubblica e su chi dovrebbe controllare il buon o meno suo operato.
    Anche nell’ambito ecclesiale le cose non stanno meglio, basta leggere le dichiarazioni di vescovi e preti, diametralmente opposte le une dalle altre, che creano  divisioni e contrapposte fazioni pure nell’ambiente cattolico, al netto di quello adulto. In un tempo così porta consolazione la Parola di Dio quando leggiamo: “… dite agli smarriti di cuore: coraggio non temete! Ecco il nostro Dio … egli viene a salvarvi.” (dal Libro del profeta Isaia)
    Il nostro Dio, dice Isaia, viene a salvarci, ed il popolo israelitico può testimoniarlo e più volte. Noi, invece, ne abbiamo consapevolezza perché quella promessa è stata mantenuta con l’Incarnazione di Gesù Cristo, con la sua morte e la sua resurrezione. Per un cristiano che si rispetti, la cosa è molto semplice: Dio non viene a salvarci dal covid, non sarebbe un problema comunque, nulla è impossibile a Dio, anche perché l’umanità ha tutti gli strumenti possibili ed immaginabili per quell’impresa; Dio, che è Padre misericordioso, vuole salvarci dal vuoto assoluto in cui cadremmo se morissimo lontani da lui o rifiutando la sua Gloria.