XXIIIa Domenica T.O. (anno B)
In
un tempo in cui tende a sprigionarsi l’odio, come dalla fine della guerra non
si era mai visto, è facile smarrirsi. Vengono sempre meno le certezze su chi
governa la cosa pubblica e su chi dovrebbe controllare il buon o meno suo
operato.
Anche
nell’ambito ecclesiale le cose non stanno meglio, basta leggere le
dichiarazioni di vescovi e preti, diametralmente opposte le une dalle altre, che
creano divisioni e contrapposte fazioni
pure nell’ambiente cattolico, al netto di quello adulto. In un tempo così porta
consolazione la Parola di Dio quando leggiamo: “… dite agli smarriti di cuore:
coraggio non temete! Ecco il nostro Dio … egli viene a salvarvi.” (dal Libro
del profeta Isaia)
Il
nostro Dio, dice Isaia, viene a salvarci, ed il popolo israelitico può
testimoniarlo e più volte. Noi, invece, ne abbiamo consapevolezza perché quella
promessa è stata mantenuta con l’Incarnazione di Gesù Cristo, con la sua morte
e la sua resurrezione. Per un cristiano che si rispetti, la cosa è molto
semplice: Dio non viene a salvarci dal covid, non sarebbe un problema comunque,
nulla è impossibile a Dio, anche perché l’umanità ha tutti gli strumenti
possibili ed immaginabili per quell’impresa; Dio, che è Padre misericordioso,
vuole salvarci dal vuoto assoluto in cui cadremmo se morissimo lontani da lui o
rifiutando la sua Gloria.