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Mi succede di pensare a come sarebbe stata
diversa la mia vita se non fossi stato battezzato. Non ci fu il mio consenso
informato quando i miei genitori mi portarono al fonte battesimale, ci fu in
parte quando ricevetti la Prima Comunione e la Cresima. In parte, perché, anche
se bambino, capivo che facevo qualcosa d’importante. Grazie agli anni del
catechismo e ai santi sacerdoti che si prendevano cura dell’oratorio. In qualche
modo lasciavo che lo Spirito Santo restasse dentro di me, lasciavo,
inconsciamente, che lavorasse sulla mia crescita, che era come custodita,
guidata, anche dagli altri fattori della maturazione, quali la famiglia e la
scuola. Successivamente, anche il mondo del lavoro. Eppure, sentivo che mancava
qualcosa, mancava il “fuoco” del Battesimo: “…io vi battezzo con acqua, ma
viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei
sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.” (dal Vangelo secondo
Luca).
IL FUOCO DEL BATTESIMO
UNA LUCE NELLE TENEBRE
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I miei presepi, compresi quelli che da piccolo
facevo con il nonno, sono sempre ambientati in un paesaggio notturno. Una
lucina, bella bianca, deve essere posta nella grotta, o nella capanna, nei
pressi della culla, o della mangiatoia, di Gesù Bambino, affinché illumini
quell’antro buio, ed in particolare, quella piccola statuetta con le braccia
alzate e benedicenti:“…la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno
vinta.” (dal Vangelo secondo Giovanni)
IL FIGLIO, I FIGLI
SACRA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE (ANNO C)
NOVE MESI PER LA VITA |
TERZO MESE |
29 DICEMBRE 2024
VOGLIO LA MAMMA …E IL PAPA’:
IL DONO DI
MAMMA DEBORAH:
UNA SCELTA D’AMORE PER SEMPRE NON SI
CURA PER VEDERE NASCERE MEGAN
C’è una neonata che sorride in una culla nella galleria fotografica social di Deborah Vanini. C’è anche il racconto condiviso, sul web, di un dramma che si è trasformato in un’immensa testimonianza d’amore.
Deborah, 38 anni, ha chiuso gli occhi alla vita
, soccombendo ad un cancro,
diagnosticato durante la visita che confermava l’inizio della sua gravidanza.
Aveva
raccontato Deborah che fu uno choc la prima ecografia : dalla notizia più bella
alla più brutta in 25 secondi netti. Dalla gioia più grande alla disperazione
più assoluta. Mesi e mesi di esami, giorni in ospedale, visite estenuanti,
impedimenti fisici e farmaci rifiutati perché non compatibili con la
gravidanza. Scelte più grandi di noi, scriveva Deborah, sulla vita che avevano
generato. Messi davanti alla domanda più difficile per dei genitori: decidere
per la vita o meno del proprio figlio.
Deborah ha pianto per notti intere per la
paura, per la tensione, per i dubbi. Disperata si è chiesta perché proprio a
me, a noi. Ha toccato il fondo, ma poi con l’aiuto del personale medico, della
sua mamma, il suo angelo custode e la vera roccia della sua vita, il suo
compagno e tanti veri amici, è riuscita a trovare anche dei lati positivi,
perché ci sono sempre, nonostante tutto.
Megan ha fretta di nascere e così, lo scorso 18
settembre, vede la luce dopo un parto prematuro d’urgenza. Deborah, che dice di
non essere credente, descrive, però, sua figlia come un “miracolo” che “senza
saperlo”, ha “letteralmente salvato la vita” alla sua mamma.
Deborah conta i giorni che riesce a vivere con
la sua Meg. E c’è sempre quella parola ad accompagnare i suoi pensieri:
“miracolo”. Deborah ha stretto Megan fra le braccia solo per due mesi, ma
continuerà ad essere accanto a sua figlia, alla quale ha donato la vita, la sua
scelta d’amore per sempre.
LA PAROLA
Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni la vita;
contro la collera dei miei avversari, stendi la tua mano
e la tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani. (Sal 138, 7-8)
E preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e,
abbracciandolo, disse loro: “chi accoglie uno solo di
questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi
accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato.”
(Mc 9,36-37)
EGLI E’ LA PACE
Alcuni anni fa mi venne l’ispirazione di allestire un
presepe che aveva da un lato la capanna di Betlemme e dall’altro, proprio di
fronte, una collinetta sormontata da una croce. Nulla di originale per carità,
altri l’avevano pensato e realizzato meglio del mio. Non ricordo se fui
sollecitato dalla lettura di Ebrei che questa quarta domenica d’Avvento
ripropone e ci scrive che:“…Egli abolisce il primo sacrificio per costituire
quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo
dell’offerta del corpo di Gesù Cristo una volta per sempre.” (dalla Lettera
agli Ebrei)Non a caso al Figlio di Maria verrà dato il nome di Gesù che
significa “Dio salva”.
E’ stato un angelo in sogno a Giuseppe a comandarlo. Salva
da cosa? Sicuramente dalle tentazioni, dal rifiuto della sua paternità, dal
sentirsi padroni assoluti della propria vita e dal volerla imporre ad altri a
costo di predomini e guerre.
Ecco, accogliere quel sogno concesso da Dio a Giuseppe, che non è un sogno come tanti altri,
significa riconoscere che Gesù è la pace fra di noi.
NEL SUO GRANAIO
Il Vangelo di questa domenica, la domenica
della gioia, ci presenta Gesù come agricoltore, che sta nell’aia, là in un
cortile, al lavoro per mettere al riparo il frutto della sua semina. Figura per
me familiare questa, perché ho ben sperimentato, fin da bambino, la gioconda,
infantile partecipazione ai lavori sull’aia della masseria:“…Egli…tiene in mano la pala per pulire la sua
aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un
fuoco inestinguibile.” (dal Vangelo secondo Luca)
Il suo granaio non ha limiti di capienza, nei
secoli vi sono stati raccolti uomini e donne, alcuni conosciuti, con i loro
nomi sui calendari, altri, invece, con i nomi scritti sul libro della vita,
aggiornato continuamente dal Buon Dio. Il desiderio inconscio di molti, anche
il mio, è quello di vedervi iscritto anche il proprio nome. Per molti, ma non
per tutti! Infatti, altri si affanneranno in altre faccende affaccendati, e si perderanno,
come scrive San Gregorio Magno:“la memoria degli uomini empi è come la cenere,
poiché si mettono nel posto dove li porterà via un soffio. S’impegnino pure a
completare la gloria del loro nome, ma avranno fatto della loro memoria solo
cenere, poiché il vento di un mondo mortale ha fatto presto a portarla via.”
Cenere, aggiungo io, che si riproduce in quel fuoco inestinguibile. Non si può
proprio dire che non si sia stati avvisati. Per questo motivo la Parola di oggi
invita con dolcezza ad: “attingere acqua con gioia alle sorgenti della
salvezza. Rendete grazie al Signor Proclamate
fra i popoli le sue opere.” (dal Salmo tratto da Is 12,2-6)
47ma GIORNATA PER LA VITA - 2 FEBBRAIO 2025
TRASMETTERE LA VITA,
SPERANZA PER IL MONDO
stampa messaggio
Tradizionale Messaggio in occasione della 47ª
Giornata Nazionale per la Vita nel contesto del Giubileo: « assumere l’orizzonte della
speranza, poiché è nel segno della speranza che la Bolla di indizione
Spes non confundit (SnC) invita tutta la Chiesa a vivere l’anno di grazia
del Signore."
Ecco il testo integrale del documento.
Come nutrire speranza dinanzi ai tanti bambini che perdono la vita nei teatri di guerra, a quelli che muoiono nei tragitti delle migrazioni per mare o per terra, a quanti sono vittime delle malattie o della fame nei Paesi più poveri della terra, a quelli cui è impedito di nascere? Questa grande “strage degli innocenti”, che non può trovare alcuna giustificazione razionale o etica, non solo lascia uno strascico infinito di dolore e di odio, ma induce molti – soprattutto i giovani – a guardare al futuro con preoccupazione, fino a pensare che non valga la pena impegnarsi per rendere il mondo migliore e sia meglio evitare di mettere al mondo dei figli.
IMMACOLATA CONCEZIONE
Domenica Solennità
B.V. Maria Immacolata
IN QUESTI GIORNI
Prima Domenica di Avvento
Anno c
Domenica 24 NOVEMBRE 2024 ore 16,00
presso la Chiesa della Madonna degli Angeli
NOVE MESI PER LA VITA |
SECONDO MESE |
24 OTTOBRE 2024
VOGLIO LA MAMMA E IL PAPA’:
LA VISIONE DI MAMMA E PAPA'
Occorrerebbe sentirla dal vivo la storia della vita di Arturo Mariani, ma uno stralcio della sua diretta testimonianza fa riflettere in ogni caso. Racconta la sua visione, la sua prospettiva di vita, soprattutto racconta la visione di sua mamma e di suo papà. “Quando mamma e papà vennero a sapere al terzo mese di gravidanza che dovevo nascere senza una gamba e con possibili altre malformazioni e con il suggerimento di bloccare tutto, che era meglio, meglio perché doveva soffrire, perché la vita sarà difficile, perché non sarà una vita felice, ecco
i miei genitori di fronte a queste parole si voltarono dall’altra parte e hanno scelto.
Una scelta di dire sì alla vita, quella scelta di accogliere la mia vita, non curandosi di tutti quei giudizi, di tutti quei pensieri. Una scelta che veniva da qualcosa di più profondo. La visione, avere la visione perché la mia vita poteva essere, come chi dice, è stato un incidente, poteva essere un incidente in realtà e poteva continuare ad esserlo, è una visione, però, quella, una prospettiva, ma
la visione di mamma e papà era diversa, era un dono, una benedizione, un segno dall’alto.”
Arturo Mariani è nato a Roma nel 1993, è nato senza la gamba e si dichiara “UNO” in gamba. Oggi è sposato, con un figlio, scrive e insegna, è un “motivatore”.
La mamma in una conversazione a chi le diceva che “Dio poteva fare un miracolo per lui”, rispondeva; “il vero miracolo non sta nel cambiare il corso delle cose, ma di accoglierle così come sono.”
L A P A R O L A
(dal Vangelo secondo Luca) Disse ai suoi discepoli: “E’ inevitabile che avvengono scandali, ma guai a colui a causa del quale avvengono. E’ meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato in mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo, ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “sono pentito”, tu gli perdonerai. Gli apostoli dissero al Signore: “Accresci in noi la fede!” Il Signore rispose: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare” ed esso vi obbedirebbe. (Lc 17,1-6)
Download PDFXXXIV Domenica T.O. Anno B
Re dell'Universo
L’ULTIMA GENERAZIONE
quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. |
Partendo dal presupposto che “quanto, però, a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa”(dal Vangelo), con una buona dose di sano realismo bisognerebbe provare a rileggere la Parola alla luce della propria personale condizione di vita. In seconda battuta, per conseguenza, anche a quella della società in cui si vive. In ogni caso, a ragion veduta, possiamo parlare di ultima generazione in rapporto agli anni che ciascuno vive in prima persona. Davvero possiamo rileggere, anche con riferimento ai nostri tempi che: “…sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo.” (dal Libro del Profeta Daniele)
ORA DI ADORAZIONE
Chiesa
Madonna degli Angeli
Sabato 16 Novembre 2024
dalle ore 16,00 alle 17,00
LE NOSTRE MONETINE
Anno B
riflessione a casa
CON LA FEDE E’ TUTTA UN’ALTRA COSA
XXX Domenica del T.O. Anno B