Anno C
Ci si mette in piedi al mattino appena svegli e, lo si voglia o no, si deve iniziare la giornata con l’energia necessaria per fare le cose da fare.
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Mi succede di pensare a come sarebbe stata
diversa la mia vita se non fossi stato battezzato. Non ci fu il mio consenso
informato quando i miei genitori mi portarono al fonte battesimale, ci fu in
parte quando ricevetti la Prima Comunione e la Cresima. In parte, perché, anche
se bambino, capivo che facevo qualcosa d’importante. Grazie agli anni del
catechismo e ai santi sacerdoti che si prendevano cura dell’oratorio. In qualche
modo lasciavo che lo Spirito Santo restasse dentro di me, lasciavo,
inconsciamente, che lavorasse sulla mia crescita, che era come custodita,
guidata, anche dagli altri fattori della maturazione, quali la famiglia e la
scuola. Successivamente, anche il mondo del lavoro. Eppure, sentivo che mancava
qualcosa, mancava il “fuoco” del Battesimo: “…io vi battezzo con acqua, ma
viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei
sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.” (dal Vangelo secondo
Luca).
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I miei presepi, compresi quelli che da piccolo
facevo con il nonno, sono sempre ambientati in un paesaggio notturno. Una
lucina, bella bianca, deve essere posta nella grotta, o nella capanna, nei
pressi della culla, o della mangiatoia, di Gesù Bambino, affinché illumini
quell’antro buio, ed in particolare, quella piccola statuetta con le braccia
alzate e benedicenti:“…la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno
vinta.” (dal Vangelo secondo Giovanni)