XXIVa Domenica T.O.
Anno A
Perdonare fino a 70 volte 7....cioè SEMPRE |
L’altro giorno mi sono sentito salutare da una
persona che consideravo amica, allungandomi la mano per una stretta d’amicizia,
che invece a suo tempo mi ferì non poco e su cui avevo tracciato una grande x.
Restai un attimo basito, ma poi ricambiai il saluto e la stretta e devo dire
che, subito dopo mi sentii come gratificato e circondato da una strana
sensazione di pace. Mi era successo pure di aver richiamato una persona della
mia cerchia familiare, cercando di farlo con rispetto ed attenzione, ma ne
scaturì solamente un po’ di ostilità. Ho sopportato con fatica, ma ho
sopportato. Ringrazio il Buon Dio per quel poco o tanto che ho potuto fare,
portando una parola di perdono e di pace che, successivamente, hanno preso
piede in famiglia. E’ proprio vero: “…Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce
tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e
misericordia.” (dal Salmo 102)
Ecco, in realtà, chi ci circonda con la sua
misericordia, è il Buon Dio, senza abbandonarci un attimo della nostra vita,
ammonendoci continuamente e: “…ricordati della fine e smetti di odiare, della
dissoluzione e della morte e resta fedele ai comandamenti.” (dal Libro del
Siracide)
Intanto, se desideriamo comprensione e
misericordia, cominciamo a seguire almeno un poco i suoi comandamenti. Vero che
basta anche un attimo di sincero pentimento, e questo solo Dio può saperlo, per
salvarsi dall’inferno, ma non è che il purgatorio sia proprio un bello stare.
Perché “tutti gli uomini, nessuno escluso, desiderano la felicità, la
beatitudine, ma hanno di essa idee differenti e la saggezza sbagliata di questo
mondo, che è proprio follia, parla senza capire quello che afferma.” (Isacco
della Stella, monaco cistercense)
C’è infatti molta confusione, soprattutto,
quando si parla di misericordia.
Per questo non servono più le tante parole, i
distinguo, ma servono le opere perché ora: “…fratelli, nessuno di noi vive per
sé stesso e nessuno muore per sé stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il
Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore.” (dalla Lettera di San Paolo
ai Romani)
Ora, non è, perciò, più tempo di sentirsi
protagonisti assoluti della propria vita, dal momento che abbiamo deciso di
divenire discepoli di Cristo. In Lui, ormai, dobbiamo spendere la nostra vita.
Entrando sempre più in relazione con Lui, con la preghiera, con i Sacramenti,
soprattutto l’Eucaristia, che presuppone la Confessione. Senza nascondersi
dietro ad un dito, il Vangelo parla chiaro: “…e Gesù gli rispose (a Pietro,
sempre lui): “non dico fino a sette volte sette, ma fino a settanta volte
sette.” (dal Vangelo secondo Matteo)
Non mettiamoci a fare conteggi o calcoli di
probabilità, la risposta è limpida, bisogna saper vedere l’altro per quello che
è, con una particolare attenzione alle cause che hanno portato all’offesa. Lo
si deve vedere, certo, con gli occhi della legge, ma soprattutto con gli occhi
della commozione perché: “…così il Padre mio celeste farà con voi se non
perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello.” (dal Vangelo secondo
Matteo)
Tutto questo per dire che il Signore, offeso
per i nostri peccati, è comunque sempre lì ad aspettarci per offrirci il suo
perdono, quello che non conosce calcoli, ma solo l’infinita condizione di
lasciarci avvolgere della sua misericordia.
Che non è retorica, perché abbiamo
l’opportunità di conoscerla concretamente in “quel cibo chiamato da noi
Eucaristia. A nessuno è lecito parteciparvi se non a chi crede che i nostri
insegnamenti sono veri, si è purificato con il lavacro per la remissione dei
peccati e la rigenerazione e vive così come Gesù ha insegnato.” (San Giustino)
Quest’esortazione proviene dagli albori del
cristianesimo, quindi, ben radicata nella diretta testimonianza apostolica.
Per
dire che il perdono nei confronti dei fratelli in Cristo ha dei contorni ben
precisi, delineati una volta per sempre sulla croce dove Gesù chiede al Padre
di perdonarli perché, anche noi, spesso non sappiamo ciò che facciamo.
Ora,
però, dopo l’ascolto di questa Parola, lo sappiamo.
Sir 27,33-28,9 / Sal 102(103) / Rm 14,7-9 / Mt 18,21-35
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