NOVE MESI PER LA VITA


QUinTO MESE

23   FEBBRAIO  2025

VOGLIO  LA MAMMA ………E IL PAPA’:

                                                QUANDO E’ LA MAMMA CHE ANELA AL FIGLIO


Sua madre era andata via due anni prima, in Argentina, per mettersi a servizio, per cercare di risollevare la famiglia che era caduta in povertà a causa di varie disgrazie e debiti. Lasciare il marito e i suoi due figli non era stato facile, era, però, una donna coraggiosa e decisa. Aveva trovato subito un buon lavoro e per un po’ di tempo mantenne una corrispondenza regolare con i suoi. Il figlio minore, 11 anni, amava moltissimo la sua mamma e non riusciva a rassegnarsi alla sua lontananza. Oltretutto, dopo un paio d’anni, accadde che la donna si ammalò e la famiglia presso cui era a servizio si trasferì, motivo per cui la famigliola non ricevette più notizie. L’angoscia cresceva sempre più, anche per l’impossibilità di partire alla sua ricerca da parte del marito, finché una sera Marco, il figlio più piccolo, insistette tanto che gli fu permesso di mettersi in viaggio. La storia narra delle vicissitudini a cui andò incontro il ragazzino, in continui contrattempi che lo spingevano di città in città in quella sterminata nazione americana. Nel frattempo la salute di sua madre, nonostante fosse aiutata e ben voluta, andò peggiorando, portandola in fin di vita. Povero, Marco, era un ragazzino forte e determinato, ma i problemi che dovette affrontare sembravano allontanarlo sempre più dal suo proposito: trovare la sua mamma. L’amore filiale è più forte, però, di ogni ostacolo, mentre l’amore materno permette di resistere oltre ogni tracollo. Accade, così, che questi amori s’intrecciano in modo inseparabile al punto che l’uno salva l’altro, e viceversa.  E’ quanto avvenne nella storia intitolata “Dagli Appennini alle Ande”, dove bastò la vista del figlio per salvare la vita della mamma, già morente. E’ un racconto, tratto dal libro “Cuore”, sufficiente per capire che non si può mai scindere la vita del figlio da quella della sua mamma. E’ una questione di cuori, ben espressa anche dal testo della canzone “Quando sarai piccola” di Simone Cristicchi.

 

LA PAROLA

Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore;

volgiti a me nella tua grande tenerezza. (Sal 69, 17)

 

Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo

che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”.

Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”.

E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. (Gv 19,26-27)

LA MISURA

Ottava Domenica del T.O.
Anno C

 


Il bello di noi uomini è che siamo creati ad immagine e somiglianza di Dio, così dice la Sacra Scrittura. E’ il nostro marchio, il nostro sigillo indelebile.   Nessuno lo sa ben decifrare, anche perché non sappiamo trattare la cera, perché “se la cera è troppo dura o troppo molle, all’atto dell’impressione del sigillo non ne riproduce pienamente l’immagine. Se invece si applica il sigillo quando c’è il giusto equilibrio tra le due, cioè tra durezza e morbidezza, allora la sua impronta sarà del tutto chiara e completa. Lo stesso è per la vita degli uomini”. (Sant’Anselmo d’Aosta)
In ogni caso resta il fatto che: “…come eravamo simili all’uomo terreno, così saremo simili all’uomo celeste.” (dalla prima Lettera di San Paolo ai Corinti)

BEATI AL BANDO

 Sesta Domenica T.O. 
 Anno  C
Chiesa delle Beatitudini in Galilea                                                                                                                               

 stampa  In questi tristi tempi, in alcune nazioni (Inghilterra, Canada) è vietato sostare davanti agli ospedali in atteggiamento di preghiera. Chiunque voglia stare, anche solo con una muta preghiera, nei pressi di quegli ospedali dove si uccidono essere umani innocenti con l’aborto, viene allontanato con la forza e portato in prigione. Siamo arrivati a questo punto e, purtroppo, pure con il silenzio dei pastori della Chiesa, timorosi di non oltraggiare la mentalità del “mondo” o di non compromettere il “politicamente corretto”. Quanto sono, perciò, vere le parole del Vangelo quando profeticamente dicono:“…beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo.” (dal Vangelo secondo Luca)
Beati, dice il Signore, elencando tutta una serie di situazioni difficili da gestire e da vivere. Beati, perché ciò avviene a causa sua, ci dice il Signore.

IMPURO E PECCATORE

Quinta Domenica T.O.
      Anno C

 stampa

Sarà capitato a tutti di tornare a casa dopo una giornata di lavoro negativa, in cui nulla è andato per il verso giusto. Sentirsi distrutto, deluso e preoccupato per i bisogni della propria famiglia è tutt’uno. Eppure bisogna ricominciare, senza abbassare la guardia e volgersi attorno per capire, per cercare di afferrare motivi di speranza. Un po’ come deve essere successo a Pietro quando si trovò di fronte Gesù che gli diceva: “…prendi il largo e gettate le vostre resti per la pesca.” (dal Vangelo di Luca)
Il futuro apostolo non immaginava di certo le reali intenzioni di quel “profeta”, ma: “…non abbiamo preso nulla, ma sulla tua parola getterò le reti.” (dal Vangelo) 

C’E’ LUCE NELLE PROVE DELLA VITA

Presentazione del Signore
Anno C

stampa
Al tramonto della vita, quando ci si accorge che le forze si attenuano progressivamente, quando gli entusiasmi stentano ad accendersi, si capisce che l’attesa è l’ultima fase della vita. L’importante è che sia un’attesa attiva quanto meno nella speranza che il mondo possa migliorare, perché sai che ci sono le condizioni. Perché sai che l’attesa, in fin dei conti, è il mistero della consapevolezza del tempo che ci sovrasta. Un mistero che, proprio attraverso la luce che è Gesù Cristo, rivela la grandezza, l’originalità e l’unicità di ogni vita umana. L’aveva capito il buon Simeone che, come riferisce il Vangelo, ci dovrebbe essere da esempio: “…ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per rivelarti alle genti.” (dal Vangelo secondo Luca)
Andare in pace, ecco come vorremmo camminare, come pellegrini verso la vita che verrà. Con “timore e gioia, due sentimenti che abitano il cuore veramente cristiano” (San Giovanni Crisostomo)