28 Dicembre 2014

Benedizione "Urbi et Orbi "
di Papa Francesco nel giorno di Natale

........Gesù Bambino. Il mio pensiero va a tutti i bambini oggi uccisi e maltrattati, sia a quelli che lo sono prima di vedere la luce, privati dell’amore generoso dei loro genitori e seppelliti nell’egoismo di una cultura che non ama la vita; sia a quei bambini sfollati a motivo delle guerre e delle persecuzioni, abusati e sfruttati sotto i nostri occhi e il nostro silenzio complice; e ai bambini massacrati sotto i  bombardamenti, anche là dove il figlio di Dio è nato.
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/urbi/documents/papa-francesco_20141225_urbi-et-orbi-natale.html





 Per pregare insieme per la vita
 ti ricordiamo il terzo appuntamento 
 dei "Nove mesi per la vita"
 durante i quali si prega perchè la vita ... viva.


 Domenica 28 Dicembre 2014
alle ore 16
 presso la Chiesa della Madonna degli Angeli
 in via Madonna degli Angeli, 34
 a Vigevano.


     


 

Secondo il mondo...secondo le scritture...

...Secondo il mondo ...

Ancora oggi, ancora una volta una notizia tragica per tutti, per chi compie quel gesto (la mancanza di un aiuto vicino, la paura di non farcela economicamente, la paura del "cosa dirà la gente", la paura del proprio futuro, la paura della mancanza dei propri spazi per l'avvenire, ma forse soprattutto la paura di amare!!), per chi si trova a viverlo, per chi lo vive da spettatore (quante domande, quanti perché, chiedersi: cosa avrei fatto io? sono stato "l'aiuto vicino" per tante situazioni? Ma in fondo, mi riguarda?).
In silenzio possiamo leggere la notizia:
http://www.infooggi.it/articolo/nulla-da-fare-per-la-neonata-abbandonata-tra-i-cassonetti-a-palermo/73482/    

...secondo le scritture ...

 
 Per pregare insieme per la vita
 ti ricordiamo il prossimo appuntamento 
 dei "Nove mesi per la vita"
 durante i quali si prega perchè la vita ... viva.


 Domenica 30 Novembre 2014 alle ore 16
 presso la Chiesa della Madonna degli Angeli
 in via Madonna degli Angeli, 34
 a Vigevano.



Santa Gianna Beretta Molla: Mostra Fotografica


Siamo lieti di onorare Santa Gianna Beretta Molla, organizzando una mostra fotografica che racconta la sua vita.
Non a caso tale mostra sarà allestita presso la Chiesa della “Madonna degli Angeli” in Vigevano, perché in questo “Santuario della Vita”, dal 2006 è possibile ammirare il bel dipinto di Carlo Alberto Robbiati.
E’ una semplice “edicola”, ma veramente questa Santa della vicina Magenta distende la sua protezione su quanti la invocano come Madre di famiglia che ha vissuto una “Vita per la Vita”.
E’ il titolo della Mostra che resterà aperta dal 30/03/2014 fino al 04/05/2014 e sarà visitabile durante il seguente orario di apertura: ogni sabato e domenica 10-12,30 / 15,30-18,30.
Aggiungiamo una sintetica biografia di Santa Gianna Beretta Molla, qualora voleste evidenziare in modo più che appropriato la nostra proposta, quale momento di approfondimento culturale e religioso.
Contiamo sul vostro consenso e su una vostra visita e, inoltre, se potete, fate girare la notizia.
Gaetano Mercorillo (per il Centro di Aiuto alla Vita Lomellino).

 

Gianna Beretta Molla nasce a Magenta (Mi) il 4/10/1922.

Già dalla prima giovinezza accoglie con piena adesione il dono della fede e l’educazione limpidamente cristiana che riceve dagli ottimi genitori, che la portano a considerare la vita come un dono meraviglioso di Dio. L’Eucaristia diviene così molto presto sostegno e luce della sua fanciullezza, adolescenza e giovinezza.
In quegli anni non mancano difficoltà e sofferenze: cambiamento di scuole, salute cagionevole, trasferimenti della famiglia, malattia e morte dei genitori.
Tutto questo, però, non produce traumi o squilibri in Gianna, data la ricchezza e la profondità della sua vita spirituale, anzi, ne affina la sensibilità e ne potenzia la virtù. Traduce la sua fede in un impegno sempre più generoso di apostolato tra le giovani nell’Azione Cattolica e di carità verso vecchi e bisognosi nelle Conferenze di S. Vincenzo.
Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1949 nell’Università di Pavia, apre un ambulatorio medico a Mesero e si specializza in pediatria. Compie la sua opera di medico, che sente e pratica come una missione, e al tempo stesso, vive il suo tempo con gioia nella passione per la musica, la pittura, lo sci e l’alpinismo.Vorrebbe partire come missionaria laica per aiutare il fratello padre Alberto, medico missionario cappuccino a Grajau in Brasile, ma il Signore la chiama alla vocazione del matrimonio e Gianna l’abbraccia con tutto l’entusiasmo e s’impegna a donarsi totalmente “per formare una famiglia veramente cristiana”. Si sposa con l’ing. Pietro Molla il 24 settembre 1955. E’ mamma più che felice di Pierluigi, di Mariolina e di Laura. Sa armonizzare, con semplicità ed equilibrio, i doveri di madre, di moglie, di medico a Mesero e a Ponte Nuovo di Magenta, dove si trasferisce da sposata.Nel settembre 1961, verso il termine del secondo mese di gravidanza, è raggiunta dalla sofferenza e dal mistero del dolore: insorge un voluminoso fibroma, tumore benigno, all’utero. Viene operata, con tutti i rischi del caso e alcuni giorni prima del parto è pronta a donare la sua vita per salvare quella della sua creatura, e dice al marito Pietro: “se dovete decidere fra me e il bimbo, nessuna esitazione: scegliete – e lo esigo – il bimbo. Salvate lui”. Il mattino del 21 aprile 1962 dà alla luce Gianna Emanuela. Dopo poche ore le condizioni generali di Gianna si aggravano: febbre, sempre più elevata, e sofferenze addominali atroci da peritonite settica. Nonostante tutte le cure praticate, le sue condizioni peggiorano di giorno in giorno. All’alba del 28 aprile viene riportata nella sua casa di Ponte Nuovo di Magenta, dove muore alle ore 8,00 del mattino. Viene sepolta nel cimitero di Mesero, mentre rapidamente si diffonde la fama di santità per la sua vita e per il suo gesto di amore grande, incommensurabile, che l’ha coronata.

Gianna è stata proclamata santa il 16 maggio 2004 da Giovanni Paolo II. La sua festa votiva è il 28 aprile.
(A cura dalla Fondazione Santa Gianna Beretta Molla)

 

 

 

Ringraziamento



Carissimi,
ho lasciato trascorrere  un  po’  di tempo dalla mia Ordinazione 
Diaconale: è stato un momento eccezionale e la gioia, la pace e la serenità che hanno investito la mia persona mi hanno come frastornato. Ancora oggi sento di aver avuto tanto, forse troppo, e non passa giorno che non pensi e ripensi all’insufficiente senso di gratitudine che mi pervade. Verso il Buon Dio, verso chi è stato sempre al mio fianco e mi ha sostenuto nei momenti più difficili, verso chi mi ha aiutato nel cammino di studio e preparazione, verso chi ha creduto nel mio sentire vocazionale, verso chi ha gioito per il dono umilmente ricevuto.
Ma ora voglio rimediare: grazie per la vicinanza e la condivisione nella gioia. E’ il tassello che rende pienamente comprensibile il volto del servizio nello spirito di comunione e di amore fra di noi, nell’abbraccio della Chiesa, quale corpo di Cristo Gesù che ci rende fratelli in Dio Padre per mezzo dello Spirito Santo che permanentemente ci è donato. 
Non è stupendo? Credo proprio di sì. 
Un fraterno e caro saluto.

Gaetano Mercorillo

2 febbraio 2014 - 36a Giornata per la vita



 "GENERARE FUTURO"
“Generare futuro”, un futuro di speranza, sostengono i nostri vescovi nel loro messaggio in occasione della XXXVI giornata per la vita. Diamoci, allora, da fare per diffondere questo auspicio, sostenendo e confermando tutto il nostro impegno per combattere la buona battaglia per la vita. Che non è solo la riconferma dei valori non negoziabili sul diritto a nascere per tutti, sul diritto a vivere in dignità fino alla fine naturale dell’esistenza. Ma è pure il contrasto alla deriva di un futuro dell’umanità che non vuole più riconoscere la verità sull’uomo consolidata nella giustizia e nella libertà.
I vescovi ci dicono, nel documento, tante altre cose, tutte giuste e vere, legate all’attuale momento storico impregnato di crisi economica e sociale: se solo come Chiesa locale fossimo capaci di trasformarle in riflessivi confronti e in concreti fatti di solidarietà e di fondamenta per la costruzione di un futuro, almeno fra noi, più comunitario, più fraterno, più sollecito! Allora, proprio si capirebbe perché siamo sempre costretti ad utilizzare il “noi” quando si tratta di affrontare i problemi che ci sormontano, che all’orizzonte ci annichiliscono facendoci tremare, se non riusciremo a fermare quell’onda di distruzione, come foglie autunnali destinate al marciume di un fango che tutto affonda. E l’onda è già qui che arriva: quando si vuole ergere l’aborto a diritto civile; quando si vuole obbligare all’eutanasia come gesto di bontà; quando  non si vuole riconoscere l’uomo nella sua naturale sessualità; quando si vuole distruggere la famiglia, quale naturale fondamento di ogni civile società; quando si vuole creare, a tutti i costi, esseri umani senza padri e senza madri; quando lo Stato relativista, proprio perché tale, si avvia verso la Dittatura relativista; quando il destino dell’umanità è parametrato solo in funzione della resa economica e dell’equilibrio di bilancio; quando l’educazione dei figli viene di fatto tolta al padre e alla madre; quando la Chiesa è l’ultimo baluardo da demolire per la vittoria definitiva del Male sul cuore degli uomini; quando…tutto questo non potremo neppure più scriverlo sui giornali, pena la persecuzione ed il carcere alla luce di una giustizia liberticida che si sta preannunciando anche nelle nostre aule parlamentari.
Qui non si tratta più di essere sentinelle, ma di rispondere colpo su colpo, certo con lo stile da cristiani che devono ritornare a fecondare il mondo con il proprio ancoraggio a Gesù Cristo e con la propria  via morale, come unici passaggi per ritornare a plasmare la città dell’uomo, nella sicura prospettiva di poter così guardare con fiduciosa speranza alla Città di Dio. 
Di questo siamo certi, non c’è relativismo che tenga, e nessuno potrà impedirci di professarlo, confessarlo e viverlo. Cominciando, perché no?, con l’opportunità di questa benedetta annuale (che diventi per ciascuno quotidiana) giornata per la vita.


Gaetano Mercorillo
Presidente del Centro di Aiuto alla Vita Lomellino

Ordinazione diaconale - Duomo di Vigevano

Carissimi,
come probabilmente ben saprete, sabato 11 Gennaio sarò ordinato Diacono Permanente della Chiesa vigevanese. E’ uno di quei momenti nevralgici della vita che demarcano un’esistenza.
Ma non ci si arriva per caso, per uno scherzo del destino, è il frutto di una semina che inizia molto lontano nel tempo.
Quando avvenne la semina, dove cadde il seme, come venne curato, coltivato, chi fu il seminatore, proprio, a volte, non si sa come e dove  collocare queste fasi nell’arco del cammino che siamo chiamati a percorrere con il trascorrere degli anni. Ecco, a proposito di cammino, devo dire che le domande principali riguardo a quanto fatto e a quanto si può ancora fare nella vita, mi sono nate dentro mano a mano che percorrevo il Cammino di Santiago. Con Mariella abbiamo cercato con questa esperienza di percorrere da pellegrini le strade che portano alla tomba di San Giacomo Apostolo in Galizia, perché in qualche modo abbiamo scoperto una dimensione della nostra spiritualità che ci ha rigenerato e, quasi, come dire, rinfrescati nel gustare le cose belle che vi abbiamo incontrato. Personalmente, poi, ho vissuto un particolare momento quando, per sostanziare il mio essere pellegrino, ho messo al collo la croce di Santiago, una piccola croce di legno, che da allora, ho deciso di non togliere più, a testimonianza che l’intera nostra vita è un pellegrinaggio verso l’oltre, verso la salvezza che l’Amore di Gesù Cristo per noi, per tutti noi, ci garantisce.
Non si può allora sprecare questa possibilità, mi sono detto, bisogna farlo sapere a più gente possibile, bisogna a nostra volta, diventare strumenti di aiuto, testimoni viventi, riflesso di questa grande certezza: Dio ci ama, Dio ci ha creati e ci vuole con sé per quello che siamo, cioè suoi figli. E se siamo suoi figli, siamo anche fratelli nell’umanità, motivo per cui tutto dobbiamo fare per il bene di chi ci è accanto e di chi potremo ancora incontrare da qui al termine della nostra vita terrena. Niente di sconvolgente, abbiamo sempre cercato di vivere in questo modo, io e Mariella, nel Gruppo Giovanile dell’Immacolata, nel nostro Matrimonio, nella maternità e nella paternità, nel servizio alla Chiesa vigevanese, nella carità e nella partecipazione comunitaria e sociale, e così abbiamo intenzione di continuare a fare. Abbiamo, però, ora, una marcia in più, un carisma da valorizzare maggiormente, una responsabilità più pesante da incarnare, ma il vissuto vocazionale che ciascuno identifica per sé non è proposto e spianato davanti a caso, è la risposta ad una chiamata che ha in sé i doni che ne garantiscono il buon esito. E’ quanto avverrà sabato con le Ordinazioni Diaconali.
E se ci credete, parteciparvi sarà per tutti una bella esperienza fonte di ogni gioia.
Con amicizia.

Gaetano Mercorillo.