Seconda Domenica di Avvento
Anno B
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri |
Quando si cammina, da soli, in aperta campagna, con una visione senza limiti che cavalca avvallamenti, colline, ponti, campi, boscaglie, sotto un cielo terso, e ti fermi in contemplazione di tale bellezza, dell’inusuale silenzio, è come se ti trovassi davanti ad una terra nuova, a cieli nuovi. Davvero è quello il tempo di rallegrarsi, non si ha più paura, perché s’intravede come un’uscita dalla condizione di miseria ed incertezze che il mondo produce ogni giorno di più.
Cosa
ancora deve succedere per capire quanto scrive l’apostolo Pietro:“…aspettiamo
nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia. Perciò carissimi,
nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza
colpa e senza macchia.” (dalla seconda Lettera di San Pietro)
Guardiamoci
attorno, dove stanno le colpe e le macchie dei discepoli di Cristo se non nell’accondiscendenza
alle cose del mondo. Non è facile andare controcorrente, ma ciascuno deve
cominciare a preoccuparsi del proprio stato perché non sappiamo quando il
“mondo visibile passerà e quello che attendiamo verrà più bello, però nessuno
cerchi di sapere la data poiché non ci spetta di conoscere tempi o momenti che
il Padre ha riservato alla sua scelta.” (San Cirillo di Gerusalemme)
Più
che logico, ciò non toglie che in quel cammino che intraprendiamo, ogni giorno
che il Buon Dio ci manda, si debba perseguire ad ogni costo la giustizia. Nei
confronti, soprattutto, dei più deboli.
E’
bello sentire il Salmo che recita:“…giustizia camminerà davanti a lui: i suoi
passi tracceranno il cammino.” (dal Salmo n.84)
I
suoi passi sono la nostra traccia da seguire. Quando quei passi, poi, diventano
quelli che portano al Golgota, ecco che ci assale la paura di non riuscire a
seguirli.
Sono
tracce pesanti perché sopportano tutte le ingiustizie che deturpano il volto
dell’uomo, come deturpato è il volto del crocifisso. Però, ci dobbiamo provare,
sarà una fatica salutare, in quanto aiuta a staccarsi dalle cose che occupano
l’attenzione e il cuore in un frastuono di accattivanti inganni. Occorre
fermarsi, guardarle bene quelle tracce, così come faceva colui che è “voce di
uno che grida nel deserto”. Nel deserto
della disperazione, della perdizione occorre proprio che si alzi un Giovanni
che ci urli:“…viene dopo di me colui che è più forte di me; io non sono degno
di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali.” (dal Vangelo secondo Marco)
Sciogliere
il sandalo era ritenuto, presso gli antichi, uno di quei gesti che potevano
fare anche i più miseri fra gli uomini e si usava quando un designato sposo
rifiutava di sposare una giovane che gli era stata promessa. Tanto per dare
un’idea di che pasta era fatto il Giovanni Battista. Anche noi dovremmo
assumere tali comportamenti, nell’attesa di terra e cieli nuovi, che per oggi,
possiamo intravedere, ancora una volta, nella venuta di nostro Signore Gesù
Cristo in questo Natale sempre più vicino. Che, oltre a presentarsi in quella
mangiatoia che conosciamo, ci dice pure, tramite il profeta Isaia, lo stile con
cui si prenderà cura di tutti noi:“…come un pastore egli fa pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce
dolcemente le pecore madri.” (dal Libro del profeta Isaia)
Ci
rendiamo conto con chi abbiamo a che fare? Un Dio, il nostro Dio che si mostra
nella sua potenza, prendendo in braccio i piccoli, portandoli sul proprio cuore
e curando le loro madri con una dolcezza che solo i veri mariti sanno fare. E
il mondo cosa fa, invece, usa loro solo violenza fin dall’inizio della loro
vita. E’ l’ingiustizia che, purtroppo, cammina davanti a lui. Sgominiamo tale
stato di cose e possiamo farlo perché “chiunque persevera nell’innocenza e
nella semplicità, non nuoce e non è a carico di nessuno. Contento della sua
semplicità non desidera nulla più che un riparo che lo preservi dal divenire
preda dei nemici.” (San Giovanni Cassiano) Certo che il Buon Dio ci protegge
dal male, fin dal principio, infatti, ci ha assegnato un angelo custode, da
parte nostra abbiamo solo il dovere e l’impegno di metterci in cammino verso la
terra nuova, dove giustizia regnerà.
Is 40,1-5.9-11 / Sal 84(85) / 2Pt 3,8-14 / Mc 1,1-18Digiemme