“Tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno” Mt 26,52
“Sono venuto a portare non pace, ma spada” Mt 10,34
Partiamo da Los Arcos che è ancora buio, il cielo è nuvoloso, la temperatura è
intorno ai 13/14 gradi, fa freschino. Nel pomeriggio il caldo segnerà 33/34
gradi; non male come sbalzo termico. Tanto per avere un’idea dell’evolversi
della giornata.
All’uscita del paese fiancheggiamo il cimitero, e tiriamo dritto, avrei voluto
leggere l’iscrizione che sapevo c’era “Yo che fui lo que tù eres, tù seràs lo
que yo soy” che dice più o meno “Io fui quello che tu sei, tu sarai quello che
io sono”, ma come dicevo era ancora buio, perciò…anche le tremule luci votive al
tenue lontano chiaror dell’aurora c’invitarono ad allungare il passo.
Siamo nella regione della Rioja, molto conosciuta anche a livello internazionale
per l’eccellente vino “tinto” che si produce negli estesi vigneti della sua
terra.
E’ facilmente immaginabile, quindi, un profilo paesaggistico scandagliato in un
continuo terrazzamento su ondulate e armoniose linee di avvallamenti, “alti”,
declivi, tratti interrotti da casolari o “Ermite”.
Quest’oggi di chiese campestri (appunto le “Ermite”) ne incontreremo due:
l’Ermita de la Virgen de Poya (XVI secolo) prima dell’Alto de Poyo e l’Ermita
del la Virgen de Las Cuevas, dopo Viana.