Nel pomeriggio di Lunedì scorso 15 Maggio i ragazzi del Noviziato del gruppo scout "Vigevano 1" hanno incontrato Silvia, punto di riferimento del Centro di aiuto alla vita, sede di Vigevano, per scoprire una realtà importante presente sul territorio lomellino, che fornisce un grande supporto a donne in difficoltà che aspettano un bambino.
Silvia si è poi raccontata ai ragazzi, cercando di trasmettere loro la bellezza di una scelta di servizio rivolta al prossimo con la gioia che ne scaturisce.
Ringraziamo con tutto il cuore i volontari che si dedicano a questa missione e ci auguriamo che anche nei nostri ragazzi germogli quell’attenzione che sceglie la vita e allontana l’egoismo.
Grazie a tutti voi del CAV
"Gli scout del Vig 1"
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L'attenzione che sceglie la VITA
Gender: un altro attacco alla famiglia.
Non si può negare che, da tempo, nella famiglia si insinuano ideologie spesso veicolate dai mass media che ormai rappresentano la fonte principale di "culturazione" della società.
Così i benpensanti hanno
introdotto il concetto di genere
partendo dall’asserzione secondo cui essere maschio o femmina in virtù della
sessualità con cui si nasce, è frutto di antiche, anzi vecchie filosofie che avrebbero schiavizzato la
persona umana.
Qualcuno ha pensato di
“liberare” l’essere umano dalla propria sessualità e ha cominciato a far circolare
l’ideologia gender per la quale una
persona è maschio o femmina in funzione della sua soggettiva percezione di sé e
non in virtù della propria struttura biologica: vale a dire che oggi mi sento
femmina ma domani mi percepisco maschio.
Un altro attacco alla
famiglia: per questo il CAV Lomellino sezione Gambolò, con la collaborazione del Parroco Don Paolo Nagari e
il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, ha proposto nella serata di venerdì
30 ottobre presso l’Auditorium di Gambolò un importante incontro sul tema “Difendiamo la famiglia naturale: riflessioni
sul gender”.
DIFENDIAMO LA FAMIGLIA - Riflessioni sul Gender
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Emergenza al Centro di Aiuto alla Vita Lomellino
Una telefonata che ti sorprende nel bel mezzo
di una vacanza al mare.
E’ il ginecologo che non ti aspetti, che ti parla e ti dice (ma è proprio lui ?) che forse un bambino si potrà salvare, ma serve l’aiuto e la presenza di tutti, anche la tua.
E’ il ginecologo che non ti aspetti, che ti parla e ti dice (ma è proprio lui ?) che forse un bambino si potrà salvare, ma serve l’aiuto e la presenza di tutti, anche la tua.
Improvvisamente sole, mare, nuotate, sabbia
bollente, vele bianche, chiacchiere d’ombrellone perdono gusto e colore: quello
che conta è arrivare in tempo, tornare per tempo e di tempo ce n’è poco.
Ecco in questi casi sembra che i minuti e le
ore scorrano più veloci e i giorni utili sono pochi.
Da quel momento è tutto un susseguirsi di
chiamate, messaggi, concitate ricerche: chi è a casa?chi può andare
all’appuntamento ormai fissato? Non hai dubbi , lasci tutto, sali in macchina e
torni verso la città afosa, che ti pare lontanissima. Il viaggio, al contrario,
ti sembra breve, tanti sono i pensieri che affollano la tua mente e le
preghiere che cerchi di mormorare, anche quelle che pensavi di non ricordare
più.
Finalmente arrivi nel gelido reparto
ospedaliero, incontri l’amica che sarà con te in questo colloquio che si
presenta non facile e poi… arriva lei, la futura mamma.
E’ una donna forte, quasi rude, che ti guarda dritto negli occhi, che non vorrebbe tirarsi indietro di fronte a una responsabilità, non l’ha mai fatto, ma questa volta è diverso, le difficoltà sono tante, troppe, sembrano insormontabili.
E’ una donna forte, quasi rude, che ti guarda dritto negli occhi, che non vorrebbe tirarsi indietro di fronte a una responsabilità, non l’ha mai fatto, ma questa volta è diverso, le difficoltà sono tante, troppe, sembrano insormontabili.
Non trovo le parole giuste, non vengono mai,
invece Lena parla con dolcezza, sa usare le parole e il tono giusto della
verità, tocca i tasti più sensibili.
Silvia scioglie la sua durezza, piange, sa cos’è una vita. Glielo ha detto anche la sua bambina Chiara, che ha saputo del fratellino che potrebbe arrivare.
Silvia scioglie la sua durezza, piange, sa cos’è una vita. Glielo ha detto anche la sua bambina Chiara, che ha saputo del fratellino che potrebbe arrivare.

Possiamo ucciderlo? La mamma piange, sa che
non lo farà e noi l’aiuteremo, come l’ha aiutata quel burbero ginecologo, che
ha captato il grido d’aiuto che a lui, in particolare, veniva lanciato.
Piera
Nel piccolo santuario della Vita, Chiesa della Madonna degli Angeli, l'ultima domenica del mese è la domenica degli "angeli"
Alla chiesa della Madonna degli Angeli alle ore 16,00.
Ogni mese, per nove mesi consecutivi, da ottobre a giugno, all' ultima domenica del mese preghiamo alla presenza di Gesù Eucaristia per le mamme in attesa, per i danni che l'aborto comporta alle donne che per motivi e problemi si sono sentite spinte o costrette a viverlo, e soprattutto per i bambini che, nel seno della mamma, stanno vivendo un periodo difficile verso una decisione di vita o di morte.
Grazie per la tua partecipazione e per la tua preghiera.

Sempre ogni ultima domenica del mese, presso la nostra Chiesa della Madonna degli Angeli a Vigevano, durante la Santa Messa delle ore 9,15, viene ricordata l'esistenza dei bambini mai nati.
La Vita inizia con il concepimento, anche dei bimbi che vogliamo onorare nella preghiera. I loro genitori hanno sofferto, mamme e papà hanno pianto perché i loro figli non hanno visto la luce; altri invece li hanno volontariamente rifiutati con l'aborto per poi, amaramente, pentirsene.
Ci resta nel cuore e nella mente la certezza che questi bimbi nella loro breve vita hanno vissuto il significato del dono, ma, se pure non per tutti, questo dono è divenuto scarto.
Per Dio Padre non è così, ogni sua creatura è per Lui, è con Lui.

E', questo, un buon motivo per elevare, unitamente, anche una preghiera di suffragio per tutti i benefattori della vita che, nel seguire Gesù, hanno testimoniato il Vangelo della Vita.
PERCHE’ UNA SPOSA E UNO SPOSO COMMUOVONO
Si celebrano sempre
meno matrimoni. E’ tanto vero che negli ultimi tempi mi è capitato di
assistere e partecipare a solo due matrimoni: uno civile e uno
religioso.
La gioia che zampillava, in quei giorni, durante la celebrazione, diventava via via un fiume che porta con se’ immagini, sensazioni e ricordi che bagnano ancora i miei pensieri.
Ed è un bene perché l’aridità’ di tante situazioni “simil matrimoni” lascia, invece, indifferente e forzata condiscenza..
Allora mi domando: perché si rifiuta di bere a tali sorgive, perché non si coglie la bellezza del matrimonio?
Guardate la sposa, guardate lo sposo: perché commuovono quando pronunciano il loro “si’”?La gioia che zampillava, in quei giorni, durante la celebrazione, diventava via via un fiume che porta con se’ immagini, sensazioni e ricordi che bagnano ancora i miei pensieri.
Ed è un bene perché l’aridità’ di tante situazioni “simil matrimoni” lascia, invece, indifferente e forzata condiscenza..
Allora mi domando: perché si rifiuta di bere a tali sorgive, perché non si coglie la bellezza del matrimonio?
Perché lasciano scorrere anche in loro, nel loro donarsi anima e corpo, quel fiume carsico, che in quel giorno viene in superficie, che unisce e continua una storia di storie che si tramandano da generazioni in generazioni.
Guardate il padre della sposa: è con la mente ai primi giochi che imbastiva con lei quando ritornava dal lavoro. La madre dello sposo lo abbraccia, stretto, sentendo le sue larghe spalle come quando lo alzava per il bagnetto nella vaschetta e pensa che anche lui, fra non molto, si metterà a giocare carponi con i figli che verranno.
E gli amici che fino a ieri si godevano i momenti dei sogni sulla loro vita, le panzane delle illusioni ed ora vedono la concretezza di una promessa fatta in condivisione.
E i parenti, nonni, zii, cugini, venuti con riserbo e impazienza di capire come cambia quel ragazzo e quella ragazza in un uomo e una donna, che si accostano come un corpo solo a consegnare i confetti della gratitudine e della felicità da condividere.
Ecco, forse, commuovono questi matrimoni, questi sposi, perché vogliono mettersi in comunione con il prima dei genitori, degli zii, dei nonni, dei testimoni, degli amici, e con il dopo dei figli che sanno di dover accogliere.
In quel giorno, anche senza esagerare, senza troppi fronzoli, c’e’ la genuinità della trasparenza: tutto appare più logico, più semplice. Non occorrono stravaganze, stupire ad ogni costo, la bellezza della sposa e dello sposo (anche se belli non fossero) sta nel gesto del dono di se’ stessi che, se anche già avvenuto nell’intimità, ora è espressione di un dono verso le persone che stanno loro attorno. Non ci si può non commuovere.
Da quel momento il fiume riprende a scorrere impetuoso. Tutto il resto è noia.
Gaetano Mercorillo.
Ringraziamenti e considerazioni
Desidero
ringraziare tutte le realtà che si sono messe a disposizione e si sono
impegnate perché la Giornata
per la Vita del 1°
febbraio fosse realmente un punto di partenza, un momento
di approfondimento
sul tema della Vita, primo e irrinunciabile valore, unico e irripetibile.
Il
ringraziamento va’ alle parrocchie, alle chiese, ai santuari della nostra Diocesi
in cui si è parlato di Vita; va’ alle
associazioni che ci hanno affiancato e sostenuto, alla Pastorale Giovanile che
ci ha ospitato, alla Pastorale delle Vocazioni, all’ufficio diocesano per la Pastorale famigliare che
ci ha sostenuto e ospitato nel Santuario di Pompei e della famiglia, per la
veglia diocesana per la vita. Un vivo grazie a sua eccellenza Monsignor Vescovo
per la sua presenza e per la sua parola.
La preparazione
della giornata per la vita ha visto due momenti significativi; il primo presso
l’Istituto Negrone, la sera del 24 gennaio insieme ai giovani degli oratori
cittadini; giovani che riuniti per il “Sabatado”, loro appuntamento mensile, hanno avuto la
possibilità, attraverso la lettura di alcuni passaggi del messaggio dei vescovi
italiani per la Giornata
per la Vita dal
titolo “Solidali per la Vita”,
di riflettere sul significato e sul senso e sull’importanza della vita nella
nostra cultura sia come valore irrinunciabile, sia come impegno fattivo attraverso
l’aiuto concreto e l’atteggiamento di misericordia e
di “cammino insieme”che sempre
lo accompagna.
Due
le testimonianze che il Centro di Aiuto alla Vita ha preparato per la serata,
testimonianze vere e reali perché
vissute da persone che il Centro, attraverso la presenza presso l’ospedale
Civile di Vigevano e l’Asilo Vittoria di Mortara, segue e sta seguendo; testimonianze che per i
ragazzi e i giovani presenti hanno significato e sono state forse il primo contatto
con il mondo del volontariato, dell’impegno e della disponibilità personale.
La
prima è il racconto partecipato e sofferto di una signora del Marocco che ,
arrivata in Ospedale per le procedure di aborto, si è sentita sostenuta e
accompagnata nel cammino verso la nascita del suo bambino, la seconda è il
racconto di una signora che, costretta dal marito a fissare la data
dell’aborto, è riuscita con l’aiuto e il sostegno dei volontari, a capire la bellezza del dono della maternità che ha
poi portato alla pacificazione familiare.
Una
terza testimonianza, preparata e offerta dagli amici del Centro di Aiuto alla
Vita di Casale Monferrato, è stata incentrata dapprima sul lungo cammino di
conversione, per arrivare successivamente alla pacificazione interiore della
mamma verso il suo bambino, quel bambino che lei a suo tempo aveva rifiutato, giungendo
anche a dargli un nome, Luca, e a sentirlo sempre vicino come figlio e come
protettore.
Il
secondo momento vissuto in preparazione alla giornata per la vita del 1°
febbraio, si è svolto presso il Santuario della Madonna di Pompei e Santuario
della Famiglia, la sera del 31 gennaio con la Veglia per la vita, con adorazione eucaristica e
la recita del rosario meditato con riflessioni tratte dal messaggio dei Vescovi italiani per la 37ma giornata
della vita.
A
guidare la Veglia Monsignor
Gusmitta alla presenza di Monsignor Vescovo.
Nel
suo intervento Mons. Vescovo ha richiamato dapprima il dramma di ogni vita
umana; a questo proposito voglio evidenziare l’ideologia attuale, che a partire
dalla Conferenza del Cairo del 1994, porta stragi di vite umane
e un violento
attacco alla famiglia cuore della vita, perché ritengo che sia un problema che
interpella tutti ma in particolar modo le tre agenzie educative quali la
famiglia, la scuola e la chiesa stessa.
In
secondo luogo sua Eccellenza ha definito la vita come frutto di una relazione
sempre, che vede nell’uomo e nella donna che si relazionano e si amano, il
punto focale per lo sbocciare della vita e per la costruzione della famiglia.
A
questo riguardo desidero proporre una piccola riflessione, suggeritami da
un’indagine fatta su giovani praticanti nella fascia di età 15/25 anni della
provincia di Novara e commissionata dall’Associazione Difendere la vita con
Maria”.
“Mentre
le società tradizionali possedevano uno stile di vita, le società moderne
possiedono gli stili di vita: si preferiscono “valori” che insistono
sull’autonomia dell’individuo, sull’auto-realizzazione, piuttosto che i
valori che implicano sottomissione e
delega ad altri (genitori, insegnanti,educatori) per le proprie scelte’’.
Per
portare un esempio, alla domanda “prima di sposarsi è meglio fare una prova di
convivenza?” il 50,8 % risponde positivamente, così come il 33,4 % risponde
positivamente alla domanda “se ti capitasse di rimanere incinta senza volerlo,
abortiresti?”.
Occorre
veramente molta preghiera perché la cultura della vita riprenda e permei
nuovamente la nostra società o almeno il nostro agire e il nostro impegno di
cristiani, così che la Vita
viva.
Riccardo
Cervio
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