XXVI Domenica T.O. (Anno C)
Abramo dice che fra dove si trovano lui e
Lazzaro, e dove si trova il ricco c’è un abisso insormontabile, perciò la loro
situazione è definitiva: tanto per semplificare, per gli uni il paradiso, per
l’altro l’inferno. Oggi, l’abisso è davanti ai nostri piedi, siamo ormai in
un’orgia di assoluta indipendenza da Dio: ci mancava solo il diritto a morire
con il suicidio assistito, l’anticamera della rottamazione umana, quando
qualsiasi malato sarà ritenuto un peso per la società. E’ allucinante, il
vitello d’oro della libera scelta viene offerto come una droga che intorbidisce
ogni mente e ogni cuore, ogni legge e ogni religione. E loro: “…bevono il vino in larghe coppe e si ungono
con gli unguenti più raffinati, ma della rovina di Giuseppe non si
preoccupano.” (dal Libro del profeta Amos).