“…fratelli,
se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?” (dalla Lettera di San Paolo ai
Romani)
Mi sembra di vederlo San Paolo, tranquillizzare i romani sotto pressione per la caccia ai cristiani scatenata dai padroni di allora. La sua autorevolezza era sicuramente notevole, dicono, non altrettanto la sua eloquenza. Però, sapeva sicuramente scrivere, come dimostrano le sue lettere. E i cristiani crescevano di numero, nonostante le persecuzioni. Il mio parroco, da bambino, aveva la stessa autorevolezza, quando andava sull’ambone e tuonava, e la gente lo ascoltava, aveva fiducia in lui e nessuno si sognava di trascurare i bisogni della parrocchia, dei poveri, dell’educazione, dell’oratorio, delle processioni, delle catechesi. E i cristiani crescevano, se non di numero, quanto meno nella consapevolezza della presenza e della testimonianza nella società, nella politica, nella professione della nostra religione. Fino a quando, il consumismo da una parte, il modernismo dall’altra, non hanno minato le fondamenta della morale cristiana e lo stesso corpo ecclesiale. I risultati sono davanti ai nostri occhi, tanto che confusione e dispersione sono ormai un’evidenza tale da rendere la presenza dei cristiani nella società quasi totalmente ininfluente. A stento si riesce a trovare testimoni autentici, capaci di credere nonostante tutto:
“…ho creduto anche quando dicevo: “sono troppo infelice”.” (dal Salmo 115)
Mi sembra di vederlo San Paolo, tranquillizzare i romani sotto pressione per la caccia ai cristiani scatenata dai padroni di allora. La sua autorevolezza era sicuramente notevole, dicono, non altrettanto la sua eloquenza. Però, sapeva sicuramente scrivere, come dimostrano le sue lettere. E i cristiani crescevano di numero, nonostante le persecuzioni. Il mio parroco, da bambino, aveva la stessa autorevolezza, quando andava sull’ambone e tuonava, e la gente lo ascoltava, aveva fiducia in lui e nessuno si sognava di trascurare i bisogni della parrocchia, dei poveri, dell’educazione, dell’oratorio, delle processioni, delle catechesi. E i cristiani crescevano, se non di numero, quanto meno nella consapevolezza della presenza e della testimonianza nella società, nella politica, nella professione della nostra religione. Fino a quando, il consumismo da una parte, il modernismo dall’altra, non hanno minato le fondamenta della morale cristiana e lo stesso corpo ecclesiale. I risultati sono davanti ai nostri occhi, tanto che confusione e dispersione sono ormai un’evidenza tale da rendere la presenza dei cristiani nella società quasi totalmente ininfluente. A stento si riesce a trovare testimoni autentici, capaci di credere nonostante tutto:
“…ho creduto anche quando dicevo: “sono troppo infelice”.” (dal Salmo 115)