14/09/2025 ESALTAZIONE DELLA CROCE

        ESALTAZIONE DELLA CROCE

PER RESTARE IN VITA
..chiunque crede in lui non vada perduto

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Mentre mi apprestavo a stendere la settimanale riflessione, arrivavano le notizie sull’assassinio del trentunenne americano, Charlie Kirk. E’ avvenuto durante uno dei suoi incontri con i giovani studenti universitari, con i quali si confrontava sui principali argomenti che scuotono le nuove generazioni. Non si risparmiava, parlava chiaro e questo gli è costato la vita. E’ angosciante!
Al di là della vicenda, della testimonianza di questo giovane padre di famiglia, rileggo la prima Lettura di questa domenica in cui si medita sull’Esaltazione della Santa Croce con spirito critico: “…fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e la guarderà, resterà in vita.” (dal Libro dei Numeri)
Questa Parola sembra proprio che non corrisponda a quanto accaduto a Kirk: è stato morso dal serpente, il maligno che si annida nella mente e nel cuore di chi conosce solo la violenza e il peccato pur di affermare i suoi deliri, ed è morto. Però, se guardiamo con gli occhi della fede, ecco che lui resta in vita, nell’eterna partecipazione della gloria in Paradiso e nel testimone che ci ha lasciato affinché ciascuno di noi ne condividesse l’esempio e la dedizione per il bene di tutti, anche dei nemici.
D’altra parte, anche se non moriamo uccisi dalla spada del carnefice, da quel serpente che non ha alcuna compassione, neppure per i più indifesi come i bambini nel ventre delle loro madri, la persecuzione, le ingiurie di chi ci odia si trasformano in un martirio nello spirito, nella sua forma nascosta, quella della sofferenza per un mondo che va alla deriva.
Non sarà facile, ma, ne sono convinto, la Grazia che ci è riservata con il sacrificio di Gesù sulla Croce, conserva e salva la vita. Ecco perché: “…nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sottoterra.” (dalla Lettera di San Paolo ai Filippesi)Ecco perché l’Esaltazione che riserviamo alla Croce è la logica conseguenza per l’Adorazione a Gesù Crocifisso. Sulla croce le braccia sono tese, ma ci sono alcune rappresentazioni che mostrano Gesù con un braccio schiodato, rivolto verso chi, pentito dei suoi peccati, vuole essere sollevato, elevato a sua volta, verso il cielo, verso il Regno di Dio. Bisogna avere solo il desiderio di appartenervi, di accogliere anche il suo giogo. Il Salmo (il n.77) dice che: “…il loro cuore non era costante verso di lui e non erano fedeli alla sua alleanza. Così lo è ancora in molti di noi, anche in coloro che dovrebbero essere guide, ma come: “vorrei che il mio cuore fosse grande come il cielo, puro come quello degli angeli, semplice come quello della colomba, per mettervi Dio.” (San Rafael Arnaiz Baron)
Davvero, come vorrei che i nostri cuori fossero così. Il mondo sarebbe un posto migliore, sarebbe come il paradiso terrestre raccontato nella Genesi, sarebbe il luogo dove tutti possono e devono restare in vita.
Anche perché è questa la volontà di Dio, lo dice chiaramente il Vangelo: “…Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.” (dal Vangelo secondo Giovanni)
Gesù ha assecondato la volontà del Padre, ha accettato la più atroce condanna a morte sulla croce, affinché noi tutti potessimo guardare in alto e restare in vita. Nei secoli, infatti, la Croce ha indicato la via della salvezza, ha plasmato uomini e donne che hanno incarnato e testimoniato la possibilità di percorrere fino in fondo tale via, anche perché senza la Croce il mondo si autodistrugge, non sarebbe più abitabile, più vivibile. Alziamo, allora, gli occhi al cielo, il serpente continuerà a insidiarci, ma guardando alla Croce, resteremo in vita.
Nm 41,4b-9  /  Sal 77(78)  /  Fil 2,6-11  /   Gv 3,13-17
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