Il raccolto
“Preparate la via del Signore”
So bene che la pace
nel mondo è speranza che alberga nel cuore di ogni persona dotata di un minimo
di buon senso, so pure, però, che la pace in assoluto rimarrà sempre un’utopia,
sospirata dagli idealisti, negata dalla bramosia dell’uomo. La storia è testimone
di questa condizione e non si smentisce neppure in questi primi anni del XXI
secolo.
Tuttavia, il salmista non demorde
ed auspica che: “…nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace…sino ai
confini della terra.” (dal Salmo n.71)
Sono questi i giorni in cui ci
apprestiamo a celebrare la nascita del giusto per eccellenza, Gesù Cristo, ma
quanto vorremmo che anche tra gli uomini del nostro tempo sorgesse qualcuno
capace di estendere la pace sino ai confini della terra. Invece, niente di
nuovo sul fronte occidentale, a dire il vero neppure su quello orientale. Ci
rimane, allora, il dovere di far sì che la pace abbondi almeno nei cuori di
tutti noi. Di modo che: “…il Dio della perseveranza e della consolazione vi
conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di
Cristo Gesù.” (dalla Lettera di San Paolo apostolo ai Romani)
Guardare, perciò, a Gesù in ogni
momento della nostra giornata, sforzandoci di capire come e cosa avrebbe fatto
Gesù al posto nostro, per poi comportarci di conseguenza. Perché dare
testimonianza di sé e delle proprie responsabilità, dei propri carismi è atto
fondamentale e doveroso, affinché si possano così vivere relazioni oneste e
feconde.
Non è cosa di poco conto, anche
perché il Signore: “…non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà
decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà
decisioni eque per gli umili della terra.” (dal Libro del profeta Isaia)
Al riguardo, c’è una “botta e
risposta” riportata da Raoul Follereau , molto significativa:
“ – Vedi, mio Signore: ho
osservato la tua Legge, e non ho fatto nulla di disonesto, cattivo o empio.
Le mie mani sono pulite.
–
Senza dubbio, risponde Il Signore, ma sono anche vuote.”
Che figura! che tristezza! Sarà così per me?
Per ciascuno di noi? Una cosa è certa, il giudizio ci sarà, nessuno può
evitarlo. Tenendo ben presente che “il premio promesso dal Divin Maestro non è
per chi ha ben cominciato, ma per chi persevera sino alla fine. Ci basti
l’esempio di Giuda, il quale incominciò bene, continuò nel bene, ma non
perseverò fino alla fine e andò perduto.” (San Pio da Pietrelcina)
E’ così, e il Vangelo ce lo
spiega in maniera anche più cruda: “…già la scure è posta alla radice degli
alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel
fuoco.” (dal Vangelo secondo Matteo)
E il fuoco divampa sempre più in
alto. Scriveva San Tommaso d’Aquino: “tutto quel che si riceve, lo si riceve
nella forma del recipiente.” E questa nostra terra è ormai ridotta ad un
deserto, e i nostri cuori sono sempre più ristretti nella forma e pure nella
sostanza. Non sanno più aprirsi alla vita, addirittura la oltraggiano. Altri
compensano, però, questa aridità, questo rifiuto, motivo per cui possiamo pure
leggere nel Vangelo di oggi che il Signore: “…raccoglierà il suo frumento nel
granaio” (dal Vangelo secondo Matteo)
Cerchiamo, allora, di fare parte
di quel raccolto, di non essere paglia.
Il Buon Dio sa, per nostra grazia, riconoscere i miseri e gli umili.
digiemme
