NON DIMENTICA
“Non potete servire due padroni!”
Questo passaggio della prima lettura è al
passato, ma può tranquillamente essere letto come se fosse adesso rivolto a
tutti noi, o meglio, a quanti rendono più grama la vita ai poveri e sterminano
i più piccoli dei figli dell’uomo, quelli che stanno beati nel grembo delle
loro madri, che non hanno voce, che non possono neppure difendersi, se non
attraverso la maternità delle loro mamme. Scrivo di sterminio a ragion veduta,
basta pensare ai quasi 50 milioni di aborti legali all’anno nel mondo. Siccome
quei figli dell’uomo sono creature del Buon Dio, volute dal suo amore,
rifiutate in modo cruento, ecco perché non dimentica, perché si ricorderà di
tutti coloro che hanno contribuito e contribuiscono ad uccidere innocenti. Si
dovrà fare i conti prima o poi con la giustizia divina. Gesù stesso ci dice di
“stare attenti a voi stessi” (Lc 17,3).
Vale anche per coloro che non approvano le
leggi che legalizzano l’aborto, ma l’accettano passivamente, anche le
giustificano. Gesù non ci fa questa raccomandazione perché badiamo a non
prendere il raffreddore, bensì perché non corriamo il rischio di dare scandalo.
Ed è estremamente grave se questo dovesse avvenire all’interno della sua
Chiesa.
Per evitarlo, concentriamoci sul salmo che
dice: “…solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero, per
farlo sedere tra i principi, tra i principi del suo popolo.” (dal Salmo 112)
Più esplicito di così non si può, è come dire:
fai quanto ti è possibile per proclamare la verità a quanti hanno legiferato, o
stanno per farlo, leggi omicide, per aiutare chi è nelle difficoltà, chi è
tentato di giustificare anche inconsciamente il male, di ricordare che il Buon
Dio, comunque, non dimentica le proprie creature, i propri principi, come non
dimentica chi non ha assolto il suo servizio.
San Paolo ci dice come corrispondere alla
volontà di Dio: “…voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando
al cielo mani pure, senza collera e senza contese.” (dalla prima Lettera a
Timoteo)
Alle opere, tenaci e costruttive, da portare
avanti non contro qualcuno, ma per qualcuno, senza disprezzo, odio, collera,
dobbiamo allora aggiungere preghiere sincere per chiedere al Buon Dio di darci
fermezza e docilità alla sua volontà. “La vetta della perfezione sta nel
volerci come Dio vuole che stiamo.” (Santa Giovanna Francesca Fremiot de
Chantal)
Forse alla vetta non ci arriveremo mai, ma non
disperiamo, cominciamo a fuggire le occasioni prossime di peccato per non
esserne travolti e rovinati. Non corriamo, come il maldestro amministratore del
vangelo, quei rischi che portano alla malvagità, sapendo che: “…chi è fedele in
cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in
cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti.” (dal Vangelo secondo
Luca)
Assodato che è vero quanto scritto, ciascuno
l’avrà riscontrato nell’esperienza della propria esistenza, occorre porsi
sempre nell’ottica della coerenza e della perseveranza, facendo proprio un
pensiero di Sant’Ignazio di Loyola: “agisci come se tutto dipendesse da te,
sapendo che tutto dipende da Dio.” Il Buon Dio, che anche se Buono, non
dimentica.
Am 8,4-7
/ Sal 112(113) / 1Tm
2,1-8 /
Lc 16,1-13
digiemme