IL FIGLIO, I FIGLI

 SACRA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE (ANNO C)



La lettura del Vangelo di oggi mi ha ricordato una poesia di Kahil Gibran, “I Figli”, in particolare, i versetti che dicono: “essi non provengono da voi, ma attraverso di voi, e sebbene siano con voi, non vi appartengono. Potete dare loro tutto il vostro amore, ma non i vostri pensieri. Perché essi hanno i propri pensieri.”
Anche Gesù aveva i suoi pensieri e rivolto ai suoi genitori dice: “non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” Cioè, ho un compito, una vocazione, che devo cercare di realizzare, ascoltando, confrontandomi, studiando, preparandomi.

    

    NOVE MESI PER LA VITA

TERZO MESE

29   DICEMBRE   2024        

 VOGLIO LA MAMMA …E IL PAPA’:         

 

 

                                  IL DONO DI MAMMA DEBORAH:

UNA SCELTA D’AMORE PER SEMPRE NON SI CURA PER VEDERE NASCERE MEGAN


C’è una neonata che sorride in una culla nella galleria fotografica social di Deborah Vanini. C’è anche il racconto condiviso, sul web, di un dramma che si è trasformato in un’immensa testimonianza d’amore.

Deborah, 38 anni, ha chiuso gli occhi alla vita ,  soccombendo ad un cancro, diagnosticato durante la visita che confermava l’inizio della sua gravidanza.

Aveva raccontato Deborah che fu uno choc la prima ecografia : dalla notizia più bella alla più brutta in 25 secondi netti. Dalla gioia più grande alla disperazione più assoluta. Mesi e mesi di esami, giorni in ospedale, visite estenuanti, impedimenti fisici e farmaci rifiutati perché non compatibili con la gravidanza. Scelte più grandi di noi, scriveva Deborah, sulla vita che avevano generato. Messi davanti alla domanda più difficile per dei genitori: decidere per la vita o meno del proprio figlio.

Deborah ha pianto per notti intere per la paura, per la tensione, per i dubbi. Disperata si è chiesta perché proprio a me, a noi. Ha toccato il fondo, ma poi con l’aiuto del personale medico, della sua mamma, il suo angelo custode e la vera roccia della sua vita, il suo compagno e tanti veri amici, è riuscita a trovare anche dei lati positivi, perché ci sono sempre, nonostante tutto.

Megan ha fretta di nascere e così, lo scorso 18 settembre, vede la luce dopo un parto prematuro d’urgenza. Deborah, che dice di non essere credente, descrive, però, sua figlia come un “miracolo” che “senza saperlo”, ha “letteralmente salvato la vita” alla sua mamma.

Deborah conta i giorni che riesce a vivere con la sua Meg. E c’è sempre quella parola ad accompagnare i suoi pensieri: “miracolo”. Deborah ha stretto Megan fra le braccia solo per due mesi, ma continuerà ad essere accanto a sua figlia, alla quale ha donato la vita, la sua scelta d’amore per sempre.

 

LA  PAROLA

Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni la vita;
contro la collera dei miei avversari, stendi la tua mano
e la tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani. (Sal 138, 7-8)

 E preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e,
abbracciandolo, disse loro: “chi accoglie uno solo di
questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi
accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato.”
(Mc 9,36-37)

 

EGLI E’ LA PACE

Quarta Domenica di Avvento
Anno C

Alcuni anni fa mi venne l’ispirazione di allestire un presepe che aveva da un lato la capanna di Betlemme e dall’altro, proprio di fronte, una collinetta sormontata da una croce. Nulla di originale per carità, altri l’avevano pensato e realizzato meglio del mio. Non ricordo se fui sollecitato dalla lettura di Ebrei che questa quarta domenica d’Avvento ripropone e ci scrive che:“…Egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo una volta per sempre.” (dalla Lettera agli Ebrei)Non a caso al Figlio di Maria verrà dato il nome di Gesù che significa “Dio salva”.
E’ stato un angelo in sogno a Giuseppe a comandarlo. Salva da cosa? Sicuramente dalle tentazioni, dal rifiuto della sua paternità, dal sentirsi padroni assoluti della propria vita e dal volerla imporre ad altri a costo di predomini e guerre.
Ecco, accogliere quel sogno concesso da Dio a Giuseppe,  che non è un sogno come tanti altri, significa riconoscere che Gesù è la pace fra di noi.

NEL SUO GRANAIO

Terza Domenica d’Avvento
Anno C

 stampa

Il Vangelo di questa domenica, la domenica della gioia, ci presenta Gesù come agricoltore, che sta nell’aia, là in un cortile, al lavoro per mettere al riparo il frutto della sua semina. Figura per me familiare questa, perché ho ben sperimentato, fin da bambino, la gioconda, infantile partecipazione ai lavori sull’aia della masseria:“…Egli…tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile.” (dal Vangelo secondo Luca)
Il suo granaio non ha limiti di capienza, nei secoli vi sono stati raccolti uomini e donne, alcuni conosciuti, con i loro nomi sui calendari, altri, invece, con i nomi scritti sul libro della vita, aggiornato continuamente dal Buon Dio. Il desiderio inconscio di molti, anche il mio, è quello di vedervi iscritto anche il proprio nome. Per molti, ma non per tutti! Infatti, altri si affanneranno in altre faccende affaccendati, e si perderanno, come scrive San Gregorio Magno:“la memoria degli uomini empi è come la cenere, poiché si mettono nel posto dove li porterà via un soffio. S’impegnino pure a completare la gloria del loro nome, ma avranno fatto della loro memoria solo cenere, poiché il vento di un mondo mortale ha fatto presto a portarla via.” Cenere, aggiungo io, che si riproduce in quel fuoco inestinguibile. Non si può proprio dire che non si sia stati avvisati. Per questo motivo la Parola di oggi invita con dolcezza ad: “attingere acqua con gioia alle sorgenti della salvezza. Rendete grazie al Signor   Proclamate fra i popoli le sue opere.” (dal Salmo tratto da Is 12,2-6)

47ma GIORNATA PER LA VITA -  2 FEBBRAIO 2025
 TRASMETTERE LA VITA,

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 SPERANZA PER IL MONDO

Tradizionale Messaggio in occasione della 47ª Giornata Nazionale per la Vita nel contesto del Giubileo: « assumere l’orizzonte della speranza, poiché è nel segno della speranza che la Bolla di indizione Spes non confundit (SnC) invita tutta la Chiesa a vivere l’anno di grazia del Signore." 
Ecco il testo integrale del documento.  

Come nutrire speranza dinanzi ai tanti bambini che perdono la vita nei teatri di guerra, a quelli che muoiono nei tragitti delle migrazioni per mare o per terra, a quanti sono vittime delle malattie o della fame nei Paesi più poveri della terra, a quelli cui è impedito di nascere? Questa grande “strage degli innocenti”, che non può trovare alcuna giustificazione razionale o etica, non solo lascia uno strascico infinito di dolore e di odio, ma induce molti – soprattutto i giovani – a guardare al futuro con preoccupazione, fino a pensare che non valga la pena impegnarsi per rendere il mondo migliore e sia meglio evitare di mettere al mondo dei figli. 

IMMACOLATA CONCEZIONE

                                                                     
                                    Domenica Solennità 

                               B.V. Maria Immacolata        



   
Si possono raccontare tante storie di donne, forti di una fede cristallina, già madri nel momento in cui scoprono di aspettare un figlio, cui viene diagnosticata una malattia incompatibile con lo stato di gravidanza. Storie che evidenziano la scelta fra la vita del nascituro e quella di iniziare le cure necessarie per combattere la malattia. Al consiglio, sempre pressante, di procedere con l’aborto volontario, hanno voltato le spalle, decise a difendere la vita della propria creatura. Come è successo, recentemente, a Deborah Vanini che ha rinunciato a curarsi per un tumore pur di fare nascere sua figlia Megan. In questi giorni, a distanza di qualche mese dal parto, si è celebrato il suo funerale: ha donato la sua vita per quella di sua figlia. scarica riflessione    

IN QUESTI GIORNI


 Prima Domenica di Avvento
Anno c
stampa riflessione

Mi domando ogni mattina, quando mi sveglio, se non sia questo l’ultimo mio giorno, oppure se devo ancora attenderlo. Per ora, che inizia l’Avvento, mi pongo nell’attesa di quel giorno, il Natale di Gesù. La prima lettura mi aiuta con il suo senso profetico e mi consola con la sua garanzia circa la giustizia: “…in quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.” (dal Libro del profeta Geremia)
La profezia è ben precisa: sulla terra, cioè fra di noi, in questi giorni, la giustizia verrà ripristinata e il giudizio rimane giusto. E’ questo il nocciolo della speranza che dovrebbe albergare nei nostri cuori. Il linguaggio dei profeti non è sempre dolce e tenero, ma in questo caso la speranza è suggellata. Allora dovremmo smettere di lasciarci prendere dalle preoccupazioni che ci rendono tristi, ci fanno stare in tensione e ci mettono fretta e paura. Piuttosto, “nulla è più felice di un cuore semplice perché si manifesta agli altri solo con l’innocenza, così non ha nulla da temere da alcuno.”
Parole scritte da San Gregorio Magno, che segnalano come proprio quel germoglio di Davide si presentò con l’innocenza tipica del neonato, ricco solo dell’amore dei suoi genitori e dello stupore di altri innocenti.

 

 Domenica 24 NOVEMBRE 2024 ore 16,00

                    presso la Chiesa della Madonna degli Angeli

                   

NOVE MESI PER LA VITA

SECONDO MESE

24   OTTOBRE   2024 
VOGLIO LA MAMMA E IL PAPA’: 

LA VISIONE DI MAMMA E PAPA'

Occorrerebbe sentirla dal vivo la storia della vita di Arturo Mariani, ma uno stralcio della sua diretta testimonianza fa riflettere in ogni caso. Racconta la sua visione, la sua prospettiva di vita, soprattutto racconta la visione di sua mamma e di suo papà. “Quando mamma e papà vennero a sapere al terzo mese di gravidanza che dovevo nascere senza una gamba e con possibili altre malformazioni e con il suggerimento di bloccare tutto, che era meglio, meglio perché doveva soffrire, perché la vita sarà difficile, perché non sarà una vita felice, ecco 

 i miei genitori di fronte a queste parole si voltarono dall’altra parte e hanno scelto.

 Una scelta di dire sì alla vita, quella scelta di accogliere la mia vita, non curandosi di tutti quei giudizi, di tutti quei pensieri. Una scelta che veniva da qualcosa di più profondo. La visione, avere la visione perché la mia vita poteva essere, come chi dice, è stato un incidente, poteva essere un incidente in realtà e poteva continuare ad esserlo, è una visione, però, quella, una prospettiva, ma 

 la visione di mamma e papà era diversa, era un dono, una benedizione, un segno dall’alto.”

 Arturo Mariani è nato a Roma nel 1993, è nato senza la gamba e si dichiara “UNO” in gamba. Oggi è sposato, con un figlio, scrive e insegna, è un “motivatore”. 

 La mamma in una conversazione a chi le diceva che “Dio poteva fare un miracolo per lui”, rispondeva; il vero miracolo non sta nel cambiare il corso delle cose, ma di accoglierle così come sono.” 

 L A   P A R O L A 

 (dal Vangelo secondo Luca) Disse ai suoi discepoli: “E’ inevitabile che avvengono scandali, ma guai a colui a causa del quale avvengono. E’ meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato in mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo, ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “sono pentito”, tu gli perdonerai. Gli apostoli dissero al Signore: “Accresci in noi la fede!” Il Signore rispose: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare” ed esso vi obbedirebbe. (Lc 17,1-6)

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XXXIV Domenica T.O. Anno B

Festa di Gesù Cristo
 Re dell'Universo  
 

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In un mondo dove i regni umani sono in via d’estinzione, parlare di un Regno potrebbe sembrare anche anacronistico. Eppure, la Chiesa non desiste, continua a volere chiudere l’anno liturgico con uno speciale, come si direbbe in gergo televisivo, sul Re dei re. 
Perché, se è vero che le monarchie hanno perso il loro fascino, la Chiesa rimane l’unica istituzione che continua ininterrottamente ad essere guidata da un Re. Tranquilli, non è il papa, pure se è la massima espressione temporale di detta organizzazione, ma è Colui che l’ha fondata, Colui che:“…uno simile a un figlio dell’uomo, gli furono dati potere, gloria e regno.” (dal Libro del profeta Daniele)
Cioè, secondo Daniele, l’umanità doveva aspettarsi che sarebbe apparso Colui che, fin dal principio, per mezzo di Lui tutte le cose furono create, avrebbe esercitato su un regno tutto il potere e la gloria che Dio può esprimere. Così avvenne, Gesù Cristo, il Figlio di Dio, però scelse d’incarnarsi grazie ad un “sì”, quello di una giovane donna che fece del suo ventre la prima culla per i primi suoi nove mesi di vita umana.

L’ULTIMA GENERAZIONE


XXXIII Domenica T.O.
Anno B

quando vedrete accadere queste cose,
sappiate che egli è vicino, è alle porte.
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Partendo dal presupposto che “quanto, però, a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa”(dal Vangelo), con una buona dose di sano realismo bisognerebbe provare a rileggere la Parola alla luce della propria personale condizione di vita. In seconda battuta, per conseguenza, anche a quella della società in cui si vive. In ogni caso, a ragion veduta, possiamo parlare di ultima generazione in rapporto agli anni che ciascuno vive in prima persona. Davvero possiamo rileggere, anche con riferimento ai nostri tempi che: “…sarà un tempo di angoscia, come non c’era  stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo.” (dal Libro del Profeta Daniele)

ORA DI ADORAZIONE

Ora di adorazione
per la Vita 
       
"A GESU' CONCEPITO"


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Madonna degli Angeli
Sabato 16 Novembre 2024
dalle ore 16,00 alle 17,00

Perché a Gesù Concepito? mi ha chiesto un'amica. L'adorazione è Adorazione, si fa a Gesù, punto e basta! È vero, le risposi. Però le intenzioni delle preghiere personali e/o comunitarie possono essere diverse e specifiche.
Come Centro di Aiuto alla Vita, infatti, poniamo davanti all'Ostensorio preghiere di riparazione al peccato d'aborto, ormai quasi universale.
E lo facciamo pensando proprio a quel periodo di vita che Gesù stesso ha voluto percorrere nel grembo di sua Madre, in quella che noi chiamiamo gravidanza, per tutti quei primi nove mesi di vita fatidici.
Lui che ha vissuto quella vita, come ciascuno di noi, sa bene cosa succede, in tutto il mondo, quando un altro concepito inizia la sua vita e come altri impunemente decidono di reciderla con la pratica dell'aborto volontario.
Ecco perché, allora, ci affidiamo a Lui. Con la consapevolezza dei nostri peccati di omissione, della nostra miseria umana, dei nostri limiti, affinché ci perdoni, ci illumini e ci dia la forza di continuare nella lotta per la vita.

LE NOSTRE MONETINE

XXXII Domenica T.O.
Anno B
riflessione a casa

 

Mi capita, durante la Messa festiva, all’offertorio di soffermarmi sul giro che il sacrista fa per raccogliere le domenicali offerte e notare come le dita delle persone, soprattutto quelle anziane, nascondono delle monetine, nel metterle nel cestino. Si riscontreranno successivamente anche di quelle bronzee dei centesimi. Ci sta. E proprio per questo, il Vangelo di oggi mi apre al sorriso, anche per via del fatto che pure i piccoli, gioiosi, stendono le loro manine con la moneta da gettare in quello stesso cestino. Mi sembra proprio bello questo binomio, perché vi intravedo un accostamento di intenzioni semplici, fiduciose di essere gradite: “…tutti, infatti, hanno gettato parte del loro superfluo (nel tesoro del tempio). Lei, invece vi ha gettato quello che aveva, tutto quello che aveva per vivere.” (dal Vangelo secondo Marco)

CON LA FEDE E’ TUTTA UN’ALTRA COSA

XXX Domenica del T.O. Anno B

L’altro giorno, una persona che conosco da tempo, con una situazione familiare disastrosa, mi raccontava dell’andamento della sua vita di tutti i giorni, lamentandosi che ogni cosa che deve affrontare si trasforma sempre in problemi su problemi. Quasi piangente chiedeva consiglio. Cosa potevo dirle? Chiaramente, non aveva bisogno di soluzioni per i problemi, ma di conforto, di poter sfogare la sua amarezza, di trovare in parole amiche semi di speranza.

CHI SIAMO NOI - ADORAZIONE PER LE MAMME IN ATTESA


 Buona giornata a tutti!   

come certamente molti di voi sanno da ormai 18 anni teniamo durante l'anno una bella funzione alla Chiesa della Madonna degli Angeli. 

E' una Adorazione con periodi di silenzio, di preghiera ad alta voce, di ascolto del ministro che guida la funzione, di canti di lode.

Dura per un arco di Nove Mesi nell'ambito dell'anno; inizia dal mese di Ottobre e per un periodo di nove mesi(evidente l'analogia della maternità) si celebra ogni ultima domenica del mese, alle ore 16,00 presso la chiesa della Madonna degli Angeli in via Madonna degli Angeli, 34 Vigevano.
La durata è di nove mesi e per noi è stata una sorpresa poterci riunire in una chiesa dedicata alla Madonna degli Angeli, che si trova in via Madonna degli Angeli (la mano di Dio?)
E' stato quindi possibile che il Centro di Aiuto alla Vita ODV, potesse riunirsi in un luogo così specifico.
La nostra associazione, Centro di Aiuto alla Vita, si propone di aiutare le mamme in difficoltà nel periodo della gravidanza perché non rifiutino e non  uccidano la creatura che portano in grembo.

E' stato per noi normale dar vita al percorso di Nove Mesi durante il quale celebrare  un'ora di adorazione e di approfondimento sulla vita e sulla maternità che così bene identifica lo scopo della nostra associazione.

Da qui nasce il desiderio di distribuire il libretto che accompagna l'adorazione e che ci fa seguire la funzione. Sarà possibile ricevere via mail a casa questo libretto e l'intervento di quel mese, intervento  fatto durante la funzione con l'illustrazione di un fatto reale.

Per questo durante l'Adorazione ci si può rivolgere agli addetti comunicando loro la vostra mail per ricevere libretto e intervento mensile, oppure solo l'intervento  del mese.

Grazie

 clicca per andare alla meditazione di questo mese

                 Domenica 27 OTTOBRE 2024 ore 16,00

                    presso la Chiesa della Madonna degli Angeli

                   

NOVE MESI PER LA VITA

PRIMO MESE

27   OTTOBRE   2024 
VOGLIO LA MAMMA E IL PAPA’: 
NO ALLA MATERNITA’ SURROGATA


Proprio di questi tempi si è parlato in modo più appropriato di maternità surrogata, cioè di utero in affitto, o meglio di commercializzazione della donna e del bambino.
In particolare, di una madre e del suo bambino, un legame connaturale che niente e nessuno potrà mai cancellare.
C’è ancora una forte componente sociale e politica che ritiene la compravendita di figli un reato universale. Così ha legiferato il Parlamento italiano, ma non c’è da illudersi, i senza Dio troveranno il modo di aggirare questa legge come l’esperienza di questi ultimi anni insegna.
Dove potentissime lobby conducono campagne mirate a disgregare anche questo ultimo tassello valoriale della famiglia, sostenute da personaggi pubblici, e importanti “testimonials”, come, per esempio, quel famoso cantante inglese. Singolare la sua tenacia e quella di suo “marito” con la quale hanno fatto ricorso all’utero in affitto, strappando il bambino alla madre non appena nato.
Non c’è, però, calore materno fra le braccia di due uomini che non potranno neppure essere papà, tant’è vero che il neonato non smetteva di piangere.
Al punto che i due “genitori” hanno dovuto imbastire un giro aereo settimanale per la fornitura del latte materno.
Come dire, da parte del bambino: voglio la mamma!

LA PAROLA

 O Signore, Signore nostro
Quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!
Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza,
con la bocca di bambini e di lattanti:
hai posto una difesa contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli. 
Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, 
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

                                       (Salmo 8)


 

 

ECCO  TUA MADRE

 

Davanti all’Annunciazione del Beato Angelico, Giorgio La Pira chiede a Zeffirelli:

“Lo sai cos’è questo?”

“L’annunciazione”, rispose Zeffirelli.

“E sai cosa vuol dire l’Annunciazione?”

“E beh, è venuto un angelo davanti alla Madonna 

e le ha detto che sarà la madre di Gesù”   

“Sì, va bene…ma come?”

“E’ la madre di Gesù…” fece Zeffirelli confuso.

“Come sarebbe diventata la madre di Gesù?”

 Silenzio.

 Allora La Pira lo aiutò:

“E’ la madre di Gesù perché lo Spirito divino è disceso nella carne, nel ventre di questa donna e si è incarnato. Hai capito? Quindi, non vergognarti mai.
La maternità è sempre santità. Qualunque cosa dicano di tua madre, tu la devi pensare sempre come una santa perché è come la Madonna, e quando avrai bisogno di qualcosa nella vita prega la Madonna e pregherai tua Madre.”

 (testimonianza di Zeffirelli su Giorgio La Pira).

 

Uno dei pregi più caratteristici e più utili del Santo Rosario è quello di poter essere recitato dovunque. Tenere in mano una coroncina e sgranarla piamente, è cosa che può farsi in ogni luogo, per le strade o sul treno, nei momenti di attesa in una sala d’aspetto o alla fermata del pullman, durante la fila allo sportello delle poste o salendo le rampe di una scalinata, stando fermo a riposo o guidando la macchina… Pensiamo a Sant’Antonio Maria Claret, che da giovane, lavorando nel cotonificio, recitava con gli operai il Rosario, mentre manovrava le macchine. E anche durante le pause alle sedute del Concilio Ecumenico Vaticano II, mentre tutti uscivano dall’aula conciliare per fare due passi o prendere un caffè, si vedeva don Giacomo Alberione restare al suo posto, in ginocchio, a recitare Rosari. Il santo Rosario può essere recitato da solo o in gruppo, con i grandi o con i piccoli, a voce alta o in silenzio. La recita del Santo Rosario non esige nessun apparato di cerimonie o di riti, né cambia in nulla se fatta per i vivi o per i morti, al letto di un moribondo o presso la culla di un bimbo… davvero il Rosario è una preghiera stupenda, la più semplice ed universale. E’ vero che il posto ideale per la recita del Rosario resta sempre la Chiesa, in ginocchio accanto al Tabernacolo o presso l’altare di Maria Santissima, come faceva ogni giorno, per ore ed ore, Padre Pio da Pietrelcina. ma quando ciò non sia possibile, in qualsiasi luogo, l’anima può mettersi alla presenza di Maria, rivolgersi a Lei con la pia recita delle Ave Maria. E anche in questo i Santi ci dimostrano con i loro esempi che il Rosario va bene dappertutto, non è condizionato da ambienti ed orari, si colloca agevolmente in tutti i luoghi e a tutte le ore.

          (tratto da: Il Santo Rosario e i Santi di padre Stefano Maria Manelli )


 

IL NOSTRO SCUDO

                                 XXIX Domenica del T.O. 
Anno B

C’è un salmo che dice di non aver paura anche se dovessimo
trovarci in una valle oscura perché il suo bastone ed il suo vincastro danno sicurezza.
Un altro salmo ci mette a disposizione anche uno scudo:“…l’anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo.” (dal Salmo n.32)
Abbiamo, quindi, chi ci offre la guida, la protezione e, se occorre, anche la difesa con il bastone per i malvagi. Detto questo, facciamo la nostra parte, forti dalla certezza che la volontà del Signore è quella di volerci salvi.
Non per niente:“…si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.” (dal Libro di Isaia) Il profeta fa riferimento a Gesù Cristo e noi lo conosciamo perché tutta la Scrittura parla di Lui.
E “nessuno pensi che Dio ha fatto male a venire fra gli uomini come uomo. Egli ha preso carne fra di noi, perché noi lo vedessimo.” (San Pietro Crisologo)
Si è incarnato nella storia e nel tempo degli uomini, trasformando la storia e superando il tempo.

INCONTRO DI PREGHIERA 17 novembre ad Assago (MI)

                                                                    

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LASCIARE TUTTO

 Domenica XXVIII TO  
 Anno B

 

Vivere come se Dio non esistesse può tornare comodo perché non c’è da rendere conto a nessuno, se non ad alcune regole che il mondo, di volta in volta, si da.
E’ comodo, inoltre, perché, in sostanza, cerchi di realizzare i tuoi interessi e le tue passioni seguendo solo il tuo istinto ed applicando la tua intelligenza e furbizia. Le tue giornate, i tuoi anni scorrono, così, secondo le tue intenzioni, ma c’è un ma: “…non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto.” (dalla Lettera agli Ebrei)

FIN DALLE ORIGINI

XXVII   Domenica  del T. O. 
Anno B

 

Al catechismo, da bambino, mi hanno insegnato che Dio è il creatore di tutte le cose, quelle visibili e quelle invisibili. Mi fidavo per quelle invisibili, ma guardavo con attenzione ed interesse quelle visibili: i miei compagni, il mio paese, la chiesa, l’oratorio, il mio gatto, mio papà e mia mamma ed i miei fratelli, la nostra casa. Pensavo, allora, che Dio faceva le cose proprio per bene. Mi dava fiducia questo Dio che era ben rappresentato dal curato, Don Carlo. Continuava a parlarci di Lui e lo faceva con entusiasmo e gioia. La cosa mi incuriosiva non poco, anche se ancora non potevo di certo aver letto che: “…colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli.” (dalla Lettera agli Ebrei)

LA RICOMPENSA

XXVI Domenica del T.O.
Anno B

Chi ha fatto l’esperienza del Cammino di Santiago può testimoniare di aver ricevuto almeno una volta un bicchiere d’acqua dalla gente del posto che vede passare ogni giorno decine di pellegrini nel nome di Cristo:“…chiunque vi darà un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.” (dal Vangelo secondo Marco)

E’ consolante sapere che quel gesto di solidarietà, meglio dire, di misericordia, comporta una ricompensa inestinguibile nel giorno del giudizio. Il nostro Dio, l’unico vero Dio, è fatto così, non dimentica i gesti di bontà fatti in suo nome. Però, ci ricorda anche che “se ti sembra di aver fatto qualcosa di buono, mettilo sul tuo conto, ma senza dimenticare le tue colpe e se vedi peccare il tuo prossimo, guardati dal considerare in lui solo questa colpa, ma pensa pure al bene che ha fatto e fa.” (da una omelia di San Basilio)

LA FINE DEI MARTIRI

XXV Domenica del T.O.
                            Anno B

Quasi tutte, anzi, tutte le storie dei martiri nel nome di Dio testimoniano che il giusto soccombe alla violenza e alla prepotenza dell’avversario. E’ facile intuire, in quei frangenti, che dal cuore e dalle labbra di quei martiri si siano alzate preghiere simili a quelle del salmo n.53: “…Dio, per il tuo nome salvami…poiché stranieri contro di me sono insorti e prepotenti insidiano la mia vita; non pongono Dio davanti ai loro occhi.
Eppure prepotenti, tali e quali a quelli inquadrati dal salmista, sono presenti in tutte le epoche, anche oggi. E si pavoneggiano delle loro posizioni di forza per tramare contro il bene, perché non funzionale ai loro interessi. Basta osservarli con un pizzico di maggiore attenzione per capire da che parte stanno. Lo si può constatare guardando ad oriente in quelle martoriate terre dove è passato Gesù; oppure al centro di quest’Europa scristianizzata dove un parlamento decide che guerreggiare con armi ancora più sofisticate e distruttive sia cosa buona e giusta, tanto per incrementare una guerra che rischia di trasformare tutto in una escalation senza fine, anzi, nella fine di tutto. Tanto a pagare sono sempre i più indifesi, gli innocenti. Parlo soprattutto di bambini che hanno solo il torto di esserci: vale per quelli sepolti dalle macerie, come quelli uccisi nel grembo delle madri o appena dopo esserne usciti, ma destinati all’aborto post-nascita, come ormai si vuole sdoganare e giustificare anche questo “diritto”.

RINNEGARE SE STESSI

Domenica XXIV TO
Anno B

 
Quali sono le opere che si dovrebbero presentare nel giorno del giudizio per sperare nella misericordia divina? La fede in Dio Padre che ha sostenuto tutta una vita non è sufficiente secondo l’apostolo Giacomo, bisogna testimoniarla con le opere: “…a che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha opere?” (dalla Lettera di San Giacomo Apostolo)

LONTANO DALLA FOLLA

XXIII Domenica del T.O.

                            Anno B

C’è una cosa che non ho mai sopportato, fin dalla giovinezza, ed è la raccomandazione. L’ho sempre ritenuta una ingiustizia, se ricorrervi significa favoritismi personali a discapito di chi si pone in gioco per una domanda di lavoro o di altro, forte solo delle proprie capacità o disponibilità. Per questo ho sempre rifiutato qualsiasi raccomandazione. Mi ha fatto, perciò, piacere leggere quanto scrive l’apostolo:
“…la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali.” (dalla Lettera di San Giacomo apostolo)
I favoritismi sono sempre esistiti e, ne sono cosciente, sempre esisteranno, però l’apostolo fa riferimento alla fede in Gesù che nella vita di tutti i giorni deve animare in modo cristallino le scelte del cristiano.

IL MALE DENTRO

Domenica  XXII  T.O. 
Anno B

Ho ricevuto fin da bambino, soprattutto da mio padre, un’educazione che metteva in primo piano l’onestà. Diceva papà che non bisogna mai trovarsi nelle condizioni di sentirsi in colpa per qualcosa che si è fatto in modo disonesto, o fraudolento, nei confronti di altri, familiari, conoscenti, estranei in generale. Questo mio riandare all’esempio della vita paterna è stato provocato dal Salmo, quando dice:“…colui che cammina senza colpa pratica la giustizia e dice la verità che ha nel cuore.” (dal Salmo 14)
Ora, seguire questo cammino non è per niente facile perché vuol dire essere trasparenti nelle intenzioni di chi abbraccia la verità del cristianesimo e, conseguentemente, di chi pratica la giustizia nei confronti di tutti. Come fare? Dando testimonianza, anche quando le leggi ingiuste possono portare al martirio.