IN QUESTI GIORNI


 Prima Domenica di Avvento
Anno c
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Mi domando ogni mattina, quando mi sveglio, se non sia questo l’ultimo mio giorno, oppure se devo ancora attenderlo. Per ora, che inizia l’Avvento, mi pongo nell’attesa di quel giorno, il Natale di Gesù. La prima lettura mi aiuta con il suo senso profetico e mi consola con la sua garanzia circa la giustizia: “…in quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.” (dal Libro del profeta Geremia)
La profezia è ben precisa: sulla terra, cioè fra di noi, in questi giorni, la giustizia verrà ripristinata e il giudizio rimane giusto. E’ questo il nocciolo della speranza che dovrebbe albergare nei nostri cuori. Il linguaggio dei profeti non è sempre dolce e tenero, ma in questo caso la speranza è suggellata. Allora dovremmo smettere di lasciarci prendere dalle preoccupazioni che ci rendono tristi, ci fanno stare in tensione e ci mettono fretta e paura. Piuttosto, “nulla è più felice di un cuore semplice perché si manifesta agli altri solo con l’innocenza, così non ha nulla da temere da alcuno.”
Parole scritte da San Gregorio Magno, che segnalano come proprio quel germoglio di Davide si presentò con l’innocenza tipica del neonato, ricco solo dell’amore dei suoi genitori e dello stupore di altri innocenti.
Sono così, infatti, coloro che si affidano alla provvidenza e che sanno declamare: “…fammi conoscere Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi perché sei tu il Dio della mia salvezza.” (dal Salmo 24)
E’ un’accorata richiesta perché è tanto più facile, in questi tempi, smarrirsi in altre vie che portano alla perdizione, che portano ad un mondo senza Dio, dove la fa da padrone il maligno. Però, quando il diavolo è cacciato dal nostro cuore, con i vizi di cui lo infetta il suo impero svanisce, Dio entra in noi come sovrano. Ricordate il “venga il tuo Regno” che recitiamo abbastanza spesso? Lo possiamo comparare con l’esortazione di San Paolo: “…il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti…per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità.” (dalla prima Lettera ai Tessalonicesi)
Certo è che nonostante ciò, le croci da portare ci saranno ogni giorno. Se portiamo, però, con amore quelle di oggi, avremo la forza per portare anche quelle di domani perché le nostre anime avranno ricevuto quel desiderio di eternità che tutto accetta. Lo scriveva anche Victor Hugo: “c’è uno spettacolo più grandioso del mare, ed è il cielo; e c’è uno spettacolo più grandioso del cielo, ed è l’interno di un’anima.”
Con queste certezze nel cuore possiamo passare a leggere il Vangelo di oggi con un’altra prospettiva davanti a noi:“…state attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscono in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso.” (dal Vangelo secondo Luca)
Non c’è da spaventarsi di fronte a questa parola, in sintesi è l’invito a diventare santi. Ci potremo riuscire, pazientando, perdonando, amando. E’ il modo più diretto e semplice per staccarci dalle cose che dipendono dalla terra.
(Ger 33,14-16  Sal 24(25) 1Ts 3,12-4,2 Lc 21,25-28.34-36)
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