L’ULTIMA GENERAZIONE


XXXIII Domenica T.O.
Anno B

quando vedrete accadere queste cose,
sappiate che egli è vicino, è alle porte.
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Partendo dal presupposto che “quanto, però, a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa”(dal Vangelo), con una buona dose di sano realismo bisognerebbe provare a rileggere la Parola alla luce della propria personale condizione di vita. In seconda battuta, per conseguenza, anche a quella della società in cui si vive. In ogni caso, a ragion veduta, possiamo parlare di ultima generazione in rapporto agli anni che ciascuno vive in prima persona. Davvero possiamo rileggere, anche con riferimento ai nostri tempi che: “…sarà un tempo di angoscia, come non c’era  stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo.” (dal Libro del Profeta Daniele)
Ecco, l’angoscia non manca di certo anche in quanto stiamo vivendo dal 2020: pandemie, guerre, migrazioni di massa, ideologie di genere, cambiamenti climatici, revisionismi e quant’altro, stanno a dimostrare che nessuna generazione è indenne dalla rovina che incombe a causa del peccato che consiste, innanzitutto, nel rifiuto di Dio. Il mondo è sempre stato attraversato dal peccato, magari di pochi, sufficienti, però, ad indurre il resto all’ignavia e alla accettazione di quanto gli empi perseguano. Un Santo Papa, Gregorio Magno, già nel suo tempo tuonava: “l’empio non passa un sol giorno senza superbia, poiché finisce la sua vita senza ritrarsi un instante dal vizio. E’ nella vita della carne che pone la sua fiducia e attribuisce lunga durata a ciò che possiede sul momento.”
Stolto, si può dire, ma sono tanti, troppi, coloro che concepiscono la vita in questo modo. Con le conseguenze che ben conosciamo e che ognuno vive sulla sua pelle. Pensiamo a come la vivono quelli che stanno sotto le bombe, sotto le inefficienze dei servizi pubblici, sanitari e di sicurezza pubblica. Costoro, penso ai malati abbandonati a loro stessi, ai senza tetto e senza speranza di una vita normale, ai disperati senza prospettive di futuro dignitoso, sono il segno evidente di quel tempo di angoscia che cresce fra di noi, a conferma che:
“…non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.” (dal Vangelo secondo Marco)
Come a dire, per quanto vi darete da fare, la vostra vita ha una fine che non sarete voi a decidere. Magari ve ne accorgerete quando questa si avvicina, qui sperimenterete l’angoscia, cioè il non poter fare nulla  per allontanarla. Avrete, però, la possibilità di ricorrere alle mie Parole, In esse troverete ristoro e lievità . Senza necessariamente passare da un estremo all’altro. Santa Teresa del Bambin Gesù  diceva : “scopro Gesù proprio nel momento  in cui ne ho bisogno e più spesso non è durante l’orazione che la sua presenza è più abbondante, ma è piuttosto in mezzo alle occupazioni della giornata.”  E’tanto vero questo. Solo così acquisiremo la certezza che si avveri quanto spiega il Salmo:“…mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena della tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra.” (dal Salmo 15)
Trovo che sia sintomatica la parola “dolcezza”, come antitesi di “angoscia”. Cambia il modo di vivere anche quando saremo investiti dalla tragica realtà che prima o poi piomberà su di noi, a livello personale, come quello sociale. Se avremo, per tempo, cercato di seguire Cristo, di mettere i nostri passi sulle sue orme , saremo di certo sul sentiero della vita, e non da soli, perché la gioia non può che essere condivisa.
D’altronde, Dio per primo, ha voluto condividerla con noi:“…con un’unica offerta, quella di Cristo, con la quale ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati” (dalla Lettera agli Ebrei)
Benedetta ultima generazione, avverrà quello che avverrà, ma tu convertiti finché sei in tempo. Occorre solo perseverare nella grazia e rinunciare per sempre al peccato. Ci sono gli strumenti per poterlo fare e, per santificarsi, cerca sempre la compagnia di Gesù.
Dn 12,1-3  /  Sal 15(16)  /  Eb 10,11-14.18  /  Mc 13,24-32
diemmegi