14 settembre 2024

RINNEGARE SE STESSI

Domenica XXIV TO
Anno B

 
Quali sono le opere che si dovrebbero presentare nel giorno del giudizio per sperare nella misericordia divina? La fede in Dio Padre che ha sostenuto tutta una vita non è sufficiente secondo l’apostolo Giacomo, bisogna testimoniarla con le opere: “…a che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha opere?” (dalla Lettera di San Giacomo Apostolo)
Ma quali opere? Nelle Sacre Scritture ci sono alcune linee guida: aiutare gli orfani e le vedove, dare da bere e da mangiare, curare, vestire, insomma le famose opere corporali. Tutto chiaro e condivisibile, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Io, però, a suo tempo, mi ero posto la domanda sul perché e sul percome fossi quest’essere vivente che sono, come ci sono arrivato e partendo dall’evidente ruolo dei miei genitori sono giunto al punto principale: il mio “fiat” voluto da un Creatore che, nel tempo, ho riconosciuto come Dio Padre. Reso concreto dall’incontro personale con Gesù Cristo, il Figlio, la cui vita terrena mi ha totalmente conquistato. Per farla breve, mi sono reso conto di essere un’opera prima ed unica (proprio perché ciascuno è unico) del Buon Dio. Il bello è che ho capito che questo vale per tutti gli esseri umani, perché così ha voluto e vuole l’incommensurabile Amore del Creatore di ogni cosa. Perciò, se le cose stanno così, l’opera più importante che si possa intraprendere è quella di aiutare a nascere ogni concepito, contro il volere di quelli che non lo ritengono portatore di diritti, il primo di tutti, quello di vivere il necessario nel grembo di sua madre per vedere poi la luce nel tempo stabilito. L’uomo non può decidere della vita di nessuno, perché quella vita è voluta dall’opera creatrice di Dio. Ecco perché mi è rimasto impresso questo pensiero che specifica il perché la fede porta ad “amare Dio e amare il prossimo in vista di Dio, per Dio e in Dio, poiché l’amore è la causa di tutte le virtù nell’interiorità viva di sé stesso e nell’azione non può sbagliare.” (Beato Jan Van Ruysbroek - Canonico 1233-1381)
Sono perciò sicuro che:“…è vicino chi mi renderà giustizia.” (dal Libro del profeta Isaia)
Una giustizia che mi riguarda, perché se il diritto alla vita è valso per me, deve valere per tutti. Il vedere e il constatare che su questo piano non c’è ripensamento nelle legislazioni di quasi tutte le nazioni del mondo e, anzi, vogliono portare il diritto all’aborto fino al nono mese (e in alcuni stati è già operante una legge di tale portata), mi rende estremamente amareggiato al punto di condividere il grido del salmista: “…ero preso da tristezza e angoscia: Allora ho invocato il nome del Signore: “ti prego, liberami, Signore.” (dal Salmo 114)
E’una preghiera costante, che dovrebbe sfiancare la Chiesa, con la quale potremmo cambiare il corso di questa tremenda involuzione del genere umano. Una preghiera universale che, con le opere, possa mettere in circolo quella condivisione e solidarietà nei confronti delle mamme tentate di andare ad abortire. Certo è faticoso, si deve andare controcorrente, si rischia la violenza, il carcere, si viene additati come retrogradi, oscurantisti. Per questi motivi alcuni cedono, ma le opere vanno avanti lo stesso perché: “…convocata la folla, insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: “se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua.” (dal Vangelo secondo Marco)
Ecco, ogni volta che qualcuno cede, Gesù ci convoca, là sull’Altare del Sacrificio ed è diretto: venire da me, con me, è dura. La mia croce è anche vostra, però, per accettarne in parte il peso dovete lasciare a terra il vostro orgoglio, le vostre certezze, le vostre abitudini, le vostre comodità, in poche parole, rinnegare voi stessi e seguirmi. Niente di più, niente di meno.
Personalmente vorrei tanto trovare la forza di potergli dire “ormai, Signore, io te solo amo, te solo seguo, te solo cerco e sono disposto ad essere soggetto a te soltanto, poiché tu solo comandi con giustizia ed io desidero sottomettermi ai tuoi ordini,” (Sant’Agostino)
Ma per poterlo fare devo prima rinnegare me stesso.
Is 50,5-9a  /  Sal 114(116)  /  Gc 2,14-18  /  Mc 8,27-35
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