30 agosto 2024

IL MALE DENTRO

Domenica  XXII  T.O. 
Anno B

Ho ricevuto fin da bambino, soprattutto da mio padre, un’educazione che metteva in primo piano l’onestà. Diceva papà che non bisogna mai trovarsi nelle condizioni di sentirsi in colpa per qualcosa che si è fatto in modo disonesto, o fraudolento, nei confronti di altri, familiari, conoscenti, estranei in generale. Questo mio riandare all’esempio della vita paterna è stato provocato dal Salmo, quando dice:“…colui che cammina senza colpa pratica la giustizia e dice la verità che ha nel cuore.” (dal Salmo 14)
Ora, seguire questo cammino non è per niente facile perché vuol dire essere trasparenti nelle intenzioni di chi abbraccia la verità del cristianesimo e, conseguentemente, di chi pratica la giustizia nei confronti di tutti. Come fare? Dando testimonianza, anche quando le leggi ingiuste possono portare al martirio. Come è successo a quella signora, in Inghilterra, arrestata perché pregava silenziosamente vicino ad una clinica per aborti. Oppure, come è accaduto in Francia ad alcuni attivisti di CitizenGO, arrestati perché, con un camion-bandiera, protestavano contro la cristiano fobia in atto alle ultime olimpiadi.
Scriveva San Gregorio Magno che esistono due tipi di martirio: quello della spada che è il martirio in atto, nella sua forma più visibile, e quello nello spirito che si subisce con le ingiurie di chi odia, nella forma più nascosta. Sono rischi che il buon cristiano deve mettere in conto. Ci vuole coraggio? Certo, ma fin dagli albori del cristianesimo era così, lo spiega anche l’apostolo Giacomo: “…religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo.” (Lettera di San Giacomo Apostolo)
Il nostro essere cristiani, quindi, non si ferma di fronte alle difficoltà, anche quelle di capire chi sono gli orfani e le vedove d’oggi. Non ho dubbi nell’individuare le vedove in quelle mamme che si trovano a decidere per la vita o la morte del figlio che portano in grembo. Quella madre è vedova perché non ha nessuno accanto, quel figlio è orfano ancora prima di nascere, dato l’alto rischio di essere abortito. Se non ci facciamo condizionare dal mondo che ci sta attorno, che per legge ritiene lecito uccidere quell’innocente, allora possiamo dire di essere in una religione pura e senza macchia. Inoltre, saremo immuni dal male che cova dentro perché:“…dal di dentro, infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adulteri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo.” (Vangelo secondo Marco)
Si potrebbe scrivere un trattato per ognuna delle definizioni maligne accennate nel versetto evangelico. Mi rendo conto, però, che sfuggire agli artigli di questi peccati è impresa che solo la presenza dello Spirito può permettere. Ci vuole, poi, una consapevolezza che, come ha lasciato scritto il teologo Origene: “in te si svolge la battaglia che stai per fare perché è dentro di te l’edificio della malizia che bisogna scalzare; il tuo nemico esce dal profondo del tuo animo”.
Il male sta, quindi, dentro di noi, accovacciato, pronto ad emergere anche contro la nostra volontà. Occorre perciò: “osservare e mettere in pratica le leggi e le norme che io vi insegno, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli.” (dal Libro del Deuteronomio)
Abbiamo ascoltato le sacre scritture, sappiamo come poterle tradurre nella vita di tutti i giorni, in esse troviamo luce o avvertimenti. Non abbiamo, allora, più scuse: alla Parola atteniamoci e con l’Eucaristia nutriamo la fede. Solo così può crescere la speranza, si rafforza l’impegno e possiamo proseguire nel cammino con fiducia, senza colpa alcuna.
Dt 4,1-2.6-8 / Sal 14(15) / Gc 1,17-18.21-22.27 /Mc 7,1-8.14-15.21-23
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