IMMACOLATA CONCEZIONE

                                                                     
                                    Domenica Solennità 

                               B.V. Maria Immacolata        



   
Si possono raccontare tante storie di donne, forti di una fede cristallina, già madri nel momento in cui scoprono di aspettare un figlio, cui viene diagnosticata una malattia incompatibile con lo stato di gravidanza. Storie che evidenziano la scelta fra la vita del nascituro e quella di iniziare le cure necessarie per combattere la malattia. Al consiglio, sempre pressante, di procedere con l’aborto volontario, hanno voltato le spalle, decise a difendere la vita della propria creatura. Come è successo, recentemente, a Deborah Vanini che ha rinunciato a curarsi per un tumore pur di fare nascere sua figlia Megan. In questi giorni, a distanza di qualche mese dal parto, si è celebrato il suo funerale: ha donato la sua vita per quella di sua figlia. scarica riflessione    
Deborah non era credente, conviveva con il suo compagno e padre della bambina, eppure guardando la sua bimba ha esultato al “miracolo” di quella vita nuova. Il suo sacrificio ha permesso quel “miracolo”. E’ proprio vero, l’impossibile è fra di noi.
Così come avvenne secondo il Vangelo di Luca:“…ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio.”
Guardiamo con stupore a quanto ci racconta il Vangelo, a quella fanciulla di nome Maria, già promessa sposa, che si affida con umiltà ad un progetto di Amore, che sente subito suo e di cui vuole subito fare partecipe i suoi cari. E’ la forza che nasce dalla maternità che solo la donna può sperimentare. Però, tutti noi “possiamo considerare quale è la nostra dignità e la nostra somiglianza con Maria. La vergine concepì Cristo nelle sue viscere di carne, e noi lo portiamo in quelle del cuore. Maria nutrì Cristo dando alle labbra di lui il latte del proprio seno, e noi possiamo offrirgli il cibo sempre nuovo di buone azioni che sono la sua delizia.” (San Pier Damiani)
E’ così, con la carità verso il prossimo, che possiamo sentirci veramente benedetti:“…ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelto prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità.” (dalla Lettera di San Paolo agli Efesini)
Ci rendiamo conto? Siamo stati scelti da sempre, da Lui siamo usciti e presso di Lui ritorneremo, indipendentemente dagli anni, mesi o giorni che trascorreremo in terra. Sempre che sapremo accogliere Gesù in tutti i momenti della nostra vita, quanto meno, con umiltà di parole e di azioni verso le persone che incontriamo e incontreremo nel corso del tempo che ci verrà concesso.
Non sprechiamo il tempo e, soprattutto, seguiamo i comandamenti di Dio, non nascondiamoci come Adamo:“…chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?” (dal Libro della Genesi)
Cosa volete, l’ombra del peccato, del rifiuto, del voler fare da sé, è sempre dietro l’angolo. Hai voglia di giustificarti, di scaricare su altri le colpe, oppure di ergerti a supremo, ma ricordati che “Dio ha rinchiuso in te l’ombra della sua bontà, come s’imprime il disegno di un sigillo sulla cera. Ma il peccato ha coperto questa impronta , ella è nascosta come sotto del fango: Se con lo sforzo di una vita perfetta tu purifichi il cuore dal fango che lo ricopre, la bellezza divina brillerà nuovamente in te.” (San Gregorio Nisseno)
Cosa volete, nulla è impossibile a Dio, perché:“…il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia. Egli si è ricordato del suo amore.” (dal Salmo 97)
La sua giustizia, quindi, prevarrà perché frutto del suo amore. Tutto il mondo la gusterà, tutte le genti capiranno che non vi potrà essere pace se non verrà accolta la giustizia di Dio nelle leggi degli uomini. Vero è che di ingannatori è pieno il mondo e ciascuno di noi ha a che fare con il proprio, come i nostri progenitori. Però la storia dell’umanità non fu scritta da quel serpente, perché il calcagno di una fanciulla, di una vergine, ne ha schiacciato la testa. E se Dio si è ricordato del suo amore, offrendo suo Figlio per la redenzione del mondo, vuole dire che anche oggi l’impossibile è ancora, per grazia, fra di noi. Come Deborah ha testimoniato con la sua vita.
Gen 3,9-15.20  /  Sal 97(98)  /  Ef 1,3-6.11-12  /  Lc 1,26-38
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