Domenica di
Pasqua (Anno B)
Risurrezione del Signore
Nella
nuda pietra di un sepolcro il corpo di Gesù è stato amorevolmente deposto. Una
possente pietra è stata posta a sigillo di quel luogo di morte e silenzio. Ogni
luce è stata bandita con il rotolare faticosamente avviato di quei pochi
coraggiosi che hanno accompagnato la Via Crucis del Signore. Sempre
una pietra: “…la pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra
d’angolo…(dal Salmo).
Anche
oggi, ai nostri tempi, quella pietra che è la persona di Cristo è scartata,
inclusa nella famosa “cultura dello scarto”. Anche oggi, chi assiste ai
colloqui, confidenziali o no, di gente comune, di farisei e sadducei, di
sacerdoti e guardie del tempio, rimane allibito. Gesù non è più il loro punto
di riferimento, lo si vuole spostare dal centro degli altari, lo si vuole
relegare nel remoto angolo di una giustificata stanza dell’individuale anima.
Ma
non può essere così, dopo il silenzio dello sbigottimento, dopo la tristezza
della solitudine, come un abbandono dei più cari amici, vediamo che a una donna
è data la meraviglia di una pietra rotolata via: “…vide che la pietra era stata
tolta dal sepolcro…(dal Vangelo).
Com’è
possibile?? A una donna fu concesso il privilegio di amorevolmente custodire i
primi vagiti di un bambino nella grotta di Betlemme, la culla di pietra su cui
si accese la luce della gioia; a una donna viene concesso il privilegio di
contemplare lo straordinario vuoto di un sepolcro di pietra, quella breve
temporanea culla di pietra da cui si irradiò la luce della vita per sempre:
“…Se
dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù…quando Cristo, vostra
vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.”
(dalla Lettera ai Colossesi).
Davvero
allora cominciamo a cercare le cose di lassù, sapendo che esistono non solo le
nostre povere cose terrene, ma pure le cose di laggiù, di quegli inferi eterni
da cui nessuno può ritornare, se non Gesù, perché Lui solo è il “giudice dei
vivi e dei morti, costituito da Dio”. (dagli Atti degli Apostoli).
Se
così è ed è così, la testimonianza di Pietro negli Atti, e non solo la sua, ci impone di farla nostra perché: “…ci ha ordinato di
annunciare al popolo e di testimoniare il Signore…”
A
maggior ragione oggi, in questo che “…è il giorno che ha fatto il Signore,
rallegriamoci ed in esso esultiamo” (dal Salmo).
E’
il giorno della Risurrezione, è il giorno in cui “rendiamo grazie al Signore
perché è buono, perché il suo amore è per sempre”. E’ la Pasqua di nostro
Signore Gesù Cristo.
Ancora
Pietro ci ricorda: “…Gesù di Nazareth, il quale passò beneficando e risanando
tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo…”.
Guai
a noi se ci dimenticheremo di questa Pasqua, se persisteremo a rimanere sotto
quel potere del diavolo, sarebbe meglio per noi legarci al collo una pietra di
macina, ancora la pietra, e gettarci negli oscuri abissi. Si tratterebbe solo
di anticipare un destino liberamente e consapevolmente voluto.
Ma
noi siamo stati ammoniti con questa Parola, con gli insegnamenti della Chiesa,
con il sangue versato dei Martiri, con la testimonianza di chi ha visto:
“…allora
entrò anche l’altro discepolo che era giunto per primo al sepolcro e vide e
credette.” (dal Vangelo).
Giovanni
il discepolo prediletto “vide e
credette” alla vista dei bianchi lini e del bianco sudario rimasti sulla nuda
pietra, perché sono la prova che la vita si è liberata dalla morte. Noi, con la
nostra vita, non possiamo fare altro, nella sequenza della storia, che continuare
ad annunciarlo al mondo intero, guardando alle cose di lassù perché, una pietra
dopo l’altra, tutti in alto possano arrivare. E’ il mio augurio di Buona
Pasqua.
At
10,34a.37-43 / Sal 117(118) / Col 3.1-4 / Gv 20,1-9
digiemme