XIV Domenica T.O. (Anno B)
Ogni
tanto, fra la moltitudine di notizie giornaliere, riesce a trovare spazio il
genocidio di cristiani che sta avvenendo in Nigeria. D’altronde qui da noi sono
tutti concentrati a piangere per i presunti migranti che non trovano più aperti
i porti italiani. In compenso, anche nella chiesa cattolica, delle migliaia di
persone uccise, le loro case e chiese distrutte, famiglie costrette a fuggire a
causa del loro credo, non fa né caldo né freddo. Sarà perché a commettere quei
crimini sono musulmani? E, quindi, guai a parlare male di questi? Allora che il
Salmo si riversi su di noi:
“…pietà
di noi, Signore, pietà di noi, siamo già troppo sazi di disprezzo dei superbi…
dello
scherno dei gaudenti.”
E
quando succederà anche da noi, bisognerà proprio vedere come reagiremo. In
parte già lo constatiamo quando vediamo come siamo disprezzati nella politica
come nell’andazzo sociale, con tutti quei gay-pride che altro non sono che uno
sfregio alla Santa Chiesa.
Sanno che è l’ultimo baluardo, sanno che è in
difficoltà a causa di suoi uomini indegni, ma non sanno che il Signore non
permetterà la distruzione della sua Chiesa e sa ridare forza e coraggio:
“…dirai
loro: Dice il Signore Dio, ascoltino o non ascoltino, dal momento che sono una
genia di ribelli, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro.”
(dal Libro del Profeta Ezechiele)
Speriamo
che un profeta sia veramente in mezzo a noi, ma, a dire il vero, ciascuno di
noi lo è in forza dei Sacramenti ricevuti. Occorre risvegliare il senso di
appartenenza, occorre avere il coraggio, senza indugio, di annunciare la Buona
Novella, occorre chiedere con estrema chiarezza la conversione per la salvezza
eterna. C’è il rischio di andare incontro ad incomprensioni, a critiche, a
divisioni, può essere, ma lo dice anche San Paolo ai Corinti:
“…perciò
mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle
persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo.”
Bisogna
proprio decidersi, non ci si espone per il gusto di andare controcorrente, per
sentirsi appagato in questa o quell’opera di carità, (oggi si dice di
volontariato), per un attivismo fine a se stesso.
Tutto
per Gesù, il motto del Beato Pianzola, per la sua causa dobbiamo cominciare,
proprio qui a casa nostra, a testimoniarlo, come ha fatto Gesù quando fece
ritorno al suo paese, fra i suoi, pur rischiando di
frastornare i propri famigliari, concittadini.
“…ed
era per loro motivo di scandalo. E Gesù disse loro: “un profeta non è
disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua.” (dal
Vangelo di Marco).
Sono
sicuramente vere queste parole, quante volte ci è forse capitato di viverle
sulla nostra pelle, ma non dobbiamo demordere, ne va della nostra fede, della
nostra vita, della Chiesa stessa. E’ inutile continuare a parlare di vita e
aborto? Non è vero, non possiamo tacere. E’ superato parlare della famiglia,
quella naturale e, conseguentemente, quella cristiana? Assolutamente no, è la
cellula fondamentale di ogni società che rispetti la dignità di ogni essere
umano. E’ improponibile affermare che esiste una sola religione e un solo Dio,
quello rivelato nella Chiesa Cattolica? Sì, il mandato ricevuto direttamente da Cristo dice che
solo nella Chiesa da Lui fondata c’è salvezza.
Alziamoci,
quindi, affermiamo con forza quelle verità. Saremo in pochi, non importa.
Saremo deboli, non fa niente, San Paolo diceva “quando sono debole, è allora
che sono forte”. Saremo abbandonati, ci sta, è la paga dei profeti.
Ez
2,2-5 / Sal 122(123) / 2Cor 12.7-10 / Mc 6,1-6
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