LA LUCE



Quarta Domenica di Quaresima(Anno B)
“…la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce perché le loro opere erano malvage…” (dal Vangelo di Giovanni)
La luce ci commuove solo a Natale, ma, passato quel periodo, riprendiamo a fare le cose più losche come se nulla fosse. Ditemi voi se non stiamo forse vivendo uno dei periodi storici più tristi dell’uomo. Altro che secoli bui. Ciò che sta avvenendo nei segreti laboratori eugenetici non lo sapremo mai. Ciò che avviene nelle fredde stanze del potere mondiale lo scopriremo sulla nostra pelle. Basta vedere quanto sta accadendo alla nostra povera Italia. Ci stanno svendendo. E non solo a livello politico, sociale, economico, militare, pure la nostra religiosità ci stanno erodendo:
“…anche tutti i capi, i sacerdoti e il popolo moltiplicarono la loro infedeltà, imitando in tutto gli abomini degli altri popoli e contaminarono il tempio…” (dal secondo Libro delle Cronache)
Queste cose non sono dette da un “infedele” tradizionalista, ma vengono lette in tutte le chiese cattoliche in questa domenica di quaresima,
forse, per ricordarci che le chiese non possono essere ridotte a teatri, a mense, a convitti. Forse, per ricordarci che la Chiesa deve parlarci di Dio, deve aiutarci a trovare la strada per la vita eterna, deve aiutarci a percorrere quella strada con i Sacramenti.
Siamo una Chiesa in esilio? Per alcuni (molti?) è così e non suonano estranei i lamenti del Salmo: “…lungo i fiumi di Babilonia. Là sedevamo e piangevamo ricordandoci di Sion. Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre…”
Per alcuni (molti?) si pone resistenza, per altri (molti?) si pongono in essere tentativi di vivere cristianamente testimoniando la carità nei rapporti umani, nelle opere bisognose per dare compimento al secondo comandamento. In umiltà, in silenzio, riascoltando la Parola che San Paolo ci indirizza:
“…per grazia, infatti, siete salvati mediante la fede, …è dono di Dio, non viene dalle opere perché nessuno possa vantarsene…ma per le opere buone che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.”
Quanto sono vere quelle parole di Paolo. Noi pensiamo di essere buoni perché facciamo questo, facciamo quello, ma non ci rendiamo conto che, se siamo quello che siamo, cioè buoni, lo dobbiamo al Buon Dio che ci ha fatto dono del suo Figlio Gesù Cristo. Lui è l’opera buona, la strada maestra che ci ha preparato affinché potessimo mettere a frutto i nostri talenti. Nessuno di noi è escluso, la luce del sole scalda tutti allo stesso modo, ma non tutti la vedono. Molti preferiscono il buio, le tenebre perché, agguantati dal maligno, come dice il Vangelo:
“…chiunque, infatti, fa il male odia la luce e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate…”
Evidentemente chi fa il male sa di compiere azioni malvage e non vuole sentirselo dire o ricordare, ma alla fine il peccato travolgerà chi si lascia trascinare in quell’abisso del niente.
Continua il Vangelo: “…invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.”
Alle lodi preghiamo con il Cantico di Zaccaria che recita “…per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge…” e quel sole è la luce che dobbiamo riflettere, ma non tanto le opere, bensì “la verità” che sta in esse. E la verità è Gesù Cristo, ogni opera di bene può essere tale solo alla luce del suo Amore che diede la vita per la salvezza di ciascuno di noi.
2Cr 36,14-16.19-23 / Sal 136(137) / Ef 2,4-10 / Gv 3,14-21

Digiemme