Seconda Domenica di Pasqua -
Divina
Misericordia (Anno B)
Se
siamo discepoli del Signore come si conviene, nulla ci deve preoccupare, la
vittoria sul mondo è alla nostra portata. Anche quando sembra che tutto vada in
direzione opposta. Prendete, per esempio, il fatto che quest’anno si celebri il
quarantesimo dell’approvazione della legge che ha legalizzato l’aborto di Stato
e che ancora non è possibile parlare male di queste norme senza incorrere nel reato
di lesa maestà nei confronti dell’autodeterminazione della donna. Ne abbiamo la
prova nel caso del cartellone dell’Associazione Pro Vita, raffigurante un
bambino di 11 settimane nel grembo materno, fatto rimuovere con la forza dal
sindaco di Roma. Una sconfitta dunque? Può darsi, siamo poveri, indifesi, ma
siamo forti delle promesse del Signore:“…è
meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo. E’ meglio rifugiarsi nel
Signore che confidare nei potenti.” (dal Salmo).
Oltretutto,
i potenti di turno, dentro e fuori dalla Chiesa, sono rivolti, nella migliore
delle ipotesi, ad altri interessi. Come sono lontani gli anni dei primi
cristiani:
“…la
moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e
un’anima sola.” (dagli Atti).
E si
ponevano nel mondo con uno spirito diverso, nuovo, rispetto alle logiche del
tempo, che non sono poi tanto diverse da quelle del nostro tempo, quello
indicato nelle apparizioni agli apostoli di Gesù: “Pace a voi!”
Questo
dovrebbe essere, e lo è, il modo di porci nei confronti del mondo. Anche quando
dissentiamo, combattiamo per le nostre idee, i nostri valori, quello sarà il
nostro stile, il nostro modo di portare la “pace”:
fra
il figlio e la madre, fra la Legge e le leggi, fra la politica e i potenti, fra
il sacro e il profano. E possiamo farlo, con forza e convinzione perché:
“…come
il Padre ha mandato me, anch’io mando voi. Detto questo, soffiò e disse loro:
ricevete lo Spirito Santo…” (dal Vangelo).
Che
siamo mandati, tutti coloro che credono, non solo i credenti di quell’ora, è un
fatto certo perché Tommaso, in quell’occasione, non era presente, eppure dopo
la sua confessione “Mio Signore, mio Dio”, anche lui fu annoverato fra i
discepoli inviati nel mondo con l’imperativo:
“…a
coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati, a coloro a cui non
perdonerete, non saranno perdonati.”
E’
una figura emblematica quella di Tommaso perché mette in risalto quanto scritto
da Giovanni:
“…chiunque
è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il
mondo: la nostra fede.” (dalla Prima lettera di Giovanni).
“…perché
mi hai veduto, tu (Tommaso) hai creduto, beati quelli che non hanno visto e
hanno creduto.” (dal Vangelo).
E’
la fede che ci rafforza ancora di più, quando le sconfitte sono cocenti, quando
la nostra Comunità, la nostra famiglia scricchiolano sotto il peso degli
attacchi da destra e da sinistra, ecco è la fede che ci sostiene e ci dice che
la vittoria sul mondo è cosa certa perché è Gesù Cristo che con la sua Santa
Croce ha vinto il mondo.
At
4,32-35 / Sal 117(118) / 1Gv 5,1-6 / Gv 20,19-31
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