Santissima Trinità(Anno B)
Oggi
celebriamo un Mistero Grande, il Dogma per eccellenza, che ci introduce
all’Amore che attraversa e raccoglie le Tre Persone della Santissima Trinità. E
noi ci lasciamo prendere per mano, come un bambino da accompagnare a scuola,
fiducioso che poco per volta, poi, comprenderà l’importanza dell’ascolto del
maestro, dei suoi insegnamenti, dell’educazione cui sarà sottoposto.
Quel
bambino, crescendo, andrà sempre più spedito ed autonomamente alla scuola della
vita, certo, con un bagaglio di dubbi che diventerà sempre più pesante. Non c’è
da meravigliarsene, leggiamo il Vangelo: “… gli undici discepoli andarono in
Galilea, sul monte che Gesù aveva indicato loro. Quando lo videro, si prostrarono.
Essi però dubitarono.” (dal Vangelo di Matteo).
Dubitarono? Loro che avevano
avuto Gesù per Maestro per ben tre lunghi anni, ancora dubitavano. Cosa? Che
Gesù e il Padre fossero una cosa sola? Che lo Spirito, il Paraclito fosse un
generico influsso spirituale, un modo di essere seguace? Eppure Gesù aveva
indicato loro il monte su cui andare per ritrovarsi. Perché su un alto monte,
se non per sottolineare che da quel monte, che è Cristo stesso, si può
abbracciare tutto il mondo, ma solo dopo aver ricevuto lo Spirito di Vita,
quella Vita che si esplicita nelle tre Persone che si sono messe in gioco per
la salvezza dell’uomo: “… sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il
Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro.” (dal
Libro del Deuteronomio). Allora, per
dissipare tutti quei dubbi, oggi, noi, in questo 2018, in questa Chiesa,
dobbiamo meditare bene, metterci in preghiera, prostrarci, toglierci i sandali
davanti al Signore che è presente nel tabernacolo: “… l’anima nostra attende il
Signore: egli è il nostro aiuto e nostro scudo…su di noi sia il tuo amore,
Signore, come da te noi speriamo.” (dal Salmo 32). Vedete che da questa
preghiera può scaturire solo un’immensa fiducia in Dio, che ci permette di
superare le nostre paure, le nostre debolezze, perché il suo amore disceso su
di noi è veramente uno scudo contro il male che cerca di ingarbugliarci nelle
sue trame di ingiustizie e cattiverie. Solo partendo da queste condizioni,
allora, possiamo meglio comprendere la Parola di San Paolo ai Romani: “… e voi
non avete ricevuto uno spirito da schiavi per cadere nella paura; fratelli
tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.” Ritorna
la parola “paura” abbinata allo “spirito da schiavi” e non è un caso. Oggi lo
spirito del mondo, del politicamente corretto, pervade e ottenebra le menti di
tutti attraverso una metodica che presenta la vita secondo cliché ben precisi,
belli, appaganti, godibili, esclusivi. Eppure la “paura” aleggia in un modo perverso
al punto che si è disposti a tutto pur di non perdere di vista quello stile di vita,
al punto di lasciarsi poco alla volta trasformare in uno
yesman, uno schiavo del sistema. Ma se crediamo veramente di aver ricevuto lo
Spirito di Dio, sul nostro monte, ecco che lo scudo sarà sempre imbracciato e
non ci saranno tentazioni che potranno allontanarci dall’Amore della Santissima
Trinità. Resteremo immersi nel Mistero, ma non abbiamo bisogno d’altro, abbiamo
il Tutto e dobbiamo poterlo testimoniare con la nostra vita, andando per il
mondo, senza più paure, per “fare discepoli, battezzandoli nel nome del Padre e
del Figlio e dello Spirito Santo”.
Dt 4,32-34.39-40 / Sal 32(33) / Rm 8,14-17 / Mt
28,16-20
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