MORGADE – LIGONDE 11 Agosto 2010 XXVII tappa

“Abbiamo tutti bisogno di un viaggio, non per “vacanza” (cioè per fare vuoto attorno a noi), ma per trovare noi stessi. Tutti bisognosi di un cielo sulla testa e di una strada sotto i piedi” (Luigi Maria Epicoco)
 
Ci stacchiamo presto dalla porta di Morgade, alle 6,00, rinunciamo alla colazione che sarebbe stata servita troppo tardi,  e procediamo spediti fino al primo bar aperto che incontriamo. Consueta sosta con tanto di preghiera presso il primo “cruceiro” che si profila all’orizzonte, e se ne incontrano parecchi, il più interessante e caratteristico (del 1670)  lo ammiriamo a Lamerinos.

LA VIGNA E I VIGNAIOLI

Domenica XXVII T.O. (Anno A)
Di solito in questi giorni d’autunno s’inforca la bicicletta e si va per vigne che nel nostro territorio non mancano. Anzi, c’è proprio una cultura, sostenuta anche da un altro aspetto territoriale che è quello delle “casotte”. Con calma, fermandosi davanti ai cancelli si può verificare se quella o quell’altra vigna sia ben tenuta o malandata. Complice l’aria già cosparsa di nebbioline, infiltrate da tiepidi raggi di sole, si riesce a godere di queste immagini tanto utilizzate nei vangeli. Si capisce questo ritorno insistito sulla vite, sulla vigna, sui lavoratori che vi vengono mandati. La vigna come luogo che richiama il Regno di Dio, la vite che accende la figura del Figlio, gli operai che interpellano tutti i chiamati, a cominciare da noi che ancora oggi abbiamo la responsabilità di custodire quanto ci è stato dato in eredità. Viene da domandarsi se lo facciamo con adeguata preoccupazione o se, invece, ne approfittiamo e cerchiamo di accaparrare solo i frutti a maturazione, senza nulla aggiungere di nostro per la crescita e lo sviluppo della vigna che abbiamo in custodia.
Forse l’ammonimento del Salmo fa al caso nostro:
“…perché hai aperto brecce nella sua cinta e ne fa vendemmia ogni passante? La devasta il cinghiale del bosco e vi pascolano le bestie della campagna” (vers.13-14).
Abbiamo abbassato la guardia, in parte desacralizzato le chiese, le riforme degli ultimi cinquant’anni hanno fiaccato spiriti e liturgie ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Possiamo trovare corrispondenza anche in alcuni versetti tratti dal libro del profeta Isaia:
“…Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi”.

LA VIA DELLA GIUSTIZIA



Domenica XXVI T.O.(Anno A)
Tanto per essere chiari e non farci abbagliare da facili sovraesposizioni: il paradiso non è pieno di miscredenti e prostitute a discapito di chi nella vita ha cercato di essere fedele alla Legge del Signore:
“…in verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel Regno di Dio.…perché hanno creduto a Giovanni…” (Vangelo di Matteo)
Hanno creduto, questa è l’azione che li porta avanti, proprio perché credendo hanno cambiato stile di vita. Pensiamo, tanto per intenderci, a Matteo stesso, o come si dice, a Maria Maddalena. Mi viene spontaneo il suo ricordo quando agli incroci delle strade velocemente si svendono quelle poveracce. Non è in quel modo di vivere, fermo restando la volontà di perseguirlo, che si garantiscono il passaggio verso il Regno. Che poi ci vorrebbero tanti nuovi “Don Oreste Benzi”, ma questo è un altro discorso.

SAMOS – MORGADE Martedì, 10 Agosto 2010 XXVI tappa

“Il Signore Dio è la mia forza, egli rende i miei piedi come quelli delle cerve e sulle mie alture mi fa camminare” (Abacuc 3,19)
 
Alla partenza, circa le 7,00, siamo un po’ galvanizzati dal fatto che ci ritroveremo a percorrere parte del tratto che facemmo nel 2007 con gli amici dell’allora pellegrinaggio. Fino a Sarria il cammino si evolve fra saliscendi a fianco della strada provinciale, immersi nella nebbia come se fossimo stati a casa.
A Sarria ci fermiamo al primo bar che incontriamo per la colazione e poi saliamo alla città antica dove, davanti all’ostello comunale, troviamo i giovani pellegrini francesi che avevamo visto per l’ultima volta a O Cebreiro. Il ragazzone, sdraiato sui gradini, ammette che con il ginocchio così malandato non ce la fa più e, quindi, a malincuore  ritornano a casa.

PERDONARE DI CUORE


Domenica XXIV T.O.(Anno A)
Una delle cose più difficili da fare nella vita di tutti i giorni è proprio quella di saper perdonare. Quanto odio viene coltivato quando sono famiglie, fazioni, popoli che non riescono a dimenticare torti subiti e vogliono rispondere con la stessa moneta.

O CEBREIRO – SAMOS Lunedì, 9 Agosto 2010 XXV tappa

“Quello che prima dovevo nascondere nel più intimo del mio cuore, ormai lo posso proclamare a voce alta e forte: credo, confesso. Signore è possibile che rinasca colui che è già giunto alla meta della sua vita? (Gv 3,4) Questo hai detto, e si è verificato per me….Nessun cuore umano può capire quello che tu riservi a coloro che ti amano. Ora che ti ho stretto a me non ti lascerò (Ct 3,4). Qualunque sia il cammino della mia vita, tu sei con me. Niente mi separerà dal tuo amore. (Santa Teresa Benedetta della Croce /Edith Stein\).
 
Come di consueto, ormai, alle 6,00 eravamo ancora avvolti dal buio, ma già in strada. Decidiamo di optare per l’asfalto per due motivi: si vedeva veramente poco e per il fatto che avevo dovuto calzare i sandali a causa della medicazione del giorno prima. Questo secondo motivo, ovviamente mi avrebbe fatto camminare male in quanto non potevo utilizzare i plantari ad hoc che sono costretto a portare.

LA LOGICA DEL MALVAGIO



Domenica XXIII T.O. (Anno A)
Prendiamo spunto dal Salmo 94: “Se ascoltaste oggi la sua voce…”e proviamo sul serio ad ascoltare la sua voce, quella del Signore Dio che non si stanca mai di rivolgersi a noi, proprio a noi, per aiutarci nella nostra vita a prepararci all’incontro con lui. Non lo fa in modo melenso, alla vogliamoci tutti bene, perché, nella sua bontà, ci ha lasciati comunque liberi di non volerlo per niente incontrare. E lui rispetta la nostra libertà, non rispetta invece la malvagità e lo dice chiaramente:
“Se dico al malvagio: “malvagio, tu morirai” e tu non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta, egli, il malvagio, morirà per la sua condotta, ma della sua morte io domanderò conto a te.” (dal Libro del Profeta Ezechiele).

IL FUOCO ARDENTE



XXII Domenica del T.O. (Anno A)
Domenica scorsa abbiamo letto il perché Gesù Cristo abbia voluto fondare la sua Chiesa sulla roccia di Pietro e come abbia a lui consegnato le chiavi del suo Regno. Oggi vediamo come allo stesso venga riservato un trattamento sorprendente:
“…Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo. “Dio non voglia Signore; questo non ti accadrà mai. Ma Gesù voltandosi disse a Pietro: “va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”. (Vangelo di Matteo)

VILLAFRANCA DEL BIERZO – O CEBREIRO Domenica 8 Agosto 2010 XXIV Tappa

“Farò camminare i ciechi per vie che non 
conoscono, li guiderò per sentieri sconosciuti,
trasformerò davanti a loro le tenebre in luce,
i luoghi aspri in pianura” (Is 42,16)
Ed ecco la madre di tutte le tappe. Ci siamo, finalmente, partiamo emozionati e paurosi. Villafranca del Bierzo (505mt slm) è buia e deserta, sono le 6,10, s’aggira solo, l’ho riconosciuta, la pellegrina che era stata ai nostri calcagni nella tappa da Astorga.

LA PIETRA E L’EDIFICIO



XXI Domenica T.O. (Anno A)
Senza dubbio, le letture di questa domenica sottopongono alla nostra attenzione la dovuta e giusta
comprensione del ministero petrino.Già il primo testo ripreso da Isaia apre una prospettiva ben precisa:“Ti toglierò la carica, ti rovescerò dal tuo posto…Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide, se egli apre, nessuno chiuderà, se egli chiude, nessuno potrà aprire…”
Il Signore innalza, il Signore abbatte. Il capo del momento, l’unto del Signore, colui che viene chiamato a condurre il suo popolo, solo che non ottemperi ai suoi comandi, senza ombra di dubbio, verrà destituito e lo decide Lui. Perché la cura del suo popolo è la preoccupazione preziosa di un Amore che vuole essere indissolubile, unico, fecondo, che non può essere strumentalizzato a fini personali, a vanità e prestigi per la gestione del potere. Viceversa, un capo che davvero vuole essere il suo umile servitore, avrà la chiave del suo Cuore che è quella che apre alla gioia, alla fede, all’Amore, e con questo tipo di chiave in mano non ci possono essere esitazioni di sorta, se apre, deve restare aperto, se chiude, nessuno può più riaprire.

BASTANO LE BRICIOLE


XX Domenica T.O. (Anno A)
In questi giorni di tristezza e di dolore per tanti che vedono i loro cari ritornare dalle vacanze nel lutto e nella sofferenza incomprensibile, l’unico appiglio sembrerebbe il silenzio e, sicuramente, l’ascolto della Parola di Dio.
Lasciamoci fare dalle sue parole, troveremo ristoro anche quando ci ammonisce:
“…osservate il diritto e praticate la giustizia perché la mia salvezza e la mia giustizia sta per rivelarsi…” (dal profeta Isaia).
Ecco, la vendetta, l’odio, il livore non sono il metro con cui rispondere alle offese, il diritto e la giustizia sono invece gli strumenti che devono essere esercitati per ottenere rispetto e sicurezza. Non per quieto vivere, evidentemente, non per arrendevolezza, ma per pretendere che il vivere comune sia improntato sulla libertà di professare la propria fede, i propri valori, i propri principi, la propria storia, la propria cultura. In questo mondo che così dobbiamo custodire e che così vogliamo, ci confronteremo, poi, con la venuta che aspettiamo ogni qualvolta ci accostiamo all’Eucaristia del Signore, certi che la sua giustizia sarà la nostra condanna o la nostra salvezza per l’eternità.

PONFERRADA – VILLAFRANCA DEL BIERZO XXIII tappa

Sabato 7 agosto 2010
“Mentre trascorre la vita,      
solo tu non sei mai,
Santa Maria del Cammino
sempre sarà con te…”
Santa Maria del Cammino è un canto nato su queste strade con i pellegrini. Ce l’ho in testa quando lasciamo Ponferrada alle 6,15 di una giornata che sembra presentarsi calda, seppur, sulla carta, facile. Non ci siamo accorti d’esser passati sul famoso vecchio ponte di ferro e, per certi versi, neppure ci accorgiamo dell’attraversamento dei paesini che incontriamo. Solo mi resta impresso Huerta del Sacramento che mi porta ad una riflessione. In Spagna la religiosità si misura anche dai nomi che vengono dati ai paesi e spesso, come questo, c’è proprio un richiamo diretto al Mistero della fede in Cristo Gesù. Pare, allora, incomprensibile l’odio contro la Chiesa Cattolica che si è accanito durante la guerra civile degli anni ’30 con persecuzioni, uccisioni e stragi di preti, religiosi e laici. L’ideologia, quando degenera, evidentemente, acceca le coscienze e distrugge il buon senso.
E mentre riflettevo su queste cose, altri nomi come Columbrianos, Fuentes Nevas, Camponaraja ci permettevano di scoprire una zona ad alta densità rurale, fatta di fattorie, di vigneti e di mandrie al pascolo.

UNA BARCA AGITATA

XIX Domenica T.O. (Anno C)

La mia voce verso Dio per gridare “ Salvami Signore!” (Pietro nel Vangelo).
“…Dico la verità in Cristo, non mento…ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua…”
Come non condividere la condizione di Paolo confessata ai cristiani di Roma?
Ecco, in qualche modo i panni dei due supremi Apostoli sono nostri, ci stanno a pennello. Non meravigli.

SUL MONTE DEL SIGNORE

Trasfigurazione del Signore(Anno A)

In questi giorni tristi, avviene di sentire un’impotenza impadronirsi delle nostre speranze. Cadono le braccia e si pensa di non poter fare nient’altro che essere fedeli alla Chiesa di sempre e poi avvenga ciò che il mondo vuole.
Viene proprio voglia di rifugiarsi nel silenzio perché l’ennesima perplessità circa ciò che sta accadendo nella Chiesa è subito superata da altre ancora più gravi.

FONCEBADON – PONFERRADA Venerdì 6 Agosto 2010 XXII tappa

A proposito dei Cavalieri Templari:
“ E’ difficile distinguere i fatti reali dalla leggenda…Non ho
riscontrato unanimità su cosa siano i fatti reali: dipende dai
punti vista. La cosa interessante è che la leggenda, che per
definizione è distorta, dà una versione degli eventi di gran
lunga più accettabile. Tutti si trovano d’accordo sulla leggenda,
ma nessuno si trova d’accordo sui fatti.” (Michael Coney)
Alle 6,30 quando siamo fuori dal rifugio, al buio, sappiamo già dove dobbiamo indirizzarci, basta seguire le filtranti luci delle pile di chi ha iniziato a camminare prima di noi. L’aria è fredda, il vapore si condensa nei nostri respiri e il monte Irago s’intravede in chiaro scuro. Sotto questo monte, ben presto, alla luce del sole che piana sui bassi arbusti di un ampio prato, giungiamo al cospetto della famosa “Croce di Ferro”, la “Cruz de Hierro”, punto nodale del pellegrinaggio.