“Il Signore Dio è la mia forza, egli rende i miei piedi come quelli delle cerve
e sulle mie alture mi fa camminare” (Abacuc 3,19)
Alla partenza, circa le 7,00, siamo un po’ galvanizzati dal fatto che ci
ritroveremo a percorrere parte del tratto che facemmo nel 2007 con gli amici
dell’allora pellegrinaggio. Fino a Sarria il cammino si evolve fra saliscendi a
fianco della strada provinciale, immersi nella nebbia come se fossimo stati a
casa.
A Sarria ci fermiamo al primo bar che incontriamo per la colazione e poi saliamo
alla città antica dove, davanti all’ostello comunale, troviamo i giovani
pellegrini francesi che avevamo visto per l’ultima volta a O Cebreiro. Il
ragazzone, sdraiato sui gradini, ammette che con il ginocchio così malandato non
ce la fa più e, quindi, a malincuore
ritornano a casa. Siamo spiaciuti, ma il dovere ci chiama e riprendiamo
nell’attraversamento della città, molto bella e custode di preziosi monumenti
che, però, decidiamo di ammirare solo dall’esterno. Sappiamo il tragitto che ci
aspetta e, perciò, decisi, scendiamo e ci avviamo verso il primo bosco della
giornata.
Già riconosciamo i sentieri, i primi gruppi di case contadine e con la memoria
andiamo all’esperienza vissuta. Il pellegrinaggio del Centro di Aiuto alla Vita
del 2007 prevedeva le ultime cinque tappe che iniziavano, appunto, da Sarria.
Avevamo pernottato a Lugo, antica città romana, importante centro, capoluogo di
provincia.
La visita a quella città era stata molto interessante, soprattutto quando
percorremmo la cinta delle mura romane, ancora intatte come allora, quasi che
fossimo veramente a protezione del
fortificato borgo. Girare per le vie, visitare chiese, fermarsi in luoghi
caratteristici, come il bar centrale dove abbiamo cenato, in compagnia degli
amici, è un’esperienza unica, che non dimenticheremo più. Anche allora, quando
al mattino presto giungemmo a Sarria, c’era una nebbia mica da ridere e facemmo
fatica a trovare il punto da dove partire.
E i boschi, i prati, i declivi, le cappelle, i pascoli, i valloni, le cascine, i
portici, i contadini, i campi, gli orti, i cimiteri, gli slarghi, le fontane, le
mandrie, gli Horreo, i cruceiro, tutto questo ben di Dio è ciò che s’incontra in
quel continuo saliscendi di alture e valli che i nostri piedi hanno segnato in
queste giornate.
Il primo paese significativo che ci viene incontro è Barbadelo, poi una serie
continua di piccole borgate come Rente, Mercado de Serra, Penna Leman,
Peruscallo, Lavandeira, Brea, i cui nomi sono impressi sui cippi che ogni 500mt.
scandiscono i meno … chilometri a Santiago. Un cippo più in evidenza è quello
dei -100 che si trova a pochi metri dalla piccola frazione di Morgade.
Qui ci fermiamo alle 14,15, stanchi morti, decisi a non fare più un passo, c’è
una “casa rural” e chiediamo ospitalità, ma non c’è posto, è tutto prenotato, è
rimasto solo un letto: ci guardiamo in faccia e decidiamo di prenderlo, vi
dormiremo in due e per convincere la titubante proprietaria, garantiamo che
pagheremo per due. Poi, ci va anche bene perché alcune persone non sono arrivate
e, quindi, godemmo della seconda brandina.
Questa “casa rural” è un vecchio caseggiato di campagna, rimesso a nuovo con
varie stanze a più letti singoli, sala pranzo, bar e giardino. Siamo alloggiati
praticamente nel sottotetto e tutto l’ambiente è come ovattato. La sistemazione
ed i servizi sono buoni anche in relazione al costo. Il pomeriggio trascorre,
quindi, sonnolento, in attesa di un tramonto che trasformerà queste quattro case
con annesse fontana e cappelletta. Quest’ultima è praticamente abbandonata,
mentre la fontana è ancora attivamente utilizzata, dai pellegrini di passaggio,
in sosta, per sguazzarci i piedi e per le mucche che a sera rientrano nella loro
stalla. In compenso, il bivaccamento, nostro, non delle mucche, tra il giardino
e il bar, tra un gelato e una birra, ci ha permesso di salutare un sacco di
pellegrini che soli, o in gruppo, ben rappresentavano la variopinta umanità in
cammino. Presi in questo “gioco” d’immaginazione sulla provenienza, età,
condizione, non ci siamo proprio accorti, rilassati, che era ora di andare a
tavola.
La cena è compresa nel prezzo ed è apprezzata, in compagnia di una ragazza
irlandese con la quale Mariella ha fatto amicizia, riuscendo in un colloquio cui
sono rimasto estraneo per via del fatto che era in inglese. La fanciulla è
andata a letto presto perché l’indomani si sarebbe alzata alle quattro, vuole
fare quanti più chilometri possibili al giorno per cercare di arrivare a
Santiago il giorno della morte di sua madre, un anno fa. E’ un voto che deve
sciogliere: ricordare e pregare per sua mamma sulla tomba del Santo.
Anche noi, dopo poco, ci accodiamo verso i giacigli, quando già, compieta, nel
silenzio della notte appena iniziata e con il profilo delle colline che si
nasconde poco per volta nel buio, ci accompagna nel ringraziamento del Signore
Dio che anche oggi è stata la nostra forza.