LA LUCE DEGLI SPOSI



Terza domenica di Avvento (Anno B)

E’ conclamato che lo sposo per eccellenza è il Signore Gesù Cristo, mentre la sposa sua fedele è la Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Veramente, “sempre fedele” non lo è sempre stata e forse neppure adesso. In ogni caso è sempre nella condizione, in forza dello Sposo, di essere soggetto privilegiato di una promessa: la salvezza per sé stessa e per tutti coloro che attraverso i suoi Sacramenti vi potranno accedere.
Ecco perché la luce avvolge perennemente, nonostante le tenebre oggi imperanti, la Chiesa e perché a quella Luce guardiamo in continuazione ad ogni Natale del Signore. Si spiega così anche la condizione particolare che questa Festa trasmette: la gioia pervade l’aria, l’atmosfera si addolcisce, tutti, anche i più incattiviti con il mondo, si lasciano trascinare all’augurio, al sorriso e alla bontà.

ALZARE LA VOCE



Seconda Domenica di Avvento(Anno B)
Bisogna proprio alzare la voce per chiedere che la giustizia sia applicata nella nostra società, nei nostri territori, nelle nostre città, nei nostri quartieri, nelle nostre famiglie, nella nostra chiesa.
E’ un dovere che ci viene dal nostro credere in Dio, perché è Lui che tramite il suo profeta Isaia ci stimola: “…sali su un alto monte tu che annunci liete notizie…alza la tua voce con forza… alza la voce, non temere.”
Quando si fa riferimento all’alto monte è evidente che si tratta di un invito a non nascondersi, tanto più che in forza della fede abbiamo solo buone e liete notizie da annunciare. Come, per esempio, la gioia del Natale, oppure quella della meraviglia quando ci viene annunciato l’attesa di un figlio. Che doni immensi. Proprio questi ci dicono, appunto, di non temere, alzate la voce, siate forti nel proclamare il Salmo: “…Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno.”

VEGLIARE COME UNA SENTINELLA



Prima Domenica di Avvento (Anno B)
Nella casa che ci è stata affidata c’è sempre qualcuno che è pronto ad uscire per andare incontro al Signore, a Lui che ci viene incontro come annuncia il profeta Isaia:
“…Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia e si ricordano delle tue vie.”
Invece per quelli che non vivono per la giustizia si aprono altre vie, che si allontanano sempre più dalla casa propria, come pure da quella del Padre. Vediamo già, però, quali sono i frutti di questa lontananza: case senza più famiglie, senza figli, case che sono solo rifugi di solitudini, di ripiegamenti su sé stessi, di litigi, di incomprensioni, di separazioni.
Fino a quando, Signore, l’uomo potrà fare a meno di te? Le tenebre sono sempre più fitte, anche coloro che dovrebbero guidarci con le loro lampade sono al buio e ci lasciano, addirittura ci spingono nel profondo della notte. La vita, la nostra vita per l’eternità è in pericolo a causa dei nostri peccati e nessuno dei tuoi, Signore, ci viene in aiuto. Ci lasciano morire fin dal grembo di nostra madre, ci lasciano morire al tramonto del nostro tempo perché disturbiamo e non serviamo più a niente. E si sentono pure gratificati. Ma Tu, Signore, non ci abbandonare:
“…fa’ che ritorniamo, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.” (Salmo)

IL GREGGE DI CRISTO



XXXIV Domenica T.O.(Anno A)
Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo
La vulgata dice che stare nel gregge non è proprio il massimo perché si è come pecore che non si distinguono le une delle altre. In parole povere si è dei pecoroni che seguono solo quelli davanti.
Se, però, si sta nel gregge di Cristo le cose cambiano perché:
“come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore…e le radunò che erano state disperse.” (dal Profeta Ezechiele).
Cristo, infatti, è in mezzo a noi e ci riconosce uno per uno, anzi va a cercare anche i distratti e i dispersi e li raduna nella sua Chiesa. Li protegge, li foraggia, in modo del tutto speciale, sacrificandosi per loro in ogni Consacrazione Eucaristica.

SANT’IRENE – SANTIAGO DE COMPOSTELA Sabato 14 Agosto 2010 XXX Tappa

“Il cammino del corpo
  ti porta per le vie del mondo,
  il cammino della mente
  ti porta verso il mondo del sapere,
  il cammino del cuore
  ti porta verso Dio,
  il cammino di Santiago
  ti porta a conoscere te stesso.” (Fabio Cattaneo)
 
E finalmente l’ultima tappa. Ci alziamo tranquilli, sappiamo che sarà una giornata particolare, rivivremo l’esperienza del 2007; per questo, nonostante i chilometri da percorrere siano relativamente pochi, puntiamo la sveglia alle 6,00 e dopo un’oretta siamo a Pedrouzo per la consueta abbondante colazione. Quando riprendiamo, ci accoglie uno dei più bei boschi di eucalipto e subito ci troviamo trascinati da una specie di fiumana: siamo veramente in tanti ad andare, in una frenesia collettiva che contagia e incita. Siamo solo distratti da una serie di lapidi che ricordano tre pellegrini che trovarono la morte sul finire del loro cammino.

A CIASCUNO IL SUO



XXXIII Domenica T.O. (Anno A)
Spesso e volentieri mi capita di pensare: ma quanto mi ha lasciato il mio Signore in dote quando sono stato chiamato alla vita? Come fare per riuscire a capirlo? Così comincio a riandare a ritroso dello sviluppo degli anni che hanno segnato la mia maturità. Oggi, invece, ci provo alla luce della Parola che abbiamo appena ascoltato. Comincio con il Libro dei Proverbi:
“…una donna forte chi potrà trovarla? a lei confida il cuore il marito…Apre le sue palme al misero, tende la mano al povero.”
E’ forse nostra madre quella donna forte?

LE STOLTE E LE SAGGE



XXXII Domenica T.O.(Anno A) 
Sappiamo bene che il mese di novembre è dedicato al ricordo dei defunti, e quando pensiamo a loro, in forza della fede che ci unisce come fratelli, li sentiamo presenti, anche se non riusciamo a capire in che dimensione. Quando chiediamo che una Santa Messa sia celebrata nel loro nome non lo facciamo, però, per dovere o per consuetudine, bensì per restare in comunione. Il Sacrificio che si compie sull’altare è gesto di rispetto per loro, se si trovano in Purgatorio, è anticipo per noi se si trovano all’inferno. In ogni caso mettiamo tali intenzioni con lo stesso spirito che leggiamo nella Prima Lettera ai Tessalonicesi di San Paolo Apostolo: “…Non vogliamo fratelli lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza.”

MELIDE – SANT’IRENE 13 Agosto 2010 XXIX tappa

Ogni borgo, ogni villaggio una sua chiesa: “…quando busserò alla tua porta, avrò fatto tanta strada, avrò piedi stanchi e…” cantavamo al Gruppo Giovanile Immacolata. Ora quel canto si sente quasi solo alle esequie, ma a noi dice che ogni momento è buono per mettere ai piedi del Buon Dio il breve o lungo pezzo di vita che stiamo percorrendo.
Visto l’affollamento di pellegrini e i nostri tempi di percorrenza, eravamo preoccupati per il giorno successivo e prima di andare a dormire presso il rifugio di Melide, avevamo provato a fare un tentativo di prenotazione telefonica presso i vari paesi che avremmo attraversato l’indomani. Tutto occupato e il primo che arriva meglio si accomoda.
Allora decidiamo di partire ancora più presto e alle 6.05 siamo in pista…ma non da soli. L’alba schiarisce i sentieri, filtra tra gli alberi dei boschi e tratteggia una lunga fila di pellegrini che vanno, allegri e gioiosi, superati di tanto in tanto da altri, altrettanti, urlanti e sfreccianti: hola…buen camino…, in bicicletta.

LE CATTEDRE DI ROMA



Domenica XXXI T.O.(Anno A)
Sappiamo bene chi sta seduto sulla cattedra, non più dI Mosè, di Roma. Il Vangelo di Matteo vale anche per loro:
“…sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere…”
Non mi intendo più di tanto di scribi e farisei, ma non ci vuole molto per capire che nella Chiesa, cattolica, apostolica, romana, oggi vige una grandissima confusione.
Bisogna dire che c’è anche una notevole capacità di autocritica se si è disposti a lasciarsi prendere dalle invettive del profeta Malachia:
“…voi invece avete deviato dalla retta via e siete stati d’inciampo con il vostro insegnamento”.

SCAVALCARE LE MURA



XXX Domenica T.O.(Anno A)
Da bambino i muri dell’oratorio erano da scavalcare per andare a recuperare il pallone, erano da scalare per sedervisi a cavalcioni, un sacchetto di patatine in mano, e gustarsi la partita dei “grandi”. Il muro era la nostra protezione e nello stesso tempo  l’ansia dell’oltre, di un orizzonte che si apriva alle nostre fantasie. Anche adesso il muro ci offre quel senso di protezione, eppure sappiamo che dietro a quelle mura ci sta il mondo cui si deve portare la Parola di Dio: “…Signore, tu dai luce alla mia lampada, il mio Dio rischiara le mie tenebre. Con te mi getterò nella mischia, con il mio Dio scavalcherò le mura.” (Salmo)

VIGEVANO, CULLA PER I NEONATI ABBANDONATI



Il Centro di Aiuto alla Vita Lomellino realizza la versione moderna della “ruota degli esposti” e chiede contributi.
Anche a Vigevano sarà realizzata la culla per la vita, il successore in chiave moderna della “ruota degli esposti” che nei secoli scorsi evitava pericolosi abbandoni di neonati, consegnandone le sorti a conventi e chiese. A realizzarla sarà il Centro di Aiuto alla Vita Lomellino, che ha sede in via Madonna degli Angeli, nei pressi dell’omonima chiesa.
NOVE MESI PER LA VITA 
CHIESA MADONNA DEGLI ANGELI
DOMENICA 29 OTTOBRE  ore 16,00 
Domenica 29 Ottobre alle ore 16,00 alla Chiesa della Madonna degli Angeli riprende  l'impegno dei "Nove mesi per la Vita". 
Appuntamento che da anni ci accompagna  per nove mesi, da Ottobre a Giugno ogni ultima domenica del mese quasi a scandire con la preghiera il periodo che il bambino compie verso il grande traguardo della nascita.
E' il ritrovarsi per un momento  di preghiera specifico per la Vita.
 
 Il titolo, "Nove mesi per la Vita", richiama sia il tempo dello sviluppo nel seno materno dal concepimento alla nascita, sia l'approfondimento di un tema con "la vita" al centro  per tutti i "nove mesi" del suo percorso verso la nascita.  

LIGONDE – MELIDE 12 Agosto 2010 XXVIII tappa

Seguire le impronte di Cristo per capire come accogliere chi cade, chi si ferma per la strada, chi “non è amato, non voluto, dimenticato, perché la grande povertà è il frutto del rifiuto.” (Madre Teresa di Calcutta), perché, quando si è stanchi e i passi sono pesanti, ci sia sempre qualcuno che tenda la mano e quella di Cristo potrà essere la tua.
Lasciamo quella piccola comunità di Ligonde abbastanza presto, ma non tanto, perché la colazione è già pronta e ne approfittiamo. La giornata si preannuncia serena e nella frescura dell’alba si cammina proprio bene. La strada si stende con una docilità complice per il godimento di ogni angolo, ogni curva, ogni discesa, anche ogni salita, con scorci d’infinito che assumono tutti i colori dell’iride. Come non essere felici? Quando, poi, si guarda avanti con a fianco la persona che più ami?

LA MONETA DI CESARE



Domenica XXIX T.O. (Anno A)
Quentin Massys, Il bancario e sua moglie (part.) 1514,Louvre, Parigi
La prima cosa che chiediamo quando veniamo a conoscenza di una nascita: il nome!
Senza quello non riusciamo a capire quale sarà il ruolo che questo nuovo individuo avrà nell’esistenza che ci circonda. Senza neanche volerlo gli diamo subito un suo carattere, una sua visibilità, una sua importanza.
E’ quello che ha fatto il Signore con noi secondo il profeta Isaia:
“…io ti ho chiamato per nome, ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca, Io sono il Signore…ti renderò pronto all’azione perché sappiano che non c’è nulla fuori di me.”

L’ABITO DI NOZZE



Domenica XXVIII T.O. (Anno A)
Quando si dice “l’abito della domenica” è evidente il riferimento al fatto che alla Casa di Dio si accede in modo degno e decoroso. E’ vero che si può vestire di stracci ed essere nella grazia di Dio perché lui, e solo lui, vede lo splendore della fede che anima l’interiorità e la spiritualità di ciascuno, ma è anche vero che la bellezza, nel limite delle possibilità, va esaltata. E’ un modo per ricambiare il dono della bellezza della vita da parte del Creatore.
Pare di sentire l’Apostolo Paolo ai Filippesi:
“…il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù.”