Terza domenica di Avvento (Anno B)
E’ conclamato che lo sposo per eccellenza è
il Signore Gesù Cristo, mentre la sposa sua fedele è la Santa Chiesa Cattolica
Apostolica Romana. Veramente, “sempre fedele” non lo è sempre stata e forse
neppure adesso. In ogni caso è sempre nella condizione, in forza dello Sposo,
di essere soggetto privilegiato di una promessa: la salvezza per sé stessa e
per tutti coloro che attraverso i suoi Sacramenti vi potranno accedere.
Ecco perché la luce avvolge perennemente,
nonostante le tenebre oggi imperanti, la Chiesa e perché a quella Luce
guardiamo in continuazione ad ogni Natale del Signore. Si spiega così anche la
condizione particolare che questa Festa trasmette: la gioia pervade l’aria,
l’atmosfera si addolcisce, tutti, anche i più incattiviti con il mondo, si
lasciano trascinare all’augurio, al sorriso e alla bontà.
Il profeta Isaia ci può, quindi, introdurre alla comprensione piena:
“…Io gioisco pienamente nel Signore…perché mi
ha avvolto con il mantello della giustizia, come uno sposo si mette il diadema
e come una sposa si adorna di gioielli.”
Vedete come viene esaltato il significato del
Matrimonio, come si parli di sposo e di sposa, e non di altri generi, come si
ammiri la bellezza del dono anche nell’esaltazione della preziosità (diademi e
gioielli). Non c’è pienezza se non nella cura di quanto di bello possediamo,
consapevoli che non è, comunque, per merito nostro. Sentiamo questa bella
proclamazione della Vergine Maria tratta dal Vangelo di Luca:
“…L’anima mia magnifica il Signore…perché ha
guardato l’umiltà della sua serva.”
E lo dice la Madre del Signore Gesù Cristo,
figuriamoci cosa dovremmo fare noi, infinitamente miserevoli, quando solo
riflettiamo un attimo che anche noi siamo guardati dal Signore. Come minimo
dovremmo fare come dice San Paolo nella sua Lettera ai Tessalonicesi che
abbiamo ascoltato:
“…Siate sempre lieti, pregate
ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie…vagliate ogni cosa e tenete ciò
che è buono.”
Anche nelle disgrazie, nei dispiaceri
dovremmo essere sempre lieti e, potremo esserlo, non è missione impossibile, se
pregheremo senza sosta. Ma come si fa? In ogni momento libero della mente, non
impegnata nel lavoro, nell’attenzione a quello che si sta facendo, si vada
subito ad una silenziosa preghiera, anche la più semplice come quella
all’Angelo Custode e le conseguenze saranno una sorpresa. Si saprà davvero
vagliare ogni cosa con intelletto nuovo, non sapranno più rabbonirci, capiremo
chi viene come lupo in mezzo alle pecore, pur se si palesa belando. Vedete
quello che ci stanno propinando con la nuova legge sul fine vita. Ecco, teniamo
ciò che è buono e lasciamo, rifiutiamo le polpette avvelenate da empi e
apostati.
Il Battista ci è testimone, la sua tempra
impavida, la sua forte parola ci siano da esempio. Abbiamo appena ascoltato il
Vangelo di Giovanni, guardate che è per noi:
“…Egli, Giovanni Battista, viene come
testimone per dare testimonianza alla luce…
Io sono voce di uno che grida nel deserto:
rendete diritta la via del Signore.”
Giovanni è testimone, noi siamo testimoni e
lo siamo in forza del Battesimo ricevuto in Spirito Santo, noi dobbiamo
indicare quella Luce che risplende nella notte, quella che irradia dalla grotta
dei nostri cuori, quella che s’accende all’altezza degli alberi, quella che
scalda il freddo dell’inverno che immobilizza nell’inerzia e nella paura.
Giovanni grida nel deserto delle nostre
città, noi dobbiamo gridare con gli strumenti di oggi che la via del Signore
non è una continua deviazione per aggirare le cose che non ci confanno, che non
sono politicamente corrette. La via che porta alla Luce è diritta, stretta di
sicuro, ma ben tracciata. Nel deserto di Giovanni era ben identificabile, nel
nostro deserto è difficile intravederla, così intricati sono gli anfratti di
case e di famiglie, di palazzi e mercati, di lussurie e vanità. Però è di
sicuro sempre ben tracciata nei nostri cuori, indipendentemente dalle nostre
scelte e quando decideremo di percorrerla senza indugio, allora la luce ci
inonderà nello Sposo che da sempre ci aspetta.
Is 61,1-2.10-11 / Sal da Lc 1,46-50.53-54 / 1Ts
5,16-24 / Gv 1,6-8.19-28
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