NOVE MESI PER LA VITA - DICEMBRE 2020

 Domenica 27 Dicembre 2020 ore 16,00    
alla Chiesa della Madonna degli Angeli

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  La vita ci interpella: Il bivio della realtà

L'IDENTITA' DI GENERE E' CONTRO LE DONNE

Le Nazioni Unite calcolano che ci siano fino a 140 milioni di donne"in meno" al mondo, per via di pratiche come l’aborto selettivo e l’infanticidio. I feti non hanno un’identità di genere. Ma, a conti fatti, evidentemente, a pagare sono quelli di sesso biologicamente femminile.

    

LA MADRE E’ DONNA  IL PADRE E’ UOMO


Il Parlamento ungherese lo scorso 15 dicembre ha approvato una legge che definisce la famiglia come quella composta da una donna come madre e un uomo come padre, vietando di fatto le adozioni da parte di coppie dello stesso sesso e complicando le adozioni da parte di persone single. All’inizio di quest’anno l’Ungheria ha anche approvato una legge che dichiara che il genere di una persona è quello del sesso biologico alla nascita

IL SILENZIO DEL TEMPO

Quarta Domenica di Avvento (Anno B)

L’anno scorso sul cielo del mio presepe avevo apposto uno scritto tratto dalla Tradizione Ortodossa che declamava il senso di gratitudine dei soggetti presenti nel presepe stesso. Gli angeli offrono il loro canto, i cieli fanno da sfondo alla “stella”, i magi omaggiano i loro doni, i pastori esultano di ammirazione, la terra garantisce la sicurezza della grotta, la stalla abbraccia nel calore della mangiatoia. Noi uomini, invece, che guardiamo al presepe, non possiamo che offrire una “Madre Vergine” a Dio. E solo perché una fanciulla di nome Maria in quel di Nazaret disse:“…ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola.” (dal Vangelo secondo Luca)
La visione che ci viene da questa Parola è di un candore traboccante di umile fede che avvolge anche noi, uomini e donne del 2020, nonostante i tentennamenti che il tempo ci sta imponendo. Deve essere chiaro a tutti, soprattutto a coloro che vorrebbero cancellare anche il Natale o a quelli disposti a sacrificarlo sull’altare della pandemia, che non ci apprestiamo a festeggiare un compleanno perché:
“…colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio” (dal Vangelo di Luca)
Così come deve essere chiaro che in quell’evento venne a confermarsi la volontà divina sui “comandamenti” circa la famiglia e la vita.

L’ESULTANZA

Terza Domenica di Avvento (Anno B)

Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto, rallegratevi!

Questa terza domenica di Avvento è anche detta “Gaudete” perché è caratterizzata dal tema della gioia. Per rimarcare questa particolarità anche la liturgia vi partecipa utilizzando i paramenti di colore rosa. Così vedremo sacerdoti e diaconi indossare pianete o casule e dalmatiche di colore inusuale, quasi ad esultare come Maria: “…l’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore perché ha guardato l’umiltà della sua serva.” (Salmo dal Vangelo di Luca)
L’intensità di questo momento è di una carica tale che tutto si trasforma, anche la preghiera, la devozione popolare, la cura verso il sacro. Non scorderò mai, a tal proposito, l’incontro che ebbi il privilegio di vivere mentre percorrevo il Cammino di Santiago. Ero arrivato, a fine tappa, a Villafranca del Bierzo e il tempo libero del pomeriggio lo dedicai alla visita della cittadina, veramente interessante dal punto di vista storico ed architettonico. Fra le quattro favolose chiese spicca quella dedicata a San Francesco, in alto che domina la città. Una chiesa molto semplice, con pareti di pietre antiche che giocano con luci ed ombre, che mi guidano fin sul presbiterio dove intravedo una statua, a grandezza naturale, di una Madonna “incinta”. Mi spiazza, di una bellezza antica, non ne avevo mai visto di simili

UNA VOCE NEL DESERTO

Seconda Domenica di Avvento (Anno B)

Popolo di Sion, il Signore verrà 

Non una voce sola, ma diverse, oggi, gridano nel deserto delle case, delle chiese, delle scuole, delle strade, dei “social”, eppure tutto sembra catalizzato solo dalla paura e dal politicamente corretto. E quasi tutti, supinamente, si lasciano disperdere da quattro lupi telecomandati. Occorre, allora, che irrompa proprio Giovanni Battista:
“…voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri.” (dal Vangelo secondo Marco)
Nel deserto soffia il silenzio, per questo le parole e le profezie giungevano diritte alle orecchie dei peccatori che correvano, perciò, a farsi battezzare per ottenere il perdono. Fosse così anche adesso, ma probabilmente si dovrà per forza cambiare strategia: “Grida e tutti ti sentono. Sussurra e solo chi ti è vicino capisce quello che dici. Taci e solo il tuo amico migliore sa ciò che vuoi dire.” (Luke MacFarlane)

VEGLIATE TUTTI

Prima Domenica di Avvento (Anno B)          
A te, Signore, innalzo l’anima mia

Un grande scrittore, Victor Hugo, scriveva che il teatro non rappresenta il paese della realtà. Tutto è finto, fondali di cartone, palazzi di tela, cielo di cartapesta, trucchi nei movimenti. E’,però,  il paese del vero perché ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco. Pensandoci bene, è così, per similitudine, anche quando ci si mette davanti al presepe. E’ tutto finto, le statuine, il muschio, le montagne, i cieli. Eppure, è tutto vero perché chi l’ha realizzato aveva un cuore intriso di attesa, chi lo guarda ha un cuore aperto alla speranza. Sono persone che, solo per il fatto di stare davanti a quella rappresentazione, sono piene di gioia e sono fortunate perché:
“…tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia e si ricordano delle tue vie.” (dal Libro del profeta Isaia) 
Essere pieni di gioia non vuol dire, infatti, essere come dei beoti, significa capire, finalmente, o intuire, che per iniziare un cammino che porti all’incontro con Dio occorre ricercare la giustizia, che riconosce il diritto e la dignità di ogni persona, a cominciare da quella più indifesa, come quella del bambino che fra qualche settimana contempleremo nelle nostre celebrazioni liturgiche e nei nostri presepi. E non solo perché ogni neonato attira tenerezza e bontà, lui, infatti, è il medesimo che poco prima stava nel ventre di sua madre. Ogni mamma in attesa, ogni bimbo in attesa di nascere sono degni di protezione.

NOVE MESI PER LA VITA - NOVEMBRE 2020

Domenica 29 Novembre 2020 ore 16,00    
alla Chiesa della Madonna degli Angeli

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  La vita ci interpella: Il bivio della realtà

I CATTOLICI E LA TESTIMONIANZA:

Il “cattolico” Joe Biden ha lanciato una campagna pubblicitaria, parlando della sua fede. Naturalmente non si menziona il suo sostegno alla legislazione abortista. Non solo, si dimentica di ricordare il suo attacco alle scuole cattoliche e la sua indifferenza verso quelle leggi che imporrebbero ai contribuenti di pagare direttamente per l’aborto. Come pure glissa, in quella campagna, sulla sua posizione pubblicamente assunta circa l’identità di genere. L’ipocrisia al cubo.

 

 Il giudice Amy Barret, cattolica, nominata e voluta dal Presidente degli Stati Uniti, non cattolico, come componente della Corte Suprema, non ha avuto remore ad affrontare il voto del Senato, rispondendo colpo su colpo a coloro che mettevano in dubbio le sue qualità professionali per il fatto che si dichiarava espressamente contro le leggi che legalizzano l’aborto. La sua vita di moglie, di madre in una famiglia allargata a sette figli,di cui due adottati, è un esempio di impegno personale che si innesta in una visione valoriale che risponde concretamente alla scelta di fede vissuta in coerenza nella vita di ogni giorno, sul lavoro, in società, nella Chiesa

QUEI GIORNI TRISTI E GRIGI

XXXIVma Domenica T.O.(Anno A)
Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo

Da tutte le parti del mondo corrono come mano d’opera per costruire una torre, quella di Babele, che oggi chiamano Nuovo Ordine Mondiale. Le nostre città hanno ormai la stessa pianta di Sodoma e Gomorra. Chi è incompetente governa, chi è sano è messo nell’ombra, la perversione è normalità e la normalità perversione. La fede è capovolta e l’umanesimo è diventato dogma, lo stupido pontifica e chi dovrebbe pontificare tace o parla a vanvera. La dottrina è aborrita e il relativismo è il suo insegnamento. E’ il tempo in cui l’uomo si vuole fare dio. Da sempre è in corso questo tentativo, tanto che anche il Profeta lo scrive:
“… così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.” (dal Libro del profeta Ezechiele) Babele è una costruzione innalzata senza e contro Dio. E’ un lavoro insensato e illusorio, ma come va a finire ben lo sappiamo.

SICUREZZA E PACE

XXXIIIma Domenica T.O.(Anno A)

La santità è vicina a noi, essa è l’abito di tutti i giorni e può essere alla portata di tutti. Al di là della personale posizione al riguardo, pensandoci bene dopo aver letto il versetto dal Libro dei Proverbi: “… una donna forte chi potrà trovarla?” mi vengono in mente le figure di quelle donne che sono madri. Sono queste le donne forti, che incarnano la santità perché la loro vita suscita santi come Giovanni Bosco, Agostino, Gianna Beretta Molla. Senza la presenza, l’amore e la testimonianza all’interno della famiglia di queste donne forti, avremmo perso quel fascino, quell’incanto del volto e del sorriso che solo i santi sanno donarci. Per semplificare, ciascuno provi a riandare al volto ed al sorriso, alla forza della propria madre. Quanta sicurezza, quanta pace davano all’anima mia da bambino e poi da adulto nel ricordo di una vita trascorsa e spesa al massimo per la sua famiglia. Si adatta molto anche quel versetto del Salmo che dice:
“…beato chi teme il Signore e cammina sulle sue vie.”

LA LUCE DELLA VEGLIA

XXXIIma Domenica T.O. (Anno A)

la sapienza…chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà

A volte succede di non stare molto bene, perciò non si riesce di prendere sonno, oppure sebbene nella stanchezza, il corpo (o la mente) rifiuta di lasciarsi andare al sonno. Si decide, allora, di approfittarne per fare veglia, cominciando con la recita silenziosa del rosario, le preghiere della sera, compieta e, se si superano le quattro del mattino, le lodi. Ci si porta avanti, insomma. Ognuno utilizza una sua metodologia, lontana anni luce, ovviamente, dalle veglie oranti dei monaci e delle monache. Però, una cosa, mi sembra, accomuna tutte queste situazioni ed è quella della necessità di tenere accesa una lucina, piccola, fievole, ma sufficiente per rompere il buio, che non è solo quello della nostra anima. Abbiamo bisogno di guardarci attorno, abbiamo bisogno di attesa, di qualcosa che stimoli la nostra attenzione, quasi per essere pronti come quelle vergini che aspettavano lo sposo: “…a mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!” (dal Vangelo secondo Matteo).

I SANTI DI NIZZA

Festa di Tutti i Santi

Domenica, 1 novembre 2020

Se appena mi è possibile, tutti i giorni utilizzo un app per leggere i nomi dei santi e beati che la Chiesa ricorda in quel determinato giorno. E’ una scoperta continua di nomi, di martiri, di vescovi, di frati, di vergini, di preti, di diaconi, di laici che, in tutti questi anni di dopo Cristo, hanno offerto la loro vita per prepararsi adeguatamente all’incontro con Dio. Il sunto delle loro storie, alcune notizie storiche, me li rendono subito “fratelli” perché a tutti gli effetti, come dice Giovanni:“…carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio.” (dalla prima Lettera di San Giovanni)

L’AMORE PERFETTO

XXXma Domenica T.O. (Anno A)


Il primo comandamento ...
 


Gli eventi che giorno per giorno ci rotolano addosso sembra siano capaci di stravolgere le più recondite certezze su cui abbiamo impostato la nostra vita. Ci rendiamo conto che tutto sta cambiando velocemente e non in meglio. Ci sentiamo impotenti perché, in gran parte, non dipende da noi. Vorremmo agire in un modo, ma per svariati motivi non ci è possibile. Vorremmo seguire la corrente, eppure basta una folata di vento contrario per bloccarci, per non “sentirsi più a casa”. Perché vengono meno le radici, le nostre cose più care. Sentirsi a casa, significa, infatti, stare bene con le persone cui vogliamo bene, che ci fanno sentire protetti e sicuri. In realtà ci stanno sgretolando anche questo luogo, ma:
“… Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore.” (dal Salmo 17)
In realtà abbiamo costruito un mondo misero, dove ci facciamo beffa degli altri, dove il pettegolezzo e la facile critica rendono fragili ed insicure le nostre relazioni. Ammorbano gli ambienti in cui ci muoviamo, anche nella chiesa dove, invece, dovremmo far brillare, appunto, quella fortezza in cui tutti potrebbero trovare rifugio e salvezza.

NOVE MESI PER LA VITA - OTTOBRE 2020

Domenica 25 Ottobre 2020 ore 16,00    
alla Chiesa della Madonna degli Angeli

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  La vita ci interpella: Il bivio della realtà

SPERANZA E AIFA:

Si potrebbe giocare sul nome del Ministro della Salute dell’attuale governo, ma di speranza in un ravvedimento non se ne vede all’orizzonte.
E’ convinto che sia cosa buona utilizzare la pillola per abortire a casa. Alla faccia della stessa legge 194.
Prevale ancora una volta la logica delle ideologie camuffate da scelte “etiche”.
Così ha pure giustificato l’AIFA (Azienda Italiana del farmaco), organo tecnico governativo, la decisione di autorizzare l’accesso alla “pillola dei cinque giorni  dopo” senza prescrizione medica .
Anche per loro è una scelta etica.

CAGNOTTO E LE OLIMPIADI

Aveva programmato tutto per arrivare alle prossime Olimpiadi, le sue ultime e comunque un record, ma il cielo le ha regalato un secondo figlio.
Per questa volta la medaglia è il figlio.
E’ stata per lei una scelta difficile: da una parte la prospettiva di portare la bandiera, dall’altra la consapevolezza di essere responsabile di una nuova vita.
Ebbene, ha scelto la vita, la famiglia, felice del dono ricevuto e della condivisione di quanti a lei vicini.

CHIAMATI PER NOME

XXIXma Domenica T.O.(Anno A) 

Isaia: io ti ho chiamato per nome
Fin dall’antichità la scelta del nome è sempre stata importantissima. Il nome serve per esprimere l’identità personale e familiare. Speriamo che questa prassi riesca a resistere alla buriana che ci sta travolgendo. Sono ormai assodati i tentativi di far passare per lecite le proposte di sperimentazioni con uteri artificiali per produrre in serie esseri umani. A quel punto veramente saranno chiamati, se mai avverrà, con dei serial/number e identificati con dei codici a barra. Fin tanto, però, che riusciremo ad identificare il Nome di Dio, incarnato in Gesù, avremo qualche possibilità di contrastare e cancellare i piani di “quello di sotto”. La certezza viene dal fatto che:
“…io ti ho chiamato per nome, ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca.” (dal Libro del profeta Isaia).

IL VELO STRAPPATO

 XXVIIIma Domenica T.O. (Anno A)

Mi sembra di ricordare che i primi martiri della famiglia francescana siano stati cinque frati inviati nel nord africa con l’intento di convertire i musulmani. Intenzione che era pure di San Francesco nei confronti del sultano dell’epoca. E’ storia e nessuno può cambiarla, il poverello d’Assisi se ne ritornò, però, a casa perché, in ogni caso, riscosse la stima dell’antagonista al punto che non permise a nessuno di fargli del male. Mi sovvengono questi fatti perché dal Vangelo di domenica leggo pure:
“…ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari, altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.” (dal Vangelo secondo Matteo).

I NUOVI VIGNAIOLI

XXVIIma Domenica T.O. (Anno A)

Ognuno di noi, ogni giorno, si mette in cammino con delle idee su come si svilupperà la giornata e si parte fiduciosi e, a volte, pure baldanzosi. Poi, puntualmente, si rischia lo scontro con le cose che non vanno e ci si scioglie come neve al sole, in uno stato d’animo infelice. Non è giustificabile questo stato di cose perché, a ben guardare, siamo nelle condizioni di non poterci lamentare di tutto quello che abbiamo. Per dirlo con il metro della Parola, alla luce della fede, noi viviamo e operiamo in una “vigna”, dove abbiamo tutto e possiamo raccogliere ogni ben di Dio. Eppure, ci lamentiamo, ci distraiamo, andiamo sulla torre per vedere le attrazioni che ci sono fuori, che ci ammaliano e ci fanno dimenticare i nostri doveri. Al punto che facciamo perdere la pazienza al Signore:
“…che cosa dovevo fare ancora nella mia vigna che io non abbia fatto?” (dal Libro del Profeta Isaia).
Quella domanda, sia ben chiaro, non vale solo per gli ebrei di allora, è attuale ed opportuna anche per l’oggi, per la Chiesa del secolo XXI, per noi, uomini e donne, che a parole ci diciamo cristiani e nei fatti, professiamo un altro credo. Cioè, non perseveriamo nei compiti che ci sono stati assegnati fin dal giorno del Battesimo, fin dal profondo delle viscere di nostra madre, quando già tutte le nostre ossa erano conosciute dal Creatore della vita.