21 novembre 2020

QUEI GIORNI TRISTI E GRIGI

XXXIVma Domenica T.O.(Anno A)
Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo

Da tutte le parti del mondo corrono come mano d’opera per costruire una torre, quella di Babele, che oggi chiamano Nuovo Ordine Mondiale. Le nostre città hanno ormai la stessa pianta di Sodoma e Gomorra. Chi è incompetente governa, chi è sano è messo nell’ombra, la perversione è normalità e la normalità perversione. La fede è capovolta e l’umanesimo è diventato dogma, lo stupido pontifica e chi dovrebbe pontificare tace o parla a vanvera. La dottrina è aborrita e il relativismo è il suo insegnamento. E’ il tempo in cui l’uomo si vuole fare dio. Da sempre è in corso questo tentativo, tanto che anche il Profeta lo scrive:
“… così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.” (dal Libro del profeta Ezechiele) Babele è una costruzione innalzata senza e contro Dio. E’ un lavoro insensato e illusorio, ma come va a finire ben lo sappiamo.
Certo non tutti concorreranno e ben lo sa il Buon Dio che, infatti, raduna le pecore disperse e se ne prende cura, assicurando che: “…poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.” (dalla prima lettera di San Paolo Apostolo ai Corinti) 
Così sarà e questi giorni tristi e grigi saranno solo un bruttissimo ricordo. Le nostre  lacrime, dunque, non saranno più da associare alla tristezza e al dolore, ma alla gioia. Non si illudano, perciò, coloro che stravolgono la legge naturale, che cambiano le Scritture con la scusa che ai quei tempi non c’erano i registratori, viene l’ora del giudizio:
“…davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre…e se ne andranno questi al supplizio eterno, i giusti, invece, alla vita eterna.” (dal Vangelo secondo Matteo) 
Più chiaro ed esplicito di così. Non ci saranno scuse che tengano, anche quando diranno che il loro obbiettivo era la pace nel mondo, da portare ai fratelli tutti, cercando di annacquare l’enorme olocausto dei bimbi uccisi primi di nascere con l’aborto legalizzato o con i metodi di fecondazione artificiale. Non s’illudano, Dio è misericordioso, ma non rigetta la giustizia, ha a cuore i giusti e non li abbandona fra la marmaglia:
“…il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare. Ad acque tranquille mi conduce. (dal Salmo) 
Bussa alla nostra porta ed aspetta che gli apriamo e quando riusciremo a togliere le venticinque serrature della blindata, allora vuol dire che abbiamo capito che solo con la sua compagnia possiamo intraprendere seriamente e gioiosamente il cammino della nostra vita. E’ lui il nostro pascolo, è lui la sorgente cui attingere per soddisfare la nostra sete. Un bisogno che è sicuramente materiale, nella preghiera che ci ha insegnato, infatti, ci dice di chiedere il “nostro pane quotidiano”, ma che si associa alla Parola che è l’espressione piena della sua compagnia. Se la perdiamo, perdiamo Lui; se l’ascoltiamo quotidianamente, le nostre giornate saranno piene, potremo percorrere il mondo forti dello scudo che ci riparerà dal male che imperversa, per giungere alla meta fiduciosi di poter, infine, fare parte di quel Regno che il Buon Dio ha preparato anche per noi.
Ez 34,11-12.15-17 / Sal 22(23) / 1Cor 15,20-26.28 / Mt 25,31-46
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