31 ottobre 2020

I SANTI DI NIZZA

Festa di Tutti i Santi

Domenica, 1 novembre 2020

Se appena mi è possibile, tutti i giorni utilizzo un app per leggere i nomi dei santi e beati che la Chiesa ricorda in quel determinato giorno. E’ una scoperta continua di nomi, di martiri, di vescovi, di frati, di vergini, di preti, di diaconi, di laici che, in tutti questi anni di dopo Cristo, hanno offerto la loro vita per prepararsi adeguatamente all’incontro con Dio. Il sunto delle loro storie, alcune notizie storiche, me li rendono subito “fratelli” perché a tutti gli effetti, come dice Giovanni:“…carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio.” (dalla prima Lettera di San Giovanni)
Quel vezzeggiativo che utilizza l’apostolo è proprio indicato perché esprime sollecitazione per delle persone che hanno scelto di mettersi alla sequela di Gesù Cristo. Ciò significa accelerare il cammino per andare a svegliare chi sonnecchia, incoraggiare chi si è fermato, sollevare chi è caduto, sollecitare chi si è seduto per la stanchezza, prendere per mano e caricarsi sulle spalle chi non ce la fa più. Sono riflessioni che ho rubato dal vescovo Tonino Bello, che rendono bene la logica che deriva dalla meditazione sulla Parola di oggi:“…chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli.” (dal Salmo 23)
Chi può stare in chiesa in questa domenica di festa? Guardiamoci le mani, sono innocenti, pulite dai peccati che sicuramente abbiamo commesso? Se non altro dai peccati di omissione, perché in quelli siamo immersi, quando lasciamo che la nostra società stravolga i comandamenti del Signore, quando nulla diciamo se anche nella chiesa molti si rivolgono ad altri progetti, altri idoli. Soprattutto in questo periodo di grande difficoltà per tutti, per il maledetto virus, per l’incapacità manifesta nel contrastarlo, per l’attacco sempre più esplicito alla nostra Santa Chiesa, per il disprezzo sempre più evidente del cristianesimo e la civiltà che esso ha prodotto. Come suonano profetici quei versetti dell’Apocalisse:“…questi che sono vestiti di bianco da dove vengono? Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione.” (dal Libro dell’Apocalisse di San Giovanni)
Sono quelli che vengono da Nizza, perché quelli erano proprio in chiesa e stavano pregando o ne avevano cura. Scendono le lacrime solo al pensiero, lacrime che portano con sé, però, una luce d’infinito che indica un altrove, un mistero, toccano la trascendenza, ci fanno alzare lo sguardo verso quel monte da dove Gesù Cristo ha annunciato le beatitudini:“…beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e mentendo diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.” (dal Vangelo secondo Matteo)
Ci dice “beati”, capite? Perché il nostro futuro sarà pieno di felicità, di gioia nei cieli, cioè al cospetto di Dio, nella sua contemplazione, nella comunione con tutti i Santi che ci ha preceduto e che ogni giorno ci indicano quel cammino di cui parlava il vescovo Tonino. Se cosi è ed è così, allora guardiamo, nonostante tutto, il mondo con amore, anche quando tutto sembra crollarti addosso, anche quando qualcuno ti tradirà. Guardiamo alla vita con fiducia, sorridiamo al mondo perché un sorriso alleggerisce le spalle dalle sconfitte e dalle paure. Le difficoltà e il dramma di scelte difficili possono stravolgere le nostre sicurezze, ma i santi insegnano, anche quella mamma di Nizza, che l’amore, solo quello, salva, noi stessi e quelli che ci stanno attorno.
Ap 7,2-4.9-14 / Sal 23(24) / 1Gv 3,1-3 / Mt 5,1-12a
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