Terza Domenica di
Avvento (Anno B)
Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto, rallegratevi!
Questa
terza domenica di Avvento è anche detta “Gaudete” perché è caratterizzata dal
tema della gioia. Per rimarcare questa particolarità anche la liturgia vi
partecipa utilizzando i paramenti di colore rosa. Così vedremo sacerdoti e
diaconi indossare pianete o casule e dalmatiche di colore inusuale, quasi ad
esultare come Maria: “…l’anima
mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore perché ha
guardato l’umiltà della sua serva.” (Salmo dal Vangelo di Luca)
L’intensità
di questo momento è di una carica tale che tutto si trasforma, anche la
preghiera, la devozione popolare, la cura verso il sacro. Non scorderò mai, a
tal proposito, l’incontro che ebbi il privilegio di vivere mentre percorrevo il
Cammino di Santiago. Ero arrivato, a fine tappa, a Villafranca del Bierzo e il
tempo libero del pomeriggio lo dedicai alla visita della cittadina, veramente
interessante dal punto di vista storico ed architettonico. Fra le quattro
favolose chiese spicca quella dedicata a San Francesco, in alto che domina la
città. Una chiesa molto semplice, con pareti di pietre antiche che giocano con
luci ed ombre, che mi guidano fin sul presbiterio dove intravedo una statua, a
grandezza naturale, di una Madonna “incinta”. Mi spiazza, di una bellezza
antica, non ne avevo mai visto di simili
Si
tratta della “Virgen dell’ “O”. Tale appellativo nasce dalla meraviglia per una
“attesa” che si può esprimere nella preghiera in preparazione al Natale.
Infatti, tutte le prime antifone della novena di Natale iniziano con la “O”.
Perciò la tradizione, nel tempo, e soprattutto il popolo, nella semplicità di
fede, ha pensato di appellarla con l’espressione tipica della sorpresa e della
meraviglia. Ed è quello che è successo anche a me. Del resto, sappiamo bene che
in Maria si compendia tutta l’attesa del mondo. Le è stata profetizzata la
salvezza e il suo e nostro salvatore è già presente, nascosto nel suo grembo.
Tuttavia, abbiamo bisogno sempre di testimoni che ribadiscano e rilancino il
mistero di quella maternità, come quel Giovanni che: “…egli
viene come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero
per mezzo di lui.” (dal Vangelo di Giovanni)
E’ per questo che in questo periodo, poco per volta, tutto s’illumina, alberi, presepi, case, strade, città in un tripudio di colori che traggono origine proprio da quella unica e singolare luce che tutto trascolora perché:
“…mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi.” (dal Libro del profeta Isaia)
Tutto assume prospettive nuove, nessuno potrà più essere schiavo dei vizi, dell’imposizione, della solitudine, della povertà, perché ci sarà sempre qualcuno che, aggiungendosi alla schiera dei testimoni, volontariamente offrirà la sua stessa vita per rendere ogni vita degna di essere accolta e protetta. Per fare questo occorre, però, seguire una semplice disciplina, come quella che San Paolo raccomanda:
“…vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono, astenetevi da ogni specie di male.” (dalla prima lettera ai Tessalonicesi)
Non è un discorso difficile da capire, eppure sembra proprio che questa umanità allo sbando sia sorda ad ogni richiamo al buon senso e sprofonda sempre più nel disamore e nell’indifferenza. Sta, quindi, a chi virtualmente s’incammina con fede verso il Natale, come in un presepe reale (non quello esposto a piazza San Pietro), essere “gaudenti”, così che anche il mondo esulti per quanto viene donato con l’incarnazione del Figlio di Dio.
E’ per questo che in questo periodo, poco per volta, tutto s’illumina, alberi, presepi, case, strade, città in un tripudio di colori che traggono origine proprio da quella unica e singolare luce che tutto trascolora perché:
“…mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi.” (dal Libro del profeta Isaia)
Tutto assume prospettive nuove, nessuno potrà più essere schiavo dei vizi, dell’imposizione, della solitudine, della povertà, perché ci sarà sempre qualcuno che, aggiungendosi alla schiera dei testimoni, volontariamente offrirà la sua stessa vita per rendere ogni vita degna di essere accolta e protetta. Per fare questo occorre, però, seguire una semplice disciplina, come quella che San Paolo raccomanda:
“…vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono, astenetevi da ogni specie di male.” (dalla prima lettera ai Tessalonicesi)
Non è un discorso difficile da capire, eppure sembra proprio che questa umanità allo sbando sia sorda ad ogni richiamo al buon senso e sprofonda sempre più nel disamore e nell’indifferenza. Sta, quindi, a chi virtualmente s’incammina con fede verso il Natale, come in un presepe reale (non quello esposto a piazza San Pietro), essere “gaudenti”, così che anche il mondo esulti per quanto viene donato con l’incarnazione del Figlio di Dio.
Is
61,1-2.10-11 / Sal da Lc 1,46-50.53-54 / 1Ts 5,16-24 / Gv 1,6-8.19-28
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