NON DIMENTICARE



Ottava Domenica(Tempo Ordinario anno A)
Ancora un altro preciso riferimento alla sacralità dell’esistenza dell’uomo fin dal suo concepimento: “…si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai.” (Isaia)
Oggi, purtroppo, quella dimenticanza non è più un’eccezione. Sono troppe le donne che si dimenticano del figlio delle loro viscere, sono troppi gli uomini che si dimenticano di essere padri, sono troppe le nazioni che si dimenticano della loro identità perché senza figli.

IL TEMPIO DI DIO


Settima Domenica del Tempo Ordinario (A)
“…non sapete che siete tempio di Dio e che lo spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui.” (1Cor)
Ben preciso San Paolo e se dice quel che dice vuol dire che ci sarà un motivo. Stiamo, quindi, attenti: la sua pazienza ha un limite, proprio ora che tutto il mondo, o quasi, distrugge vite su vite in modo volontario con l’aborto, e non solo, distruggendo ogni volta il tempio di Dio.
E volete che, prima o poi, non arriverà il suo angelo distruttore? O è già arrivato?
Eleviamo, perciò, una preghiera. Lo facciamo con il Salmo:
“…l’amore del Signore è da sempre, per sempre su quelli che lo temono, e la sua giustizia per i figli dei figli, per quelli che custodiscono la sua alleanza e ricordano i suoi precetti per osservarli.”
Bisogna pregarlo, temendolo e promettendo di custodire in noi, nella nostra casa, nella Chiesa, la sua alleanza, il suo Amore.

LA VITA E LA MORTE



Sesta Domenica del Tempo Ordinario (A)
E diamoci una smossa, sia il nostro parlare, un dire chiaro, che non crei confusione, che sia facilmente comprensibile da tutti: “…sia, invece, il vostro parlare: “sì, sì,” “no, no”, il più viene dal maligno.”
Se solo fossimo capaci di seguire questo eterno consiglio di Gesù. Se solo riuscissimo a scrivere poche cose, ferme e precise circa la vita della Chiesa. Quanto saremmo gratificati, come dice il Salmo: “beato chi cammina nella via del Signore. Insegnami Signore la via dei tuoi decreti…dammi l’intelligenza perché io custodisca la tua legge e la osservi con tutto il cuore”.
Chiediamo al Signore con umiltà di avere sempre davanti agli occhi i suoi comandamenti. Non sono poi mica tanti, cominciamo con le sue tavole della legge: poche parole, comandi, però, ben precisi e facilmente comprensibili. Non vivere quei comandi vuol dire non stare sulla sua Via. Non proporre quei comandi vuol dire non saperli custodire, ma soprattutto non osservarli in pienezza.

LA LUCE SULLA TERRA



Quinta Domenica del Tempo Ordinario (A)
Voi siete il sale….voi siete la luce…queste Parole sono rivolte a noi. Possiamo anche fare finta di niente: oggi, si dice, che il sale fa male, bisogna eliminarlo dalla dieta…,oggi si propongono giornate per il risparmio energetico e, quindi, si invita ad eliminare alcune luci perche si consuma troppa “luce”….
A parte gli scherzi, quelle parole del Vangelo ci invitano, in realtà, a dare più gusto alla vita, più calore alla vita. Quanta gente si lascia vivere, non riesce a cogliere il bello dell’esistenza, non riesce a lasciarsi coinvolgere nella riscoperta del senso ultimo della vita che è la gioia di esserci, di esserne protagonista, di essere l’unico regista del tuo film.
Il produttore è un Altro e non si limita a dei buoni auspici, ma fin dai tempi antichi, con la collaborazione dello sceneggiatore Isaia: “…se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce” (Is 58,7-10).

BEATI NOI



Quarta domenica del Tempo Ordinario (A)
Dipinto di Carl Heinrich Bloch
A prima vista tutti questi “beati” sembra si contraddicano alla grande.
Sentite il Salmo: “…Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe: la sua speranza è nel Signore suo Dio.” (sal 145(146).
Cioè, se confidiamo nel Signore la nostra vita ha ottime possibilità di dipanarsi nella pace, nella prosperità e la sua fine avrà lo sbocco negli scenari senza fine dell’eternità. Sarà così?
Sentiamo il Vangelo: “…Beati…beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi a causa mia” (Mt 5,1-12°).
Cioè, se seguiamo il Signore, nella nostra vita avremo ottime possibilità di doverne sopportare di tutti i colori. E questo a conclusione di un discorso preceduto da ben otto beatitudini che, se perseguite, garantiscono, in ogni caso, un epilogo, della nostra vita, felice perché meritevole dell’abbraccio eterno del Buon Dio.

SENZA PAURA



Terza Domenica del Tempo Ordinario (A)
Gesù andava, camminava, per paesi e villaggi, incontrando persone, con compassione le ascoltava, cercava di capire le loro situazioni e li guariva, e non solo nel corpo.
Ma, pure era inflessibile con il male albergante nei demoni che, per questo motivo, cercavano di evitarlo e suscitavano confusione al suo operare.
La gente, dopo un po’ vince la diffidenza, quanti falsi profeti!, e comincia a cercarlo con più fiducia. E’ come se si fossero messi a cantare il Salmo:
“…Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura?”
Non dovrebbe essere così anche per noi?

IL SERVO DI DIO

IIa Domenica Tempo Ordinario
"Ti renderò luce delle nazioni.." (Isaia)
All’inizio della Messa “Il Signore sia con voi…e con il tuo Spirito” costituiscono il saluto del celebrante e la risposta dei fedeli. E’ molto significativo: è come dire, quando siete entrati in chiesa è venuto a prendervi ed accogliere il Signore. Tutti, poi, si augurano che il celebrante si sia immerso nello Spirito, consapevole di quanto sarà chiamato a fare nella Sacra Liturgia.
Non fa specie, quindi, il saluto di San Paolo ai Corinti: “…grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e del Signore”.
La grazia e la pace sono doni immensi. Il primo è completamente gratuito, mentre il dono della pace è la condizione minima essenziale per entrare in relazione con Dio.
La Grazia, inoltre, fa i miracoli come ci viene detto nel Salmo: “…mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose, dal fango della palude: ha stabilito i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi.”

LA VOCE



Battesimo del Signore
Battesimo di Gesù - Duomo di Milano
Nei Vangeli di parole veramente dette da Gesù in persona ce ne sono poche. Eppure la voce del Signore è ciò che sentiamo dentro di noi, più di ogni altro richiamo. Evidentemente è una voce che non sentiamo con le orecchie, come è pur vero che per cogliere i suoi richiami dobbiamo fare tanto, ma tanto silenzio attorno a noi. Proviamoci, iniziando ad ascoltare il Salmo: “…la voce del Signore è forza, la voce del Signore è potenza”.
E’ una forza che trasforma le nostre debolezze in risorse, è una potenza che tutto può ottenere da noi perché siamo figli dell’Altissimo, in potenza, e lo possiamo definitivamente diventare perché il Cristo, l’unto del Signore, il Figlio di Dio,  ha ricapitolato tutto in lui con la sua vita terrena, con la sua condivisione in tutto, tranne che il peccato.
E’ una voce ancora più forte che si esprime al momento del Battesimo di Gesù, quando: “…ed ecco una voce dal cielo che diceva questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”. (Vangelo).

IL VOLTO



Domenica, 1 Gennaio 2017 
               Maria Santissima, Madre di Dio

“…tutti quelli che udivano, si stupivano delle cose dette loro dai pastori…” (Vangelo di Luca). Ma che possono aver mai visto?
Certo, lo sappiamo, un bambino appena nato in fasce, adagiato in una mangiatoia, una giovane donna ancora stanca per il parto, un uomo goffamente indaffarato ed un ambiente sicuramente tanto uguale alle loro abitazioni.
Eppure, ciò che raccontavano stupivano i loro vicini; è come se noi, al ritorno dalla Messa di Natale, ai nostri amici, ai nostri parenti, al passante che incontriamo per via, riuscissimo a trasmettere la bellezza di quello che abbiamo appena vissuto: la contemplazione del suo Volto.
I pastori, già attirati dalla grande luce che avvolgeva la grotta, avranno visto sul Volto di quel bambinello una luce ancora più speciale.
Come sarebbe stato importante se quella stessa luce fosse rimasta, dopo la Messa di Natale, anche sui nostri volti! E sarebbe stato possibile perché Gesù era là, e lo è ancora, nel tabernacolo.

DALLA NOTTE AL GIORNO



SANTO NATALE 2016

Sacra Famiglia - Chiesa Madonna degli Angeli
In quella notte non c’erano lampioni, insegne luminose, luminarie, fari di macchine, bagliori dalle finestre, tutto era buio, solo qualche lume in movimento, magari quello di Giuseppe che correva a cercare una levatrice, e qualche riverbero di fuoco dei bivacchi allestiti dai pastori erranti della zona.
All’improvviso: “…acclami il Signore tutta la terra, gridate, esultate, cantate inni.” (Salmo 97). Ma cosa acclama, chi acclama e ancora: “…gioiscano i cieli, esulti la terra, risuoni il mare e quanto racchiude.” (Salmo 95).
Cos’è questo frastuono che sconvolge tutta la terra in quella notte buia?
Neppure le sentinelle ci capiscono qualcosa: “…una voce! le tue sentinelle alzano la voce, insieme esultano poiché vedono con gli occhi il ritorno del Signore” (Isaia 52,7-10).
E il Signore va ad abitare in quel tugurio, in quella campagna abbandonata con un giaciglio sufficiente per un piccolo bambino appena nato.
Lo stupore è grande perché: “…perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio…e il suo nome sarà…Padre per sempre, Principe della Pace.” (Isaia 9,1-6).
Cioè un bambino che nasce ed è già Padre per sempre e scopriremo che lo è sempre stato.
Ascoltiamo, infatti, il Vangelo di Giovanni: “…Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In Lui era la vita e la vita era la luce del mondo.”

EMMANUELE, DIO CON NOI



Quarta domenica di Avvento
Oggi metto in evidenza che nelle letture proclamate ci sono tre persone:
una donna    : Maria
un uomo       : Giuseppe
un bambino : Gesù
Maria e Giuseppe sono sposati e sono i genitori di Gesù, formano una famiglia, questa è la famiglia che ci indica il Buon Dio. Chiaro e semplice, non ve ne possono essere di altro tipo perché Lui ha voluto e vuole così.
Poteva “discendere” sulla terra in mille modi, ma ha scelto, quella famiglia, il luogo dell’amore per eccellenza. Lo si tenga ben presente, sempre: in chiesa, nelle case, sul lavoro, nel sociale, in politica. 
Chi tradisce questa verità e si prodiga per altri generi di famiglia è fuori da quel progetto, si pone in stato di peccato grave.
Detto questo, lasciamoci trasportare dalla narrazione che inizia con il profeta Isaia: “…ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio che chiamerà Emmanuele”.
Già la precisione “concepirà” la dice tutta sulla vita di quel figlio la cui vita inizia, quindi, non con il parto, ma con il suo concepimento. Giusto per ribadire che la vita è così e bloccarla prima del parto significa uccisione, cioè atto delittuoso.

IL PIU’ PICCOLO E IL PIU’ GRANDE


Terza Domenica di Avvento
Cerchiamo di rispondere a: “…che cosa siete venuti a vedere? un profeta?...” quando domenica prossima andremo a Messa. Che cosa andiamo cercando, entrando quasi di soppiatto nelle nostre chiese, ci segnamo, magari frettolosamente e ci sediamo a capo chino, guardando a destra e a sinistra di sottecchi, in attesa che suoni la campanella d’ingresso del celebrante.
Cerchiamo sempre e solo Lui, il Gesù Eucaristico che si trova nel tabernacolo ed allora riconosceremo come amici e fratelli tutti coloro che ci parlano di Lui: il sacerdote, il diacono, i ministranti, i lettori e i profeti di cui sentiremo parlare nelle letture che verranno proclamate.

LA SCURE



Seconda Domenica di Avvento
Oggi appare sulla scena Giovanni Battista, il cugino di Gesù, colui, che al sentirne la vicinanza, già nel grembo di sua madre Elisabetta, esultò di gioia. Due bimbi che s’incontrano per la prima ed unica volta ancora prima di nascere.
Un incontro fondamentale per il precursore Giovanni, che prepara la strada alla venuta fra la gente del Messia: “…già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco…” (Vangelo).
Giovanni non teme, vive nel deserto, ma sa bene ciò che alberga nei cuori degli uomini e li invita a cambiare vita, battezzandoli nell’acqua. Non teme i potenti, urla pubblicamente l’invito a convertirsi, a rinunciare alla condizione di peccato, perché è giunto il momento di tagliare alla radice il male.

E SIA PACE



Prima Domenica di Avvento 
Inizia il periodo d’Avvento e tutti siamo chiamati ad incamminarci, ma per andare dove?
Verso la casa del Signore, basta leggere il Salmo: “…per i miei fratelli e i miei amici io dirò: “su te sia pace”. Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene”.
Con chi ci andremo, se non con i nostri fratelli, i nostri amici per cui chiediamo nelle preghiere che alzeremo la pace e il bene.
E ci andiamo per incontrare il Signore nell’Eucaristia, affinché ci istruisca nella preghiera.

Messaggio del Consiglio Permanente della Cei per la 39ª Giornata nazionale per la vita (5 febbraio 2017)


L'invito per tutti noi è quello di cominciare a leggere e a considerare  le parole che ci vengono rivolte, le esortazioni che ci vengono proposte per poterci preparare sempre più con mente e cuore al grande tema della Vita, prendendo coscienza del valore in assoluto "il più grande" che ci muove e che ci guida:
"Educare alla vita significa entrare in una rivoluzione civile che guarisce dalla cultura dello scarto, dalla logica della denatalità, dal crollo demografico favorendo la difesa di ogni persona umana dallo sbocciare della vita fino al suo termine naturale. È ciò che ripete ancora oggi Santa Teresa di Calcutta con il famoso discorso pronunciato in occasione del premio Nobel 1979:“Facciamo che ogni singolo bambino sia desiderato”; è ciò che continua a cantare con l’inno alla vita: “La vita è bellezza, ammirala. La vita è un’opportunità, coglila. La vita è beatitudine,assaporala. La vita è un sogno, fanne una realtà. ... La vita è la vita, difendila
Messaggio del Consiglio Permanente della Cei per la 39ª Giornata nazionale per la vita (5 febbraio 2017)

http://www.cavlomellino.it/PDF/Messaggio%2039%20GpV%202017.pdf