Sesta Domenica del Tempo Ordinario (A)
E diamoci una smossa, sia il nostro parlare,
un dire chiaro, che non crei confusione, che sia facilmente comprensibile da
tutti: “…sia, invece, il vostro parlare: “sì, sì,” “no, no”, il più viene dal
maligno.”
Se solo fossimo capaci di seguire questo
eterno consiglio di Gesù. Se solo riuscissimo a scrivere poche cose, ferme e
precise circa la vita della Chiesa. Quanto saremmo gratificati, come dice il
Salmo: “beato chi cammina nella via del Signore. Insegnami Signore la via dei
tuoi decreti…dammi l’intelligenza perché io custodisca la tua legge e la
osservi con tutto il cuore”.
Chiediamo al Signore con umiltà di avere
sempre davanti agli occhi i suoi comandamenti. Non sono poi mica tanti,
cominciamo con le sue tavole della legge: poche parole, comandi, però, ben
precisi e facilmente comprensibili. Non vivere quei comandi vuol dire non stare
sulla sua Via. Non proporre quei comandi vuol dire non saperli custodire, ma
soprattutto non osservarli in pienezza.
C’è, inoltre, San Paolo che nella prima
lettera ai Corinzi ci sveglia: “…tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di
sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di
questo mondo, che vengono ridotti al nulla.” Nello stesso tempo, in un altro
passo (2Cor 2,11) ci allerta “per non cadere sotto il potere di Satana, di cui
non ignoriamo le intenzioni”.
Per nostra sfortuna, o meglio per negligenza,
ignoriamo davvero quali sono le intenzioni del maligno. Eppure, dovremmo
saperlo, lui vuole allontanare più gente possibile dall’Amore di Dio perché è
invidioso e cattivo. Lui vive solo del male, gode solo nel vederlo intrufolarsi
nelle storie degli uomini. E, da sempre, da dove comincia? Dalla famiglia.
Distruggila, devastala, rompi l’unione sponsale dell’uomo con la donna e sei a
metà dell’opera: è questo il suo programma. Sembra averla vinta: ha ridotto a
cosa la sessualità, ha elevato al centro l’eros finalizzato solo al piacere, ha
cancellato la dignità ontologica di ogni essere umano, ha sminuito il senso
comunitario del nucleo primordiale della società. Cos’altro deve inventarsi?
Avvelenare la Chiesa, lavorando sui suoi ministri e creando confusione ad arte.
Vale, qui, il libro del Siracide: “…davanti
agli uomini stanno la vita e la morte: a ognuno sarà dato ciò che a lui
piacerà”.
Così, tentati da Satana, tutti siamo davanti
alle due vie: quella della vita e quella della morte, quella del bene e quella
del male. Quale delle due scegliamo? Chi non direbbe, è evidente, quella della
vita, quella del bene. Eppure non è così, perché spesso facciamo combaciare la
via della vita alla vita che ci piace, consideriamo il bene quello che è il
nostro bene. Qui sta l’arte del tentatore. Per questo abbiamo bisogno, ed oggi
più che mai, della Legge di Dio, abbiamo necessità di un Pastore che ci guidi,
dobbiamo sentire dei Profeti che ci allertino.
Il Vangelo di Matteo, in questo senso, ci
mette in guardia: “…non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i
Profeti: non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento….chi dunque
trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà altri a fare
altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli…”.
Quanti invitano ad una deregulation dei
comandamenti, dei precetti, dei consigli che la Santa Apostolica Cattolica Romana
Chiesa ha dispensato nei secoli vanno, quindi, verso una insipienza che non
genera santi. Non si rimane nella Chiesa di Dio per fare “comunità” e basta, ma
per dare compimento alla promessa di salvezza per la vita eterna nostra, dei
nostri cari e di quanti decidono di lasciarsi battezzare nel nome del Padre,
del Figlio e dello Spirito Santo. Davanti a noi sta questa possibilità,
scegliamo la vita e la vita fiorirà ancora, anche, sulla terra.
Sir
15,15-20 / Sal 118(119) / 1Cor 2,6-10 / Mt 5,17-37
digiemme