XVI Domenica
T.O.(Anno A)
La nostra vita trascorre nella ricerca del
bene, per noi e per i nostri cari. Amiamo Dio, siamo credenti in Lui come Sommo
Bene e sappiamo, lo sentiamo nel nostro più intimo respiro, che tutta la storia
dell’umanità si sviluppa per giungere, anche attraverso ciascuno di noi, anzi, per
tornare a Lui. Ecco perché ci è naturale comprendere S. Paolo quando ai Romani
dice: “…del resto noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano
Dio.”
Quei “quelli” siamo proprio noi, la sua
Chiesa viva, che insieme amiamo Dio e gli rendiamo grazie e gloria per il bene
che concorre al vivere concorde fra gli uomini.
Concordia che non è così
scontata perché, come è facile vedere, i prepotenti non mancano mai. Ma ciò che
manda in bestia è che mascherano la prepotenza, presentandosi come paladini per
una giustizia mirante al progresso della società, della Nazione in cui viviamo.
Guardate come ricorrono alle menzogne,
all’antilingua per fare passare leggi liberticide, leggi assassine, come quelle
che hanno legalizzato l’aborto e l’eutanasia o come quelle che distruggono il
matrimonio e tolgono i figli alla patria potestà del padre e della madre. Lo
dice chiaramente il Salmo di oggi: “…una banda di prepotenti insidia la mia
vita, non pongono te davanti ai loro occhi.”
E’ terribile! Inoltre la spudoratezza vuole
che si presentino, questi prepotenti, addirittura come persone religiose,
credenti, che ostentano pure la frequenza alle liturgie. C’è da domandarsi come
riparare a questi sacrilegi.
Pregando il Buon Dio, il Salmo ci offre anche
lo spunto:
“…mostrami Signore, la tua via, perché nella
tua verità io cammini.” Camminiamo dunque, anzi, seguiamo la sua via come servi
al suo servizio, non ergiamoci anzitempo a giudici, non arrabbiamoci come
quelli che vogliono subito andare a
strappare la zizzania, anche se ce ne sarebbero tanti motivi: “…ma mentre tutti
dormivano, venne il suo nemico, seminò la zizzania in mezzo al grano e se ne
andò...” (Vangelo).
Non viene il dubbio che stiamo effettivamente
e pesantemente dormendo? Così che la Chiesa di oggi è un campo volo dove tutti
vanno e vengono senza nessun controllo, senza nessuna difesa, anzi si lascia
che si vandalizzi a piene mani. Basta pensare a quei prepotenti dei radicali
che sono così tanto vezzeggiati ed invitati a parlare nelle chiese. Ci sarebbe
proprio, come il Don Camillo di Guareschi, da sbracciarsi le maniche della
talare, e la necessità di lanciarsi nel campo di battaglia, ma il Signore dice:
“…lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al
momento della mietitura dirò ai mietitori: raccogliete prima la zizzania e
legatela in fasci per bruciarla, il grano, invece, riponetelo nel mio granaio.”
(Vangelo).
In fin dei conti è molto più inquietante per
i prepotenti questa prospettiva. Noi non abbiamo dubbi, fra l’infuocata e
perenne fornace e i traboccanti granai, propedeutici del pane di vita, vorremmo
solo alimentare e alimentarci attraverso i granai del cielo. Non ci illudiamo,
però, perché conosciamo i nostri limiti, le nostre debolezze, coscienti che
senza l’aiuto del Buon Dio non andremo da nessuna parte. Per fortuna, invece,
ci consola il Libro della Sapienza quando vi leggiamo: “…hai dato ai tuoi figli
la buona speranza che dopo i peccati, tu concedi il pentimento.”
Grande dono è, perciò, il Sacramento della
Riconciliazione perché in esso possiamo deporre il pentimento. E’
un’opportunità, qui sta la Misericordia, anche per i “prepotenti della
zizzania”.
Sap
12,13.16-19 / Sal 85(86) / Rom 8,26-27 / Mt 13,24-43
digiemme