E’ SIMILE…


XVII Domenica T.O.(Anno A)

Quante volte, animati da buone intenzioni e da una serie infinita di domande, chiediamo, mentre preghiamo, al Signore di farci capire cosa vuole da noi. Nel primo Libro dei Re la prospettiva è capovolta:
“…chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda…concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male.”
E’ il Signore che chiede a noi cosa vogliamo per noi. Proviamo, con sincerità, ciascuno provi a fare l’elenco che vorrebbe.

Da parte mia, mi sento di ammirare Salomone nella sua risposta e nel mio piccolo vorrei sempre essere fedele nella ricerca del bene, allontanandomi dal male il più possibile. Non mi è sempre riuscito e quando ne sono stato consapevole oltre alla Confessione ho sempre cercato di ricorrere alla Parola, un po’ come viene indicato nel Salmo:
“…come può un giovane tenere pura la sua vita? Osservando la tua parola. Corro sulla via dei tuoi comandi perché hai allargato il mio cuore.”
Ci sono due aspetti che mi entusiasmano in questi brevi versetti: la purezza e la corsa. Sono forse tagliati fuori tutti i giovani d’oggi per quanto riguarda la purezza? Se penso alla mia giovinezza, e già che non ero uno stinco di santo, mi accorgo che c’è un abisso fra il modo di vivere, il così detto “costume”, dei giovani d’oggi e quelli di ieri. E senza la sua Parola dove mai possono correre? Quando ascolti il Signore e lo riconosci nell’Amore che ci dona, allora non puoi stare fermo, mano nella mano, devi alzarti e correre là, sulla via dei suoi comandi. La fatica non mancherà, gli inciampi neppure, però, a questo punto, ci viene in aiuto la Lettera ai Romani di San Paolo con la quale possiamo capire come abbandonarci alla volontà del Signore:
“…quelli che poi ha predestinato, li ha anche chiamati, quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati, quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati.”
Non lasciamoci ingannare, non è un destino predefinito ciò che a lettura superficiale potrebbe sembrare. E’ piuttosto la conferma che ciascuno di noi è predestinato all’Amore di Dio. Amore che, qualora decidessimo di rifiutare, non potrebbe sviluppare tutto il resto. E’ la logica, nel bene e nel male, della libertà dell’uomo. Una libertà che condiziona, come ben sappiamo, che ci manda a volte in confusione, che ci stordisce, che inorgoglisce al punto di non voler neppure più ascoltare la Parola. Si trovano alibi (non c’erano registratori ai tempi dei Vangeli), s’innalzano scuse e quant’altro per fare finta di niente. Eppure, sentite il Vangelo:
“…il Regno dei cieli è simile a un tesoro…a una perla…una rete…per questo un discepolo è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche.”
E’ vero, nella nostra libertà siamo sempre alla ricerca, a volte brancoliamo nel buio, ma quando la luce ritorna a brillare come un tesoro di gioielli, come una perla, allora non ci ferma più nessuno, siamo pronti a tutto pur di non perdere il bene che trasforma la vita, che la rende ricca d’iniziative, di gioia, pronti a gettare la rete per raggiungere più gente possibile. Ma guardate un po’, non è forse questo che facciamo con la rete di facebook? E’ quindi così vicino il Regno dei cieli che lo possiamo toccare come il tesoro che è in noi, come la perla che custodiamo, come la purezza della nostra vita, come la rete che abbraccia i legami famigliari e amicali.
In questa logica comprendiamo, perciò, perché ciascuno di noi, discepolo del Signore Gesù Cristo, sia simile ad un padrone di casa che dal suo tesoro, la famiglia, la Chiesa per il pastore d’anime, riesce a trovare cose nuove, l’attenzione al mondo che cambia, senza poter fare a meno delle cose antiche, i valori, la tradizione, la Parola, che danno fondamenta alla casa costruita sulla roccia che è il Cristo Signore.

1Re 3,5.7-12 / Sal 118(119) / Rm 8,28-30 / Mt 13,44-52
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