XXV Domenica del Tempo Ordinario
“...nessun
servitore può servire due padroni…non potete servire Dio e la ricchezza” (dal
Vangelo di Luca).
Cosa
vuole dire “servire Dio”, cosa vuole dire “servire la ricchezza” (mammona)?
Seguendo
il semplice schema dell’ancor valido catechismo di San Pio X, si potrebbe dire
che servire Dio vuole dire rendergli culto, adorarlo, glorificarlo, averlo in
sé tutto il giorno, da mattina a sera, pregarlo.E
dici poco! Non c’è da spaventarsi, per fare tutto ciò non abbiamo che un solo
sistema: L’ASCOLTO DELLA SUA PAROLA.
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Ma,
attenzione, San Bonaventura riflette che l’origine della Sacra Scrittura non è
frutto della ricerca umana, ma di rivelazione divina che, con lo Spirito Santo,
ci dona la fede che è lucerna, porta e fondamenta di tutta la Sacra Scrittura.
Infatti, lo scopo e il frutto della Sacra Scrittura non è uno qualsiasi, ma
addirittura la pienezza della felicità eterna. La Sacra Scrittura è appunto il
libro nel quale sono scritte “parole di vita eterna”, perché non solo crediamo,
ma anche possediamo la vita eterna, in cui vedremo, ameremo e saranno colmati
tutti i nostri desideri. Solo allora conosceremo “l’amore che sorpassa ogni
conoscenza” e così saremo “ricolmi di tutta la pienezza di Dio”. Allora, solo
così possiamo dire di “Servire Dio”.
Mentre,
per quanto riguarda “mammona” è molto più semplice. Basta inchinarsi al mondo,
genuflettersi alle sue leggi, accogliere il suo abbraccio adulatorio e
prostituirsi ai suoi bisogni. Non è quello che i “potenti” del mondo di oggi
stanno facendo? E lo sanno fare talmente bene che riescono a farsi passare
anche per benefattori. Stiamo tranquilli, però, che possono gabbare i semplici,
ma non il Buon Dio, che oltretutto non dimentica, come si può dedurre dal
profeta Amos: “certo non dimenticherò mai tutte le loro opere…”.
Non
dimentica, ma non demorde di sollecitare aiuto e misericordia, se proprio diamo
credito a San Paolo: “raccomando che si facciano domande, suppliche, preghiere
e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno
al potere” (1Tm).
E
quando, nonostante tutto ciò, chi ci governa continua imperterrito, allora
anche noi potremo scrivere e gridare “Renzi non dimenticheremo”, “Francesco non
dimenticheremo”, “Napolitano non dimenticheremo”.
Solo
il rivestirsi di sacco, l’andare a piedi scalzi a Canossa, porterà ciascuno di
noi, oltre ai potenti di turno, ad avere speranza con il Salmo: “…solleva dalla
polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero…fa’ abitare nella casa la
sterile, come madre gioiosa di figli”. 112(113).
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Am 8,4-7 / 1Tm 2,1-8 / Sal 112(113) / Lc 16,1-13
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