12 marzo 2016

IL GIUDIZIO E LA CONDANNA


Quinta di Quaresima
Il Signore apre strade nuove nel deserto

Se stiamo a commentare la Parola è perché siamo stati conquistati da Cristo.Come San Paolo che dice ai Filippesi: “…sono stato conquistato da Gesù Cristo.”
Verrebbe da dire: ma perché?
Forse perché, con me, con noi, Lui ha fatto una cosa grande, l’ha fatto con amore, proprio con l’amore..”ecco io faccio una cosa nuova, non ve ne accorgete” (Isaia). Queste espressioni rimandano al Natale, quando la vita, come dice Isaia “germoglierà dalle sue radici, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse”, e nessuno lo strappò.
Forse perché il Signore sa aprire “strade nuove nel deserto” delle nostre vite, strade che danno senso al nostro andare.
Forse perché fa “immettere fiumi” di acqua viva anche nei nostri cuori induriti, asciutti, che non sanno commuoversi.
Forse perché sappiamo che può non esserci una condanna per la nostra esistenza finora vuota e peccaminosa, solo che ne riconosciamo tutta la personale responsabilità.
Forse perché ci dà un’altra possibilità: “…va e non peccare più”.
Forse perché sentiamo che a Lui, il creatore dei cieli e della terra, di tutto, a Lui dobbiamo tutto…e da piangenti, “…allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia…”(Salmo).
Con questo, non abbiamo di certo “raggiunto la meta, non siamo arrivati alla perfezione” (San Paolo).
Da una condizione di peccato possiamo, però, passare ad una condizione di sequela, sapendo che la non condanna di chi “è senza peccato scagli la prima pietra” e la non condanna di Gesù, non sono una sentenza di non giudizio, non sono una esenzione dalle proprie responsabilità alla “chi sono io per giudicare?”
E’ una possibilità, l’ultima, sempre secondo il metro misericordioso del Buon Dio” che noi non potremo mai conoscere, cui in piena libertà sceglieremo di accedere o meno.
Infatti, non sappiamo cosa fece della sua vita, in seguito, l’adultera in questione.
Sappiamo che la legge di allora era severissima , ma proprio perché legge degli uomini, soggetta all’imperfezione degli uomini. Oggi non è più così, oggi essere adulteri non ha più senso perché per l’uomo del XXI secolo non ha più senso la fedeltà, la coppia, il matrimonio, la procreazione, pertanto non ha più nulla da proteggere e, soprattutto, non deve rendere più conto ad alcun Dio, come invece era per il popolo ebraico.
In parole povere, dove sta oggi il peccato di questa donna? Il Vangelo, allora, è forse non più attuale,
Chi è senza peccato .............
comprensibile? Niente affatto. E’ la nostra nuova strada, nuova per ognuno che la sa intravedere.
Lo è per chi crede che la famiglia è sempre e solo l’ancora di salvezza per questa umanità.
Lo è per chi vuole salvare la vita di ogni uomo che viene al mondo.
Proviamo ad immaginare se quella donna anziché adultera, fosse stata infanticida (in fondo l’aborto non è altro che un infanticidio anticipato): sicuramente il Dio dei viventi non si sarebbe accontentato del “va e non peccare più”,  perché questo peccato non cambia con i tempi, sempre rimane tale, ma avrebbe aggiunto un miracolo dei suoi: avrebbe ridonato la vita.
E se pure noi non avessimo scagliato la prima pietra, e non la scagliamo neppure oggi, non ce ne saremmo andati, e non ce ne andiamo, se non con la donna che così non “sarebbe rimasta più sola  al centro”.
Andiamo insieme, allora, per non peccare più.
Is 43,16-21 – Sal 125(126) – Fil 3,8-14 – Gv 8,1-11

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