Terza di Quaresima
Siamo in Quaresima, pertanto il
comando “…Io vi dico, ma se non vi convertirete, perirete…” ci sta. Le letture
di questa terza domenica vanno tutte in questa direzione. Non sottovalutiamole,
non pensiamo di ridurle al solito quaresimale cattolico, perché niente di più
sbagliato. E’ vero che il Salmo recita
“…come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli
che lo temono…”, ma è pure vero il contrario, per chi non lo teme vi è una sola
conseguenza: perirà. Su questo non ci piove, Gesù
Cristo è chiaro “…credete che quei galilei fossero più peccatori di tutti i
galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertirete,
morirete tutti”. Qui c’è un comando, un imperativo, non ci si può scansare. “Cascasse
il mondo, io mi sposto” non funziona più, ci rimane solo la forza di chiedere
perdono per la nostra posizione di vita non conforme ai comandi del Signore.
E non solo per la nostra
posizione , ma anche per quella di tanti che si richiamano al suo Nome per
giustificare proprie scelte di comodo, per giustificare atti ed azioni
riprovevoli agli occhi di Dio.
Basti pensare a quanto è avvenuto
in Parlamento in questi giorni, dove è stata approvata una legge che grida
vendetta al cospetto di Dio. Si giunge a legittimare una pederastia di regime
con l’avvallo di quanti per dovere d’ufficio avrebbero dovuto essere difensori
della legge di Dio, non più disposti a
sacrificarsi per la propria Fede, che a parole dicono di professare. Un
tradimento senza vergogna, di cui appare chiara, alla fine di questa tragica
storia, anche la definitiva dissoluzione di una sedicente chiesa cattolica che
ha cercato, voluto e ottenuto un compromesso che in sé è solo e nient’altro che
un peccato di omissione.
D’altra parte, anche San Paolo
non usa mezzi termini per coloro che sono nel deserto (e questa società non è
forse un deserto?): “…tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero
la stessa bevanda spirituale: bevevano, infatti, da una roccia spirituale che
li accompagnava, e quella roccia era Cristo…”
Eppure molti, rifiutarono di abbeverarsi a quella fonte, come oggi.
Pensavano di essere loro gli intelligenti, i capaci, se trovavano l’acqua era
solo merito loro e per questo volevano imporre la loro supremazia. “…ma la
maggior parte di loro non fu gradita a Dio e perciò furono sterminati nel
deserto” (1Cor 10,1-6.10-12). Perciò, anche oggi, molti hanno scelto di perire.
L’ammonimento di Dio verso l’uomo
a non voler diventare come Dio è una conferma che quando l’uomo persegue questa
scelta ha una sola conseguenza: andare a vivere nel deserto (dell’esistenza
umana) e di creare l’inferno in terra.
Ci siamo quasi: le società
ex-giudaiche/cristiane (il cosiddetto mondo occidentale) è una landa ormai
spoglia dei valori fondanti un mondo sociale rispettoso della dignità di ogni
uomo; l’inferno in terra è ormai il luogo quotidiano in cui vivono milioni di
persone in perenni conflitti e guerre volute da chi vuole distruzione e
devastazioni sociali per imporre un nuovo mondo di eletti cui tutti i sudditi
devono sottomettersi.
L’uomo è creatura di Dio e come
tale deve rapportarsi ai dettami di chi ben conosce l’amore e sa come
declinarlo: “Il Signore compie cose giuste, difende i diritti di tutti gli
oppressi…E’ tenero… verso quelli che lo temono…” (Salmo). Ecco perché si
dovrebbe temere Dio, ma l’uomo d’oggi non lo teme più e vive come se non
esistesse la morte. Ormai è convinto pure di riuscire nel giro di pochi anni a
vincere anche quella e…”poi vedremo caro mio Dio cosa ne faremo di te…intanto,
in attesa di arrivarci, eliminiamo tutto quanto porta a Te”. Fanno i conti
senza l’oste perché Lui sa bene di che pasta siamo fatti e…in polvere
ritorneremo…a meno che non ci convertiamo e cambiamo, e cambiando noi,
cambieremo anche il mondo. Il Buon Dio ci dà ancora questa
possibilità: “…vedremo se porterà frutto per l’avvenire; se no, lo taglierai”
(Vangelo). Si riferiva al fico che da tre anni non dava frutto. Anche noi da
qualche anno siamo come quella pianta. E’ vero che nulla è impossibile a Dio,
ma senza Dio tutto è possibile, anche quello che sta avvenendo sotto i nostri
impotenti occhi.
Perciò non possiamo vivere senza
Dio. Davvero non ci rimane che convertirci.
Es 3,1-8°.13-15 / Sal 102(103) /
1Cor 10, 1-6.10-12 / Lc 13,1-9
digiemme